
L’articolo partitivo
5 Ottobre 2025Quel simbolo — il cancelletto ‘#’ — che oggi associamo immediatamente ai social network ha in realtà un’origine che affonda le radici in un passato lontanissimo, ben prima dell’avvento di Internet.
La sua storia è un viaggio sorprendente che parte dalle unità di misura romane e arriva ai movimenti sociali globali.
La parola stessa “hashtag” nasce dalla fusione di due parole inglesi “hash” (cancelletto) e “tag” (etichetta), come spiega Ingigni nel suo glossario del marketing.
Ma alle origini aveva un altro nome e un significato del tutto diverso. Scopriamolo insieme.
Le origini dell’hashtag
Le origini in epoca romana
Molto prima dei social, il segno che oggi chiamiamo “hashtag” affonda le radici nella libra, l’unità di peso usata nell’antica Roma.
Nei registri e nei conti di mercanti e amministrazioni, i copisti (gli amanuensi che ricopiavano testi e registri a mano) abbreviavano libra con lb, spesso tracciando una legatura (℔) che univa le due lettere.
La libra (o libra romana) corrispondeva a circa 327 grammi, anche se nel tempo e nei luoghi ci furono piccole variazioni. Fu una misura usatissima in ambito mercantile, contabile e (più tardi) anche nelle farmacopee medievali.
Un chiarimento utile per evitare equivoci: # non è il diesis musicale ♯. A occhio si nota che # ha tratti orizzontali e verticali, mentre il diesis ha linee inclinate; al computer sono due caratteri diversi (il primo è il “cancelletto”, il secondo il “diesis”), quindi cercarne o digitare uno non restituisce l’altro.
Con la pratica quella legatura si semplificò graficamente fino ad avvicinarsi al segno #.
L’abbreviazione “lb” — eredità della libra — sopravvive ancora oggi nella “pound” inglese.
L’arrivo sulle macchine da scrivere
Tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento il cancelletto “#” (number sign/pound sign) comparve sulle macchine da scrivere come simbolo utile a indicare numeri (e, nell’uso statunitense, anche la libbra di peso).
Già il manuale della Blickensderfer 5 (fine XIX secolo) lo cita come “number mark”, e il segno risulta presente su modelli come la Remington Standard nel 1886.
Con la diffusione delle tastiere commerciali il segno entrò stabilmente nei modelli più diffusi.
Alla fine degli anni ’60 e nei primissimi anni ’70 il cancelletto comparve anche sulle tastiere dei telefoni a toni (touch-tone). Il servizio Touch-Tone partì nel 1963 con tastiere a 10 tasti e nel 1968 arrivarono i modelli a 12 tasti con l’aggiunta di asterisco “*” e cancelletto “#” per abilitare funzioni e comandi avanzati.
Negli anni Sessanta in Bell Labs — i leggendari laboratori di ricerca di AT&T, patria di transistor, UNIX e del linguaggio C — si cercò un appellativo distintivo per il simbolo (anche per ridurre ambiguità terminologiche con altri “pound”, come la sterlina £, e con l’uso telefonico del termine “pound sign”).
Nacque così octothorpe. “Octo” per le otto estremità dei tratti incrociati; sul “thorpe” circolano più racconti tra cui quello che lo collegherebbe al campione di football e baseball Jim Thorpe. L’etimologia resta aperta, ma l’uso del termine all’interno dei Bell Labs è ben documentato.
Il ruolo determinante di IRC
Alla fine degli anni ’80 nacque IRC (Internet Relay Chat): agosto 1988, Finlandia. È la chat “di rete” che inaugura i grandi salotti pubblici del web.
Ben presto la comunità adottò il # davanti ai nomi dei canali per riconoscere le stanze “di rete”. La scelta fu poi ufficializzata nella RFC 1459 (1993), il documento tecnico che definisce il protocollo IRC che stabilì che i canali di rete iniziassero con # (quelli locali con &).
È così che il # diventa, di fatto, la targa dei luoghi di conversazione.
La svolta con Twitter
La svolta arrivò il 23 agosto 2007 quando Chris Messina, web marketing specialist ed ex alunno della Carnegie Mellon, propose in un tweet di usare il cancelletto per creare gruppi—il suo tweet includeva già “#barcamp”; due giorni dopo spiegò l’idea in un post sul blog — e, il 22 ottobre 2007, #SanDiegoFire divenne il primo uso davvero esteso per seguire l’emergenza degli incendi di San Diego.
Nel 2009 Twitter rese gli hashtag cliccabili, consolidando il meccanismo; in seguito anche altre piattaforme li adottarono, fra cui Facebook nel 2013.
Da allora gli hashtag sono diventati veicolo di campagne e movimenti globali, come #BlackLivesMatter (dal 2013) e #MeToo (coniato da Tarana Burke nel 2006 e divenuto virale su Twitter nel 2017).
International Hashtags Day
Per celebrare il potere di quell’idea semplice e potente, nel 2018 Twitter ha istituito ufficialmente la Giornata internazionale dell’hashtag proprio nel giorno dell’anniversario del primo tweet di Chris Messina, il 23 agosto.
In conclusione
Il termine “hashtag” è ormai entrato nei dizionari di tutto il mondo. In quasi vent’anni l’hashtag è passato da “trucco da power user” a infrastruttura culturale: catalizza conversazioni globali, attivismo e creatività ed è ormai voce di dizionario a pieno titolo.