Linda De Benedictis
27 Gennaio 2019Mario Falanga
27 Gennaio 2019Locke e Hume
La scienza della natura aveva fatto e veniva facendo i più rapidi e grandi progressi. E due, come sappiamo, erano i procedimenti da essa seguiti: per un lato si atteneva all’esperienza dei fatti, per l’altro lato ordinava i dati dell’esperienza secondo concetti e leggi universali e necessarie, che trovavano la loro più compiuta sistemazione mediante le formule matematiche.
Razionalismo
La filosofia, in uno dei suoi indirizzi fondamentali, il razionalismo (Cartesio) aveva cercato il fondamento dello sviluppo e della validità della scienza in idee o principi evidenti, costitutivi della nostra ragione, che l’intelletto può intuire in se stesso (innatismo) e assumere come punto di partenza delle proprie deduzioni, costruttive dell’edificio del sapere.
Empiristi
Eppure non poteva sfuggire alla riflessione filosofica, che la scienza della natura doveva proprio al contatto con l’esperienza i suoi rinnovamenti e avanzamenti più notevoli: ed esperienza significa osservazione di fatti particolari e, più propriamente ancora, rappresentazione o idea che ognuno di noi si fa dei fatti e oggetti particolari; è la realtà che attraverso la sensazione diventa nella nostra coscienza un sistema di immagini o idee. Dove il contratto con i fatti era perduto per amore di principi aprioristici, l’indagine non dava grande frutti.
di Elena