
📚 Perché il D.Lgs. 165/2001 è la chiave per superare i concorsi DS, DT e DSGA
13 Ottobre 2025Quando arriva il momento di scegliere il percorso scolastico, è normale sentirsi confusi e addirittura spaesati. Che si tratti della scuola superiore o di un istituto professionale, fare la scelta sbagliata può voler dire immettersi in un “percorso incompleto” che non fornisce le giuste credenziali per un futuro solido e sicuro.
Non sempre è questione di errori clamorosi: talvolta sono omissioni, superficialità o paure che sabotano il progetto sul nascere. Vediamo i principali rischi da evitare.
Il presente e il futuro
Un errore comune è quello di valutare solo l’immediato. Molti studenti preferiscono scegliere un indirizzo “comodo” sul momento, senza però valutare quali competenze permetta di sviluppare nel lungo periodo. Nel mondo dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie, questo dettaglio è sempre più importante.
Il consiglio è quindi quello di considerare il medio-lungo periodo:
- Quali sono le evoluzioni del mondo del lavoro?
- Voglio lavorare con le nuove tecnologie?
- Quali saranno le competenze richieste un domani?
Paradossalmente, oggi è più facile trovare lavoro con le telecamere di sicurezza panoramiche piuttosto che con le lettere classiche: è un elemento da tenere in considerazione. La società ha forse bisogno di sicurezza, ma non di menti formate nel solco della tradizione umanistica che caratterizza il nostro continente? O forse, di un connubio tra le due dimensioni?
Conosci davvero i tuoi talenti?
Scegliere un percorso scolastico significa puntare su quelle caratteristiche che ci rendono unici. Come dire: alcuni sono bravi nella matematica, altri sono lettori accaniti, altri ancora hanno doti di disegno che potrebbero essere sfruttate fin dal liceo in vista di un futuro nell’architettura.
Quando un grande disegnatore sceglie un indirizzo classico, può sentirsi fuori posto rispetto ai suoi compagni, finendo per sabotare sul nascere un progetto che aveva tutte le carte in regola per arrivare fino agli studi universitari.
Sapevi che la parola talento ha un’origine curiosa? La parola deriva dal latino talentum, che a sua volta viene dal greco antico tálanton, e indicava originariamente una unità di peso o di moneta, non una qualità personale. |
Uno degli errori più frequenti è appunto quello di trascurare (o non voler coltivare) i propri talenti; in un certo senso, di non dare peso a quello che è il proprio talento. Si finisce così per scegliere indirizzi “di prestigio”, senza chiedersi se ci si trovi a proprio agio con le materie richieste. Si rischia di iniziare un percorso malvolentieri, più per far felici gli altri che per seguire noi stessi.
Farsi guidare dagli altri
Questo errore si affianca spesso a un altro sbaglio comune: quello di affidarsi troppo a docenti, parenti, amici e genitori. Certo, i consigli dei più grandi sono sempre utili, ma non sono l’unico metro di paragone. Affidarsi esclusivamente ad agenti esterni significa non prendersi la responsabilità del proprio futuro.
Rimanere aperti al cambiamento
Il cambiamento può fare paura, è vero, ma è spesso uno dei principali motori dello sviluppo. Quando uno studente capisce di aver scelto un indirizzo sbagliato, deve avere il coraggio di parlare apertamente con i docenti e con i suoi genitori.
I genitori e i docenti, al contempo, devono capire che solo con il dialogo si può aiutare un adolescente a trovare la giusta strada: le urla e le costrizioni non portano da nessuna parte.
Cambiare in corso di studi può fare paura, ma è spesso l’unico modo per riparare un errore quando ancora si è in tempo per farlo.
Il luogo conta
Per finire, ricordiamo che non solo l’indirizzo, ma anche il luogo dove si studia è importante. Bisognerebbe sempre scegliere un liceo in cui ci si trova a proprio agio.
Conoscere il clima dell’istituto è quindi fondamentale: puoi informarti su internet, attraverso conoscenti e amici o recandoti agli open day qualora disponibili.
La scelta non dovrebbe essere però orientata solo in base al luogo o alla presenza di amici (quelli delle medie, per esempio) che frequentano lo stesso istituto. Prima le competenze, poi il comfort e infine la possibilità di rimanere aperti al cambiamento.