
A noi Signore da’ il tuo amor, la tua verità
19 Luglio 2019
Attende domine
19 Luglio 2019Analisi, testo e accordi del canto “Miserere” di Adriana Mascagni
Analisi del testo
1. Un grido breve ma potentissimo
“Miserere, miserere, miserere.”
Il canto si apre – e si ripete – con questa parola latina, miserere, che significa “abbi pietà”. È il cuore del Salmo 50 (51), il salmo penitenziale per eccellenza, attribuito a Davide dopo il suo peccato. In una sola parola si concentrano il dolore, la vergogna, la fiducia e la speranza di essere perdonati.
Questa invocazione è ripetuta tre volte, come un respiro profondo. Non è teatralità: è urgenza del cuore. Quando ci si trova di fronte alla propria fragilità, spesso non servono grandi discorsi. Una sola parola basta. Miserere. Perché chi ama, non ha bisogno di troppe spiegazioni per perdonare.
2. Una confessione intima e sincera
“Davvero ho peccato solo contro Te, mio Dio
ed ho compiuto quello che ai Tuoi occhi è male.”
Questo passaggio – quasi letterale dal Salmo 50 – esprime qualcosa di difficile, ma essenziale: la responsabilità personale. Non si cercano scuse, non si attribuisce colpa agli altri o alle circostanze. L’anima che parla qui è consapevole, lucida, forse ferita, ma onesta.
La frase “solo contro Te” non nega le conseguenze concrete del peccato verso gli altri, ma sottolinea che ogni ferita inflitta nel mondo è, in fondo, anche un’offesa al cuore di Dio, perché colpisce la sua immagine riflessa negli altri esseri umani.
C’è un tono di dolce dolore, che non è disperazione, ma pentimento vero: non ci si lamenta delle conseguenze, si riconosce l’errore. Ed è proprio in questo riconoscimento che nasce la possibilità del perdono.
3. Un silenzio pieno di speranza
Dopo le parole, il canto ritorna ancora alla stessa invocazione:
“Miserere, miserere, miserere.”
Questo ritorno al silenzio – perché miserere è, in fondo, un grido che chiede risposta, non una spiegazione – ha il sapore della preghiera che si fida più di quanto capisce. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Si consegna il tutto al cuore misericordioso di Dio.
Conclusione
Il “Miserere” di Adriana Mascagni è un canto breve, scarno, essenziale – e proprio per questo potentissimo. Non cerca la bellezza del linguaggio, ma quella della verità. È un grido che può nascere nella solitudine, durante una liturgia penitenziale, in una notte difficile o davanti al crocifisso.
Non è il canto di chi si sente perduto, ma di chi ha capito di essere fragile eppure amato, colpevole eppure accolto. È un canto che non spiega Dio, ma lo implora, sapendo che la sua risposta sarà sempre più grande della nostra colpa.
Testo e accordi
Miserere di Adriana Mascagni
Miserere, miserere, miserere.
Davvero ho peccato solo contro Te, mio Dio
ed ho compiuto quello che ai Tuoi occhi è male.
Miserere, miserere, miserere.