
L’Innominato – Videocorso su I Promessi Sposi – 29elode.it
28 Dicembre 2019
La vita di Giuseppe Ungaretti un uomo – Lezioni di letteratura italiana del …
28 Dicembre 2019📘 Carlo Emilio Gadda e la guerra: il caos del mondo nella coscienza di uno scrittore
Parlare di Carlo Emilio Gadda significa immergersi in un universo linguistico torrenziale, nel quale il dolore, il disordine e l’intelligenza si intrecciano inestricabilmente. E proprio l’esperienza della guerra fu una delle ferite più profonde da cui germogliò la sua letteratura. Una ferita non solo fisica o storica, ma esistenziale, etica e persino stilistica.
1. La Grande Guerra e la formazione dello sguardo tragico
Gadda nasce a Milano nel 1893. È un ingegnere, uno studioso severo, ma con una sensibilità da poeta e una mente da scienziato inquieto. Allo scoppio della Prima guerra mondiale si arruola volontario come ufficiale negli Alpini. La sua esperienza al fronte, nella disastrosa spedizione sull’Altopiano di Asiago, sarà cruciale.
Nel 1917 suo fratello Enrico, pilota dell’aviazione, muore in volo: una tragedia personale che marchia per sempre il cuore di Carlo. La guerra gli appare come la manifestazione tangibile del caos, della violenza cieca dell’uomo e dell’impossibilità di mettere ordine nel mondo. Questo sentimento non lo abbandonerà mai.
2. Il dolore come chiave conoscitiva
La guerra non lo lascia solo devastato: lo mette di fronte a un paradosso. Gadda vede che l’uomo, pur essendo un essere razionale, non riesce a controllare l’irrazionalità della storia. I suoi romanzi e racconti saranno un continuo tentativo di spiegare l’inspiegabile: perché il mondo è così? perché il male? perché l’errore?
Come dirà in seguito, è nel momento di massima distruzione che ha percepito con forza l’assenza di un ordine superiore. Non c’è Dio che spieghi tutto. C’è solo la materia della vita, spesso grottesca, deforme, infelice, ma da raccontare con amore furente e ironia implacabile.
3. Dal fronte al laboratorio linguistico
L’opera in cui la guerra affiora con maggior forza è “Giornale di guerra e di prigionia”, pubblicata postuma nel 1955. Si tratta di un diario stilisticamente più sobrio rispetto alle sue opere maggiori, ma in cui si sente la tensione morale e filosofica del giovane ufficiale che si interroga sul senso della sofferenza. Più che cronaca, è un esercizio di dignità intellettuale nella tragedia.
Ma l’eco della guerra lo accompagna anche nei suoi capolavori successivi, come “La cognizione del dolore” o “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”. La sua scrittura si fa frammentaria, multilingue, densissima, come se solo così si potesse rappresentare la realtà lacerata che ha vissuto in trincea.
4. Il caos come veritÃ
Per Gadda, la guerra è la manifestazione estrema del “pasticciaccio” della realtà : un mondo che non si lascia riassumere in formule semplici o morali preconfezionate. Da ingegnere, avrebbe voluto calcolare e sistemare; da scrittore, ha invece abbracciato il disordine, riconoscendolo come parte costitutiva dell’essere umano.
Perché parlarne oggi?
Gadda ci insegna che la letteratura non deve necessariamente consolare: può anche scuotere, disturbare, denunciare, come ha fatto lui con la sua lingua in fiamme e i suoi romanzi-mondo. La guerra gli ha aperto gli occhi su una verità crudele: non esiste ordine perfetto nel mondo umano, ma lo scrittore può comunque cercare di comprendere e raccontare quel caos.
Con lucidità . Con dolore. Con ironia.
ista, introspettiva e ironica, strumenti che avrebbero influenzato generazioni successive, da Montale a Saba e oltre.
📚 Un corso per preparare l’esame di maturità di italiano
Questo breve video è solo un estratto di una videolezione molto più ampia, disponibile in versione integrale (oltre cinque volte più lunga) all’interno del corso sulla Letteratura del novecento su 29elode.
📚 Il corso può essere acquistato anche solo per un mese, a prezzo ridotto, ed è accessibile con Carta del Docente e 18app.
👉 Scopri tutti i contenuti e inizia la tua preparazione su www.29elode.it