Verbi della terza coniugazione
27 Gennaio 2019Maurizio Zini
27 Gennaio 2019dalla Storia romana
di Carlo Zacco
Il progetto di conquista. Dopo la vittoria su Cartagine, Roma incluse gli stati ellenistici nei propri progetti di conquista, da un lato per le enormi ricchezze che questi stati possedevano; dall’altro per il pericolo che costituivano, in vista di una loro possibile alleanza con Cartagine.
Il dibattito.. L’occasione per l’intervento in Oriente si presentò quando due piccoli stati, il Regno di Pergamo e la Repubblica di Rodi, chiesero aiuto a Roma contro Macedonia e Siria che si erano alleate contro di loro. A Roma come al solito un dibattito: da un lato quelli favorevoli all’intervento, costituiti dai ceti mercantili e rappresentati da Scipione Africano; dall’altro quelli contrari, soprattutto l’aristocrazia fondiaria e rappresentati da Marco Porcio Catone. Quest’ultimo partito era contrario ad un contatto tra la cultura romana e quella greca, considerata decadente e corrotta.
La Seconda Guerra Macedonica. Si decise per una via di mezzo: nel 200 a.C. fu dichiarata guerra, ma solo a Filippo V di Macedonia, e si cercò di evitare che la Siria prendesse parte alla guerra. Scoppiò la Seconda Guerra Macedonica. Lo scontro decisivo avvenne nel 197 a.C. a Cinocefale in una battaglia guidata dal console Tito Quinto Flaminio, con l’aiuto delle città greche unite nella ‘Lega Etolica’, e che portò alla vittoria romana.
Condizioni. Filippo V fu costretto, oltre che a pagare l’indennità, a rinunciare ad ogni pretesa al di fuori della Macedonia, nonché a riconoscere la libertà a tutte le città greche. La propaganda diffuse l’idea che Roma aveva restituito la libertà alla Grecia, ma era solo una sottomissione nascosta.
Lo scontro con Antioco III. All’indomani della vittoria romana infatti le città greche della lega etolica si video negare un trattamento privilegiato che speravano dopo aver aiutato i Romani a vincere la guerra, ed iniziarono ad essere ostili verso di loro. Chiesero aiuto ad Antioco III Re di Siria, che giunse in loro aiuto con un esercito, ma fu sconfitto nel 191 a.C. alle Termopili. L’anno dopo, nel 190 a .C. il Senato Romano decise di combattere il nemico nella sua terra, e mandò un esercito in Asia, che sconfisse Antioco a Magnesia (odierna Turchia).
Pace. Il trattato di pace prevedeva:
a) restituzione a Rodi e a Pergamo dei territori conquistati da Antioco fuori dalla Siria;
b) cessione della flotta e degli elefanti, e pagamento dell’indennità;
c) consegna di Annibale, che era rifugiato in Siria.
Fine di Annibale. Annibale non si consegnò e scappò in Bitinia, dove nel 183 a.C. preferì uccidersi piuttosto che consegnarsi ai Romani.
Terza Guerra Macedonica. A questo punto i greci si accorsero dell’errore che avevano commesso ad allearsi con uno Stato che attuava una tale politica imperialista: ormai tutti i traffici commerciali verso l’oriente erano in mano ai Romani. L’unica soluzione fu quella di affidarsi ai Macedoni. Il successore di Filippo V, Perseo, volle proseguire la politica paterna e nel 171 a .C. dichiarò guerra ai Romani, ma fu sconfitto a Pidna nel 168 a.C.
Conseguenze. Come conseguenza la Macedonia fu smembrata in quattro repubbliche, tutte assoggettate a Roma, e costrette a pagarle un tributo.
Macedonia provincia Romana. Lo scontro proseguì: nel 149 a.C. la Macedonia, guidata da un certo Andrisco, che si dichiarava figlio di Filippo V, attaccò i Romani, sempre a Pidna, in segno di ribellione, ma fu sconfitta. Dopo questo episodio la Macedonia divenne Provincia Romana.
Grecia capta. Sempre nel 146 a.C. anche le città del Peloponneso, riunitesi nella lega achea, si ribellarono, ma anche loro furono sconfitte, e distrutte. Tra esse venne rasa al suolo Corinto, il più temibile concorrente commerciale dei romani. Dopo questo, la Grecia venne rinominata Acaia, ed unita alla Provincia di Macedonia, divenendo così territorio romano. Atene, che rimase fedele, mantenne la sua libertà, ma era solo formale.