
Gustate e vedete com’è buono il Signore
28 Dicembre 2019
O Signore tu mi scruti e mi conosci
28 Dicembre 2019🍞 Analisi e riflessione: “Dove troveremo il pane” – La grazia che nasce dal nulla
Il canto “Dove troveremo il pane”, attribuito a Pianori, è molto più di una semplice canzone per gruppi giovanili o incontri di formazione. È una meditazione teologica sull’essenza della fede, della donazione e della provvidenza divina, ispirata al miracolo dei cinque pani e due pesci (Mc 6,30-44; Gv 6,1-14).
Con una struttura ripetitiva e un ritornello che diventa progressivamente una risposta, il canto conduce l’ascoltatore attraverso un cammino di umiltà, autocoscienza e fiducia.
Non si tratta di un inno di entusiasmo superficiale, ma di una preghiera che smonta le illusioni per far spazio alla vera offerta: quella che nasce dal riconoscimento del proprio vuoto.
1. “Dove troveremo il pane… se non abbiamo niente?” – la domanda dell’umanità
Il ritornello si apre con una domanda universale:
“Dove troveremo tutto il pane per sfamare tanta gente? / Se non abbiamo niente?”
Non è una domanda tecnica, né economica: è esistenziale.
È la domanda di ogni uomo di fronte al bisogno altrui:
il povero,
l’affamato,
il malato,
il solo.
È la domanda dei discepoli a Gesù: “Mandali via, perché ognuno vada a comprare da mangiare” (Mc 6,36).
Ma Gesù ribalta tutto: “Date voi loro da mangiare” (Mc 6,37).
E la risposta sembra impossibile:
“Non abbiamo che cinque pani e due pesci.”
È il grido di ogni cuore sincero:
“Non basta mai.”
Eppure, la domanda non rimane senza risposta.
2. “Io possiedo solo cinque pani… io non possiedo niente” – la povertà come verità
La prima strofa riprende il racconto evangelico:
“Io possiedo solo cinque pani, / io possiedo solo due pesci, / io possiedo un soldo soltanto, / io non possiedo niente.”
Ma non si ferma al pane: scende nel simbolico, nel personale.
Il “cinque pani e due pesci” non è solo il miracolo:
è ciò che ognuno ha,
il suo piccolo,
il suo insufficiente.
E il canto lo ripete:
non con orgoglio,
ma con lucidità:
“Io non possiedo niente.”
Non è una bestemmia,
né un atteggiamento depressivo.
È verità spirituale:
quando ci confrontiamo con il bisogno del mondo,
tutto ciò che abbiamo sembra nulla.
3. “Io so suonare la chitarra… io non so fare niente” – il valore delle nostre capacità
La seconda strofa sposta il discorso dalle risorse materiali a quelle personali:
“Io so suonare la chitarra, / io so dipingere e fare poesie, / io so scrivere e penso molto, / io non so fare niente.”
È un paradosso apparente:
riconosciamo talenti, doni, abilità…
eppure diciamo: “io non so fare niente”.
Perché?
Perché il dono non è nella capacità, ma nella consegna.
Saper fare non basta:
bisogna offrire.
E quando offriamo,
non è il nostro talento a nutrire,
ma la grazia di Dio che passa attraverso di noi.
Così, anche il più grande artista,
il più intelligente,
il più creativo,
dice:
“Senza di Te, non posso far nulla” (Gv 15,5).
4. “Io sono un tipo molto bello… io non sono niente” – l’illusione dell’identità
La terza strofa va ancora più in profondità:
“Io sono un tipo molto bello, / io sono intelligente, / io sono molto furbo, / io non sono niente.”
Qui si smonta l’idolatria del sé:
bellezza, intelligenza, successo, astuzia.
Tutti segni di valore nel mondo.
Ma davanti a Dio,
davanti al bisogno reale dell’uomo,
questi non nutrono.
Non salvano.
Non trasformano.
E il canto dice con forza:
“Io non sono niente.”
Non come annientamento,
ma come atto di liberazione.
Quando smetto di credere di essere io la soluzione,
allora posso diventare strumento.
Perché Dio non usa i superuomini:
usa i piccoli,
i poveri,
i vuoti.
5. “Dio ci ha donato tutto il pane… anche se non abbiamo niente” – la risposta della fede
L’ultima strofa è la svolta teologica, la rivelazione:
“Dio ci ha donato tutto il pane / anche se non abbiamo niente.”
Non è più una domanda:
è una proclamazione di fede.
Il pane non viene da noi,
ma da Lui.
E lo dona attraverso di noi,
proprio quando riconosciamo il nostro nulla.
È il mistero del miracolo:
i pani si moltiplicano nelle mani di Gesù,
non nelle mani dei discepoli.
Ma Gesù ha bisogno delle loro mani.
Così anche oggi:
Dio ha il pane,
ma cerca chi lo offra,
chi lo spezzi,
chi lo distribuisca.
E lo cerca non tra i ricchi,
ma tra i poveri in spirito,
tra quelli che dicono:
“Signore, prendi ciò che ho:
è poco,
è nulla…
ma è tuo.”
✝️ Conclusione: il pane che nasce dal dono
“Dove troveremo il pane” è un canto che cambia il paradigma della fede.
Non ci chiede di essere grandi,
né di risolvere i problemi del mondo.
Ci chiede solo di portare ciò che abbiamo,
di metterlo nelle mani di Gesù,
e di fidarci.
Perché il miracolo non è nella quantità,
ma nella consegna.
Non è nel talento,
ma nell’ umiltà.
Non è nel successo,
ma nella fede.
E alla fine,
scopriamo che:
il pane c’era già.
Non mancava il cibo,
ma la fede di offrirlo.
E quando lo diamo,
Dio lo moltiplica.
E tutti sono sazi.
E rimangono dodici canestri di avanzo –
segno che la grazia di Dio non finisce mai.
Prendete, questo è il mio corpo,
dato per voi.
E anche tu,
piccolo con il tuo pane,
sei parte del miracolo.
📖 🎶 Testo e accordi
Dove troveremo il pane
(Pianori)
(do do do re mi do fa mi re re)
RIT.
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL
Dove troveremo tutto il pane per sfamare tanta gente?
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL DO
Dove troveremo tutto il pane se non abbiamo niente?
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL
Io possiedo solo cinque pani, io possiedo solo due pesci,
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL DO
io possiedo un soldo soltanto, io non possiedo niente.
RIT.
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL
Dove troveremo tutto il pane per sfamare tanta gente?
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL DO
Dove troveremo tutto il pane se non abbiamo niente?
DO LAm REm SOL DO Lam REm SOL
Io so suonare la chitarra, io so dipingere e fare poesie,
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL DO
io so scrivere e penso molto, io non so fare niente.
RIT.
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL
Dove troveremo tutto il pane per sfamare tanta gente?
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL DO
Dove troveremo tutto il pane se non abbiamo niente?
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL
Io sono un tipo molto bello, io sono intelligente,
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL DO
io sono molto furbo, io non sono niente.
RIT. FINALE
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL
Dio ci ha donato tutto il pane per sfamare tanta gente.
DO LAm REm SOL DO LAm REm SOL DO
Dio ci ha dato tutto il pane anche se non abbiamo niente.