L’informatica è una
disciplina che vive nello spazio che intercorre tra i problemi e le risorse
tecnologiche.
Inizialmente l’informatico,
nel rispetto dei vincoli, analizza il problema e lo modella, successivamente
procede alla sua codifica.
Il modello è una
rappresentazione semplificata della realtà, semplificazione funzionale allo
scopo.
La costruzione di modelli è
il momento generativo della cultura informatica.
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° ° ° ° ° °
Negli enti pubblici vige il principio
di distinzione tra le funzioni d’indirizzo politico e quelle di gestione,
principio richiamato dal d.lgs. 27 ottobre 2009 n. 150 – dirigenza pubblica –
Art. 37 che afferma la necessità di “rafforzare
il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti
agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla
dirigenza” .
La proiezione della norma
sulla scuola restituisce la separazione netta tra le due funzioni: la dirigenziale
non può e non deve essere sovrapposta e confusa a quella di governo [i].
Solo
lo spazio tridimensionale può veicolare la distinzione.
Si
pensi a una piramide al cui vertice sia collocato il dirigente scolastico che,
oltre a rappresentare la scuola, abbia il compito di portare a unità l’attività
dell’istituzione. A tal fine redigerà ordini del giorno che vincolino i diversi
organismi alle responsabilità previste dal mandato ricevuto [ii].
Il
modello grafico bidimensionale, utilizzato nelle sedi scolastiche e visibile in
rete, altera il sistema di regole in cui vive la scuola: le attribuzioni e le
responsabilità originarie dei soggetti sono stravolte.
Non
si tratta di una questione di rappresentazione: è l’espressione del modo in cui
il dirigente scolastico intende e gestisce la propria posizione all’interno
della struttura decisionale.
La modell’azione della base
della piramide prende avvio dalla definizione di autonomia scolastica: “Garanzia di libertà di insegnamento e di
pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione
di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della
persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle
caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il
successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del
sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo
di insegnamento e di apprendimento” [Dpr 275/99].
Progettazione,
educazione, formazione, istruzione sono le parole chiave, il cui significato è
desumibile dal TU 297/94.
L’attività
degli organi collegiali a livello di circolo e d’istituto è “progettuale” : le finalità sono
scomposte in obiettivi, i percorsi per il relativo conseguimento sono
ipotizzati, gli scostamenti risultati attesi-risultati conseguiti sono
capitalizzati.
La
scuola è vista come un sistema orientato alla “formazione” di persone in grado d’interagire positivamente con
l’ambiente in cui s’inseriranno al termine del loro itinerario scolastico.
Il
Consiglio di circolo/istituto sovraintende la funzione formativa:
· “elabora
e adotta gli indirizzi generali” per identificare le competenze generali [iii] che gli studenti devono
essere in grado di manifestare al termine del loro itinerario scolastico;
· Delibera i “criteri generali della programmazione educativa” per orientare i
lavori degli organi sottordinati;
· “invia
annualmente una relazione al provveditore agli studi” ;
Il
Collegio dei docenti “Cura la
programmazione dell’azione educativa” :
· Analizza le competenze generali indicate dal
Consiglio di circolo/istituto per derivarne le capacità [iv] sottese;
· Elabora strategie per il relativo
conseguimento;
· “Valuta
periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne
l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati,
proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività
scolastica” ;
Il
Consiglio di classe realizza il coordinamento didattico per prefigurare piani
di “istruzione” che adattino le
indicazioni del Collegio dei docenti alla specificità della classe:
· Ha “competenze
relative alla valutazione periodica e finale degli alunni”
L’insegnamento
chiude la scomposizione del problema formativo: i docenti ideano e gestiscono
occasioni d’apprendimento per conseguire i traguardi collegialmente individuati
e per trasmettere una fedele immagine della disciplina d’appartenenza.
note
[i] La legge 107/15
avrebbe voluto liberarsi dal vincolo: non c’è riuscita.
Al punto 4 del comma 14 dispone: “Il piano triennale dell’offerta formativa è
elaborato dal collegio dei docenti sulla base
degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione
e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d’istituto” .
Decodificando: Il
consiglio d’istituto, organo strategico della scuola, elabora gli indirizzi
generali per orientare l’attività definitoria del dirigente scolastico.
Il Collegio dei
docenti, in base alle direttive del dirigente, elabora il piano e lo sottopone
per l’approvazione dal consiglio d’istituto che ne verifica la corrispondenza
con le indicazioni fornite.
[ii]Adempimento sistematicamente el’uso dai i
dirigenti scolastici: la partecipazione alla vita collegiale è stata
scoraggiata!
[iii] I profili dei
regolamenti di riordino del 2010 propongono ampi repertori di competenze
generali