
Gloria
28 Dicembre 2019
Ma perché di Claudio Chieffo
28 Dicembre 2019💔 Analisi e riflessione (con testo e accordi) sulla “Ballata dell’amore vero”: il desiderio di amare come Dio ama
Il canto “Ballata dell’amore vero” di Claudio Chieffo, qui proposto in una tonalità abbassata (originariamente in Do maggiore, ora in La minore), è uno dei testi più lirici, umani e spiritualmente profondi della musica cristiana italiana del Novecento. Non è un inno di lode né una proclamazione di fede, ma una preghiera intima, quasi un confessione poetica, che esprime il desiderio struggente di amare come Dio ama – e al tempo stesso il dolore di non riuscirci.
Con una semplicità disarmante, Chieffo racconta il contrasto tra l’amore umano – fragile, limitato, bisognoso – e l’amore divino – immenso, fedele, incondizionato.
1. “Io vorrei volerti bene come ti ama Dio” – il sogno impossibile
Il canto si apre con un desiderio umile e grandioso insieme:
“Io vorrei volerti bene come ti ama Dio”
Non è una dichiarazione d’amore romantico,
né un impegno morale.
È un anelito spirituale, quasi un sospiro:
“Vorrei”, non “Io ti amo così”.
Riconosce subito il divario tra il desiderio del cuore e la realtà della propria debolezza.
Eppure, il modello è chiaro: Dio.
Non un’idea di amore,
non un ideale,
ma l’amore di Dio stesso – che è passione, forza, fedeltà.
Ma subito dopo:
“…che non ho io”
Una frase breve, ma devastante.
È un’autocoscienza dolorosa:
so cosa significa amare veramente,
ma non ne sono capace.
2. L’amore umano: piccolo come un bambino, fragile come un fiore
La seconda parte del canto descrive con immagini poetiche e toccanti la condizione dell’amore umano:
“Mentre l’amore mio è piccolo come un bambino, / solo senza la madre, / sperduto in un giardino.”
L’immagine del bambino sperduto è potentissima:
non è cattivo, non è falso,
ma vulnerabile, bisognoso, impotente.
Ha bisogno di essere accolto, nutrito, protetto.
E subito dopo:
“Fragile come un fiore, / ha sete della pioggia, / muore se non c’è il sole.”
Il fiore non può amare con forza:
vive solo se riceve.
La sua esistenza dipende da ciò che viene dall’esterno – la pioggia, il sole:
simboli della grazia, della tenerezza, della presenza di Dio.
Senza di esse, muore.
Ecco la verità nuda:
l’amore umano, per quanto sincero, non basta a se stesso.
3. Il passaggio dal “vorrei” al “ti voglio bene” – la grazia che trasforma
La terza strofa segna una svolta decisiva:
“Io ti voglio bene e ne ringrazio Dio”
Non è più un desiderio impossibile,
ma un atto reale di amore,
riconosciuto come dono, non come conquista.
E il ringraziamento è rivolto a Dio, perché:
“Che mi da la tenerezza, / che mi da la forza, / che mi da la libertà che non ho io.”
Qui si rivela il cuore del messaggio cristiano:
l’amore vero non nasce dalla volontà umana,
ma dalla grazia.
Non si tratta di diventare migliori con lo sforzo,
ma di ricevere ciò che non si possiede.
La tenerezza, la forza, la libertà – qualità dell’amore divino –
ci sono date, infuse, comunicate.
E così, amare non è più un’impossibile aspirazione,
ma una risposta riconoscente a Colui che ama per primo.
4. L’amore come partecipazione alla vita di Dio
Questo canto non parla di un amore sentimentale, né di un impegno etico.
Parla di teologia dell’amore:
l’amore umano non è fine a se stesso,
ma partecipazione all’amore trinitario.
Dio non è amore come noi lo intendiamo:
Dio è Amore (1 Gv 4,8).
E quando amiamo veramente,
non è “noi” che amiamo:
è Dio che ama in noi.
Ecco perché possiamo dire:
“Io ti voglio bene… grazie a Lui.”
L’amore vero non è un sentimento che nasce dal cuore,
ma una grazia che discende dal cielo
e si fa carne in gesti concreti:
tenerezza, fedeltà, pazienza, perdono.
✝️ Conclusione: una ballata per chi ama e soffre
“Ballata dell’amore vero” è un canto per chi ama davvero –
e quindi soffre,
perché ama con un cuore ferito,
con una storia segnata dal limite.
Ma è anche un canto di speranza:
perché anche se il nostro amore è piccolo,
Dio lo prende,
lo purifica,
lo alimenta,
lo rende capace di durare.
E alla fine, non siamo noi a salvare l’amore:
è l’Amore che salva noi.
Io vorrei…
Ma Tu mi dai.
E così, posso dire:
“Io ti voglio bene.”
🎶 Testo e accordi
Ballata dell’amore vero
Ballata dell’amore vero di Claudio Chieffo (abbassata di 3 semitoni)
si do# re mi fa# sol fa# si
SIm FA# SIm SIm FA# SIm
SIm FA# SIm
Io vorrei volerti bene
SIm LA RE
come ti ama Dio,
LA SIm
con la stessa passione,
LA SIm
con la stessa forza,
LA RE FA# SIm
con la stessa fedeltà che non ho io.
SIm SI+ MIm ↓ (SOL)
Mentre l’amore mio
LA RE FA#+
è piccolo come un bambino,
SIm SI+ MIm
solo senza la madre,
LA FA#m SIm
sperduto in un giardino.
SIm FA# SIm
Io vorrei volerti bene
SIm LA RE
come ti ama Dio,
LA SIm
con la stessa tenerezza,
LA SIm
con la stessa fede,
LA RE FA# SIm
con la stessa libertà che non ho io.
SIm SI+ MIm ↓ (SOL)
Mentre l’amore mio
LA RE FA#+
è fragile come un fiore,
SIm SI+ MIm
ha sete della pioggia,
LA FA#m SIm
muore se non c’è il sole.
SIm FA# SIm
Io ti voglio bene
SIm LA RE
e ne ringrazio Dio,
LA SIm
che mi da la tenerezza,
LA SIm
che mi da la forza,
LA SIm FA# SIm
che mi da la libertà che non ho io.
Ballata dell’amore vero (tonalità originale)