Filastrocca sull’anticiclone Cerbero
13 Luglio 2023Così risolviamo il mostro del sovraffollamento delle carceri
14 Luglio 2023Sono molti i giovani (e non solo) che con il passare del tempo maturano il desiderio di andare a lavorare per una organizzazione non governativa, vale a dire un’associazione senza fine di lucro che può avere una finalità scientifica, sociale o umanitaria. Dal momento che le candidature per le più importanti ONG sono aperte ogni anno, chi è interessato a seguire questa strada può darsi da fare quali sono le missioni umanitarie 2023 per le quali c’è bisogno di personale.
Volontari e professionisti
È comunque opportuno evitare confusione: un conto è essere impiegati in una onlus come volontari e un conto è assumere un vero e proprio ruolo professionale. Sia nel nostro Paese che nel resto del mondo ci sono un sacco di associazioni senza fini di lucro che desiderano trovare figure professionali per arricchire o completare il proprio organico: di conseguenza è utile conoscere i requisiti da soddisfare per superare le selezioni e inoltrare la propria candidatura avendo buone probabilità di essere scelti.
Quali sono i profili più richiesti
Le organizzazioni non governative come Medici Senza Frontiere che sono operative in varie parti del mondo hanno sempre la necessità di accogliere nuovi operatori umanitari in grado di offrire un contributo prezioso, in modo particolare per quel che concerne le missioni all’estero. Il riferimento è a professionisti in possesso di competenze relative a vari ambiti: ovviamente i medici (come i chirurghi, gli anestesisti, gli ostetrici e i ginecologi) e gli infermieri, ma non solo. Occorrono gli psicologici e gli educatori, così come gli agronomi, gli ingegneri idraulici, gli avvocati, gli addetti alla logistica, i falegnami, i muratori, i meccanici, i geometri, i ragionieri, i responsabili di progetti e i coordinatori.
I requisiti degli operatori umanitari
A prescindere dal ruolo professionale per cui si decide di candidarsi, il primo e più importante requisito è rappresentato, ovviamente, dalla disponibilità a partire, magari anche in tempi brevi, per poi assicurare nel Paese di destinazione un tempo di permanenza compreso fra i 6 e i 12 mesi. Ciò vale per la prima esperienza, mentre nel caso di missioni successive le tempistiche possono essere anche più lunghe. Le realtà che sono attive in contesti molto svantaggiati e che magari entrano in azione in presenza di emergenze – Medici Senza Frontiere è una di queste – a volte chiedono agli operatori umanitari di essere pronti a partire subito, o comunque con un preavviso minimo, a maggior ragione se si parla di infermieri o di medici.
La conoscenza della lingua inglese e le altre competenze
È fondamentale avere una conoscenza ottima della lingua inglese, ed è auspicabile saper parlare anche un’altra lingua, preferibilmente lo spagnolo, il portoghese, l’arabo o il francese. C’è poi un altro requisito importante: è apprezzabile l’aver già maturato un’esperienza di non meno di due anni nel ruolo professionale per il quale ci si sta candidando. È consigliabile avere una conoscenza diretta del Paese a cui si è destinati, o per aver viaggiato lì o, ancora meglio, per aver svolto volontariato. Per quanto riguarda le cosiddette soft skills, non si può prescindere da capacità di resistere allo stress e doti di adattamento; non meno preziosa è la predisposizione a lavorare in team e a vivere con altre persone.
Come funziona la selezione
Quasi sempre si chiede di fornire, insieme con la propria candidatura, il curriculum vitae – magari scritto anche in inglese e in francese – insieme con una lettera motivazionale. Nel caso in cui il profilo venga ritenuto di interesse, poi, si può essere contattati per sostenere un colloquio che servirà a valutare le doti e le competenze del candidato.