
Gustate e vedete com’è buono il Signore
28 Dicembre 2019
O Signore tu mi scruti e mi conosci
28 Dicembre 2019🌿 Analisi e riflessione: “Il Signore è il mio pastore” – Il Dio che cammina con noi
Il canto “Il Signore è il mio pastore”, ispirato al Salmo 23 – uno dei salmi più amati e conosciuti dell’intera Scrittura – è molto più di una semplice parafrasi liturgica. È una preghiera di fiducia totale, un cammino spirituale che si snoda attraverso immagini di pace, protezione, abbondanza e presenza. Con una melodia semplice e avvolgente, questo canto accompagna l’ascoltatore in un percorso che va dal riposo alla prova, dal timore alla certezza, dal cammino terreno alla dimora eterna.
Non è un inno di trionfo, né una preghiera di supplica disperata: è un canto di abbandono fiducioso, in cui l’anima dice a Dio: “Tu sei con me. E basta.”
1. “Il Signore è il mio pastore” – l’immagine fondante della fede
“Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca.”
Questa frase iniziale non è solo una professione di fede: è un atto di consegna.
Il pastore non è un simbolo astratto: è colui che guida, nutre, protegge, conosce per nome ogni pecora del suo gregge.
Nel mondo biblico, il pastore non era una figura di potere, ma di servizio umile e costante.
Camminava davanti,
scaldava le acque,
cercava la pecora perduta,
difendeva dai lupi.
E dire “è il mio pastore” significa riconoscere:
Non devo trovare la strada da solo.
Non devo procurarmi il cibo.
Non devo difendermi.
C’è Lui.
E proprio perché Lui è il pastore,
“Nulla mi manca.”
Non perché non ci sia bisogno,
ma perché la sua presenza è abbondanza.
2. “In verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque” – il riposo della fede
L’immagine è quella della cura attenta di Dio:
non un Dio lontano,
ma uno che sa di cosa abbiamo bisogno.
I “verdissimi prati” non sono solo bellezza:
sono nutrimento,
luogo di rigenerazione.
E le “placide acque” non sono fiumi impetuosi,
ma acque tranquille,
dove la pecora può bere senza paura di essere travolta.
È il Dio che non ci mette alla prova oltre il limite,
che non ci spinge nel caos,
ma ci guida dove possiamo respirare,
dove l’anima si ristora.
E subito dopo:
“Ristoro l’anima mia”
Perché il bisogno più profondo non è il pane,
ma la vita interiore,
la pace del cuore,
la guarigione delle ferite.
3. “Per sentieri diritti mi guida per amore del Santo suo nome” – la rettitudine del cammino
“Mi guida per sentieri diritti”
Non per vie facili,
né per scorciatoie,
ma per sentieri diritti –
cioè veri,
fedeli,
giusti.
E non per merito nostro,
ma “per amore del Santo suo nome”.
Dio ci guida non perché siamo perfetti,
ma perché Lui è fedele al suo nome,
al suo patto,
alla sua santità.
E la nostra vita è parte della sua gloria:
quando camminiamo con Lui,
il mondo vede che Dio è buono,
che la sua via è vita.
4. “Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male” – la fede nel buio
La svolta del salmo – e del canto – è qui:
“Pur se andassi per valle oscura…”
Non “se dovessi”,
ma “se andassi”:
riconosce che il buio fa parte del cammino.
Non è un errore,
non è una punizione,
ma una stagione necessaria.
Eppure:
“Non avrò a temere alcun male.”
Perché?
Non perché il pericolo non c’è,
ma perché:
“Perché sempre mi sei vicino.”
Non “forse”,
non “a volte”,
ma sempre.
Dio non illumina la valle con un faro,
ma cammina dentro il buio con noi.
E la sua presenza è sufficiente.
Anche senza vedere,
anche senza capire,
sappiamo:
Non sono solo.
E “mi sostieni col tuo vincastro”:
il vincastro non è un’arma,
ma uno strumento di guida,
di correzione,
di protezione.
È il segno che il pastore non ci lascia vagare,
ma ci tiene vicini a sé.
5. “Quale mensa per me tu prepari sotto gli occhi dei miei nemici” – la vittoria nella presenza
Questa immagine è sconvolgente:
“Quale mensa per me tu prepari / sotto gli occhi dei miei nemici!”
Mentre i nemici guardano,
mentre il male osserva,
Dio allestisce una festa.
Non una fuga,
non una vendetta,
ma un banchetto.
È il trionfo della grazia:
Dio non solo ci salva,
ma ci onora,
ci unge con olio – segno di festa, di regalità, di consacrazione –
e ci offre un calice colmo di ebbrezza,
cioè di gioia, di pienezza, di festa spirituale.
E il nemico non può impedirla:
è costretto a vedere
che il suo potere è finito.
6. “Bontà e grazia mi sono compagne quanto dura il mio cammino” – la fedeltà quotidiana
“Bontà e grazia mi sono compagne”
Non sono forze astratte,
ma presenze vive,
che camminano con noi,
come amiche fedeli.
La “bontà” è l’amore concreto,
la “grazia” è il dono gratuito.
E insieme,
non ci abbandonano mai.
E il canto non si ferma alla vita:
“Io starò nella casa di Dio / lungo tutto il migrare dei giorni.”
“Migrare” richiama l’immagine del pellegrino,
del profeta,
del popolo in cammino.
La vita non è una dimora fissa,
ma un viaggio.
Eppure,
già ora,
già in questo cammino,
possiamo abitare nella casa del Signore –
non come visitatori,
ma come figli.
Perché la casa di Dio non è solo il Cielo:
è la sua presenza,
che ci accoglie
anche nel deserto.
✝️ Conclusione: un canto per chi cammina
“Il Signore è il mio pastore” non è un canto per chi ha già raggiunto la vetta.
È per chi è in cammino,
per chi ha fame,
sete,
paura,
stanchezza.
E dice:
Dio non ti chiede di essere forte.
Ti chiede di seguirlo.
E mentre cammini,
ti pasce,
ti disseta,
ti protegge,
ti unge,
ti prepara la mensa,
ti accompagna.
E alla fine,
non sarai tu a entrare nella sua casa:
sarà Lui
che ti ha portato fin lì,
passo dopo passo,
con la mano nella tua,
nella valle,
sul prato,
nell’acqua,
nella luce.
Il Signore è il mio pastore.
E con Lui,
non mancherà mai nulla.
🎶 Testo e accordi
(si do re re re mi mi fa# re re)
SOL DO SOL ↓ MIm LAm RE SOL DO SOL
Il Signore è il mio pastore Nulla manca ad ogni attesa,
SOL SIm DO SOL RE SOL DO RE SOL
in verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque.
SOL DO SOL
- E il ristoro dell’anima mia, `
↓ MIm LAm RE SOL DO SOL
in sentieri diritti mi guida
SOL SIm DO SOL RE SOL
per amore del Santo suo nome,
DO RE SOL
dietro lui mi sento sicuro.
SOL DO SOL ↓ MIm LAm RE SOL DO SOL
- Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male: `
SOL SIm DO SOL RE SOL DO RE SOL
perché sempre mi sei vicino, ´ mi sostieni col tuo vincastro.
SOL DO SOL
- Quale mensa per me tu prepari
↓ MIm LAm RE SOL DO SOL
sotto gli occhi dei miei nemici!
SOL SIm DO SOL RE SOL
E di olio mi ungi il capo:
DO RE SOL
il mio calice è colmo di ebbrezza! `
SOL DO SOL ↓ MIm LAm RE SOL DO SOL
- Bontà e grazia mi sono compagne `quanto dura il mio cammino;
SOL SIm DO SOL RE SOL DO RE SOL
io staro nella casa di Dio ` lungo tutto il migrare dei giorni.