Nel primo decennio del Novecento sorgono, in Europa e in particolare in Germania, diversi movimenti di ispirazione espressionista.
Il più rappresentativo di essi, denominato Die Brucke (il ponte) che nasce a Dresda, per poi trasferirsi a Berlino. I suoi principali esponenti sono i pittori Ernst Kirchner ed Emil Nolde.
Gli artisti denunciano la mancanza di valori spirituali della società contemporanea e rappresentano la sofferenza esistenziale dell’uomo moderno;
In pittura gli artisti deformano le immagini prese dalla realtà e le rappresentano con colori forti e innaturali e con un segno forte, deciso.
Gli espressionisti colgono spunti dalle opere di Van Gogh e di Munch.
Gli artisti intendono rappresentare una spontaneità primitiva lasciando spazio a figure prese dalla natura.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, intellettuali ed artisti da tutta Europa si rifugiano in Svizzera, paese neutrale. Alcuni di loro condividono la critica nei confronti dell’arte accademica e intendono negare le forme artistiche del passato. Spinti dal disgusto verso il potere politico, tentano, mediante l’arte scenica del cabaret, di metterne a nudo la vacuità, utilizzando tecniche più diverse: la performance, l’assemblaggio di oggetti, il fotomontaggio.
di Arianna Antonielli