Tutto cominciò quando sentii il mio nome al microfono; mi alzai e uscii dallaula magna e incontrai gli altri ragazzi che come me erano stati chiamati. Tutti noi formavamo una classe: la 1^C. Li guardai uno per uno e pensai che con loro ci avrei dovuto passare cinque anni. Non conoscevo nessuno di loro e ciò mi affascinava, ma mi metteva anche un po di paura. Avevo paura di non riuscire a integrarmi nella classe. Perché questa paura? Perché se non ti trovi bene con i tuoi compagni di classe, è difficile riuscire a studiare, a trascorrere tutto un anno scolastico.
Arrivati in classe abbiamo iniziato a conoscerci e capii che sarebbe stato un anno interessante pieno di nuove emozioni. E infatti fu così; il primo mese passò tra nuove amicizie, verifiche e risate. Mi trovavo bene con i miei compagni. Le prime lezioni sembravamo un gruppo di ragazzi spaventati, durante gli intervalli stavamo con quelle poche persone che avevamo conosciuto. Ma poi piano piano, iniziammo a prendere confidenza con tutti e fu così che durante le lezioni non cera più il solito silenzio da cimitero, ma iniziavano a sentirsi le prime voci, le prime risate mentre un prof spiegava, e con esse arrivarono anche le prime sgridate, le prime urla dei professori.
Inoltre per conoscerci meglio la scuola aveva organizzato per tutte le prime una gita. E come tutti gli studenti aspettavamo quel giorno impazienti. Arrivò il giorno della gita e durante il viaggio di andata sul pullman abbiamo iniziato a scattare le prime foto che ci avrebbero fatto ricordare quella prima gita. Il tempo non era il massimo, ma incrociavamo tutti le dita perché non piovesse. Purtroppo ha piovuto proprio mentre attraversavamo una strada piena di terra che con l’acqua si è trasformata in fango! Tutti cercavamo di evitare le pozze che si erano formate nelle conche del terreno, ma inevitabilmente, qualcuno ci finiva con i piedi dentro. Però nonostante la pioggia, e la camminata, ci siamo divertiti, ed al ritorno sul pullman eravamo tutti stanchi, ma per la grande gioia delle orecchie dei nostri professori,abbiamo cantato a squarciagola per tutto il viaggio.
Il primo quadrimestre passò, arrivarono le vacanze di natale e arrivò anche il momento di tornare a scuola per affrontare con grande impegno il secondo quadrimestre che si prospettava molto difficile e impegnativo.
Si era formata una bella classe, una classe che si aiutava a vicenda. Prima di ogni verifica ci ritrovavamo tutti insieme nella mensa della scuola, per confrontarci, per ripassare, per aiutarci a vicenda. Se qualcuno aveva avuto un problema e non era riuscito a studiare cercavamo in tutti i modi di aiutarlo. E’ molto importante avere amici nella classe, perché quando si hanno degli amici che stanno al tuo fianco è più facile rimanere in piedi.
Durante il secondo quadrimestre, ci sono state anche le prime litigate. Ma per fortuna tutto andò per il meglio e si sistemò tutto. Verso i primi di maggio iniziarono i giorni più pesanti, i giorni pieni di verifiche, i pomeriggi passati a studiare. I ragazzi con qualche materia sotto iniziarono a preoccuparsi e noi gli davamo una mano a cercare di recuperare.
Ormai i giochi erano fatti e arrivò l’ultimo giorno di scuola! Cera felicità in ogni angolo della scuola, nei nostri occhi, ma anche un po di tristezza. Eravamo un po tristi perché non vedevamo i nostri amici per circa tre mesi. Questo giorno di felicità lo passammo mangiando le torte e le patatine portate da noi, giocando a carte, e facendo un grande baccano!!! Ad un certo punto: dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno DRIIINNNN” era il suono della campanella e una fiumana di ragazzi si precipitò fuori dalle porte della scuola. Noi avevamo deciso di andare tutti insieme in Duomo per un’ultima giornata tutti insieme.
Fu un anno pieno di emozioni, pieno di nuove avventure, di nuove amicizie, di nuove scoperte. Abbiamo lasciato il segno, la 1^C lo ha lasciato anche in me, ognuno dei miei compagni occupa un posto speciale nel mio cuore.
Quella di quest’anno è stata un’avventura molto speciale!!!