
O popoli del mondo date lode al Signore salmo responsoriale 99
28 Dicembre 2019
Lode a te o Cristo re di eterna gloria in RE Minore
28 Dicembre 2019🙏 Analisi e riflessione: “Offertorio – Stasera sono a mani vuote” – L’offerta del cuore spezzato
Il canto “Stasera sono a mani vuote” è uno dei testi più umani, sinceri e teologicamente profondi del repertorio liturgico contemporaneo.
Non è un inno di lode trionfale, né una dichiarazione di fede eroica. È una preghiera di offertorio che nasce dal silenzio del cuore, dal riconoscimento della propria povertà: non materiale, ma spirituale, morale, esistenziale.
“Stasera sono a mani vuote, o Dio”
Questa frase non esprime solo un vuoto, ma un atto di verità.
Non finge di avere ciò che non si ha.
Non offre meriti, successi, opere buone.
Offre soltanto ciò che c’è:
il vuoto stesso,
l’amarezza,
il peccato.
E in questo gesto, si rivela il cuore autentico dell’offertorio eucaristico:
non ciò che si dà a Dio,
ma ciò che si riceve da Lui.
1. “A mani vuote” – la povertà come condizione per ricevere
Il canto inizia con una confessione disarmante:
“Stasera sono a mani vuote”
Nella logica del mondo, le mani vuote sono segno di fallimento.
Ma nella logica del Vangelo, sono l’unica condizione per ricevere.
Gesù ha detto: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli” (Mt 5,3).
E il povero in spirito è proprio colui che non si illude di essere ricco,
che non si nasconde dietro le apparenze,
che non offre a Dio le proprie opere come merce di scambio.
Qui, l’offerta non è un dono,
ma un riconoscimento:
“Non ho nulla… tranne questo dolore, questo senso di colpa, questa fragilità.”
E proprio questo viene posto sull’altare.
2. “Solo l’amarezza, solo il mio peccato” – il peccato come dono di conversione
La strofa più coraggiosa del canto è questa:
“Solo l’amarezza, solo il mio peccato”
Non è una bestemmia,
ma una verità spirituale:
quando non abbiamo nulla da offrire,
il nostro peccato – riconosciuto, sentito, portato –
diventa materia di grazia.
Nella tradizione spirituale, il peccato confessato non è solo perdonato:
è trasformato.
Non è più catena,
ma occasione di misericordia.
Non è più vergogna,
ma punto di partenza per la riconciliazione.
E così, il peccato, offerto con sincerità,
diventa l’unico vero dono che possiamo fare:
il dono della nostra umanità ferita,
che si affida alla misericordia.
3. “Sono l’offerta di stasera” – il sacrificio gradito a Dio
“Son questi i miei poveri doni”
Il canto non cerca giustificazioni.
Non dice: “Ma ho fatto del bene”,
né: “Ma sono migliore di altri”.
Dice: “Questo sono. Questo offro.”
E in questo, ripete il gesto della vedova povera che mise due monetine nel tesoro del tempio (Mc 12,41-44).
Gesù non elogiò la quantità,
ma la totalità del dono.
Così qui:
l’offerta non è valutata per ciò che è,
ma per chi si dona.
E chi si dona è uno che non ha più nulla da nascondere,
e per questo, può finalmente ricevere tutto.
4. “Poi la speranza, poi la certezza” – il perdono come dono che precede
La svolta del canto è nell’ultima strofa:
“Poi la speranza, poi la certezza / poi la speranza del tuo perdono”
Non è un’offerta condizionata:
“Se mi perdoni, allora ti do qualcosa”.
È il contrario:
prima viene il perdono,
poi nasce la speranza,
poi la certezza.
E la certezza è questa:
Dio non aspetta che siamo puri per amarci.
Ci ama per farci puri.
Il perdono non è il premio per chi ha smesso di peccare,
ma la sorgente da cui nasce la conversione.
E così, mentre offriamo il nostro peccato,
già sappiamo – con speranza, con certezza –
che il perdono è già in cammino.
✝️ Conclusione: un offertorio che cambia il senso del sacrificio
“Stasera sono a mani vuote” non è un canto di disperazione,
ma di fiducia radicale.
Esso ci ricorda che:
- L’offertorio non è un momento per mostrare ciò che abbiamo fatto,
ma per riconoscere ciò che siamo. - Non si tratta di dare a Dio qualcosa che Gli manca,
ma di accogliere ciò che Lui ci dona. - Il dono più grande che possiamo offrire
non è la nostra santità,
ma la nostra povertà.
E in quel momento,
le mani vuote non sono più segno di mancanza,
ma di apertura.
E sull’altare,
il nostro peccato si trasforma
nel pane spezzato:
Corpo di Cristo,
mangiato per i peccatori.
“Prendete e mangiate: questo è il mio corpo,
dato per voi.”
E noi, a mani vuote,
rispondiamo:
“Grazie, o Dio.
Prendi anche me.”
📚 Risorse utili
Puoi ascoltare una versione di questo canto su .
📖 Testo e accordi
Offertorio – Stasera sono a mani vuote
(la la si la fa# mi re si re si la)
RE SOL RE
Stasera sono a mani vuote o Dio,
RE SOL RE
niente ti posso regalare o Dio
SOLm RE SOLm RE
solo l’amarezza, solo il mio peccato
SOLm RE MI7 LA
solo l’amarezza e il mio peccato o Dio.
RE SOL RE
Son questi i miei poveri doni o Dio
RE SOL RE
sono l’offerta di stasera o Dio
SOLm RE SOLm RE
poi la speranza, poi la certezza
SOLm RE MI7 LA
poi la speranza del tuo perdono o Dio, o Dio
🎤🎧 Salmi responsoriali