Titiro e Melibeo
27 Gennaio 2019Zaira Gangi
27 Gennaio 2019Libro IV e V
di Carlo Zacco
Libro IV.
La teoria della conoscenza. Viene esposta la teoria della percezione e della conoscenza:
I simulacra: all’origine delle nostre sensazioni ci sono i simulacra: si tratta di particelle sottilissime che si staccano incessantemente dai corpi e vengono a colpire i nostri organi di senso, in particolare gli occhi, producendo le sensazioni; anche il pensiero è prodotto da simulacra ancora più sottili.
– i sensi non sbagliano: Poiché le sensazioni sono prodotte dai simulacra, i sensi non possono sbagliare: se nel percepire qualcosa cadiamo in errore, è la mente che sbaglia;
– Illusioni ottiche: quindi Lucrezio fa un lunghissimo elenco di illusioni ottiche per confermare quanto ha appena affermato: quanto la nave parte, ci sembra di star fermi mentre le altre si muovono; le stelle in cielo sembrano ferme mentre sappiamo che si muovono; i bambini quando si fermano dopo un girotondo hanno la sensazione che tutto gli stia per crollare addosso; eccetera;
Il pensiero: dopo aver spiegato il funzionamento degli altri quattro sensi, Lucrezio passa a spiegare come avviene il pensiero: questo è provocato dai simulacra che colpiscono la mente.
– tra questi ci possono essere anche simulacra di oggetti che non esistono, come le creature immaginarie del mito: queste non derivano da corpi vivi e reali, ma sono il frutto di scontri casuali che avvengono nell’aria tra simulacra diversi, che si combinano tra loro producendo nella nostra mente false immagini;
La passione amorosa. Allo stesso modo funzionano i sogni. Attraverso un passaggio sui sogni erotici, Lucrezio passa a descrivere la passione amorosa. A quest’ultimo argomento è dedicata la fine del IV libro.
– contro il furor: Lucrezio afferma che la passione amorosa è una forza decisamente negativa per l’uomo, che deriva, appunto, da una errata interpretazione delle immagini prodotte dai simulacra, e che induce l’uomo in errore, portandolo a commettere anche folli. Ovviamente non si riferisce all’Amore esaltato nel proemio al primo libro (amore positivo e generatore di vita), ma al furor, alla follia d’amore.
Libro V (cosmologia)
Elogio di Epicuro. Anche la coppia dei libri V-VI è aperta da un elogio di Epicuro, che secondo Lucrezio ha elargito agli uomini doni più grandi di quelli che generalmente sono attribuiti agli dei.
Origine del mondo. Dopo l’elogio ad Epicuro Lucrezio inizia a parlare delle origini del mondo e delle specie viventi.
– Gli dei. Innanzitutto Lucrezio confuta le teorie che parlano di un’origine divina del mondo: gli dèi esistono, ma non prendono parte alle vicende umane, e non è vero che hanno creato il mondo per gli uomini: la spiegazione di ciò sta nel fatto che il mondo è un ambiente ostile, e la vita sulla terra è faticosa e piena di disagi: è infatti piena di monti, mari, paludi, foreste, animali selvaggi.
– La formazione del mondo. I cieli il mare e la terra sono originati dall’aggregazione degli atomi durante il caos primigenio; ciò è successo casualmente, e non certo in virtù di una qualche volontà divina; la terra poi ha prodotto molte specie animali spontaneamente, ma solo alcune, per selezione naturale, sono sopravvissute;
– La storia dell’umanità. Nella seconda parte del libro, Lucrezio affronta le origini della vita sulla terra: dal mondo vegetale, a quello animale, e infine all’uomo. Lucrezio racconta come l’uomo, da una condizione primitiva e selvaggia, abbia conquistato lentamente la civiltà tramite importanti invenzioni: il fuoco, le abitazioni; poi i primi utensili per procurarsi cibo; le prime istituzioni sociali, le leggi, il matrimonio.
– Tutto questo confutando man mano i tradizionali miti delle origini.