
Adeste fideles
28 Dicembre 2019
Popoli tutti lodate il Signore
28 Dicembre 2019🎶 Analisi e riflessione del canto “Terra tutta, da’ lode a Dio”, con uno sguardo profondo al suo significato biblico, teologico e spirituale.
🌍 Analisi e riflessione: “Terra tutta, da’ lode a Dio” – Il canto dell’umanità redenta
“Terra tutta, da’ lode a Dio” è un inno di lode universale, semplice nella forma ma immenso nel respiro. Con poche parole e un ritornello incisivo, convoca tutta la creazione a un atto solenne: lodare il Signore. Non è una preghiera personale né un canto penitenziale: è un invito alla festa cosmica, un’acclamazione che risuona come un’onda che parte dal cuore dell’uomo e si allarga fino ai confini del mondo.
Il titolo stesso – “Terra tutta” – non è retorico: è un comando universale. Non solo i credenti, non solo il popolo eletto, ma tutta la terra, ogni creatura, ogni angolo del creato è chiamato a innalzare la lode a Dio.
È un’eco dei salmi, in particolare del Salmo 100 (“Acclamate al Signore, terra intera”), ma anche del Salmo 150, che chiude il libro dei Salmi con un crescendo di lode: “Ogni respiro lodi il Signore”.
1. “Terra tutta, da’ lode a Dio” – la chiamata universale
Il ritornello è un imperativo gioioso:
“Terra tutta, da’ lode a Dio, canta il tuo Signor!”
Non è una richiesta, ma un ordine festoso.
Come se il creato stesso fosse stato a lungo in silenzio, oppresso dal peccato, dal dolore, dall’oblio di Dio, e ora fosse risvegliato alla sua vocazione originaria: lodare.
La terra non è solo il pianeta, ma l’umanità, la storia, la vita.
E la sua risposta a Dio non può essere il silenzio, ma la lode.
E questa lode non è un atto religioso formale: è riconoscimento di dipendenza, è gratitudine per l’esistenza, è gioia per essere amati.
2. “Servite Dio nell’allegrezza” – la gioia come forma di culto
“Servite Dio nell’allegrezza, cantate tutti: grande è il Signore”
Questa frase richiama direttamente il Salmo 100,2:
“Servite il Signore con gioia, venite a lui con esultanza”.
Qui, il servizio (culto, adorazione) non è fatica, né dovere pesante: è allegrezza.
Il rapporto con Dio non nasce dal timore, ma dall’amore riconoscente.
E la gioia non è un optional: è la forma autentica del culto.
Perché chi conosce Dio, chi sa di essere amato, non può che esultare.
E il canto esplode in un’unica verità:
“Grande è il Signore!”
Non “grande tra i signori”, ma il Grande, l’Unico, Colui che supera ogni misura.
3. “Il Signore è nostro Dio: lui ci ha creati, noi siamo suoi”
Questa strofa è un atto di fede fondamentale:
riconoscere che Dio è il Creatore e noi siamo creatura.
“Lui ci ha creati, noi siamo suoi”
Non siamo casuali, né autori di noi stessi.
Siamo doni, progetti d’amore, chiamati all’esistenza da una Parola.
E il fatto che siamo “suoi” non è una perdita di libertà, ma la condizione della vera libertà.
Solo chi appartiene a Dio è veramente libero:
libero dal dominio del male,
dalla schiavitù del peccato,
dall’angoscia del nulla.
Essere “suo” è la nostra identità più profonda.
4. “Noi siamo il gregge che egli pasce” – l’immagine del pastore
“Noi siamo il gregge che egli pasce; popolo suo: gloria al Signor!”
Questa immagine è cara alla Bibbia:
Dio è il Pastore (Salmo 23),
il popolo è il gregge.
Non è un rapporto di potere, ma di cura, protezione, provvidenza.
Il pastore non domina il gregge: lo guida, lo nutre, lo difende, lo conosce per nome.
E il gregge non è massa indistinta: è popolo, cioè comunità chiamata a una storia, a una vocazione, a una testimonianza.
E la risposta a tanta cura non può che essere:
“Gloria al Signor!”
Non per ciò che fa, ma per Chi è.
5. “Gloria al Signore, gloria al Figlio, gloria allo Spirito” – la lode trinitaria
L’ultima strofa eleva il canto a un livello teologico più alto:
la lode non è rivolta a un Dio astratto, ma al Dio Uno e Trino.
“Gloria al Signore, gloria al Figlio, gloria allo Spirito: lode al Signor!”
È un’anticipazione del Gloria in excelsis Deo, ma in forma popolare e diretta.
Riconosce che:
- Il Padre è il Creatore, il Signore della storia;
- Il Figlio è il Salvatore, il Verbo fatto carne;
- Lo Spirito Santo è la presenza vivificante in mezzo a noi.
E la lode non si divide: si unisce in un’unica acclamazione.
Perché la Trinità non è un mistero lontano:
è la fonte della vita, la comunione d’amore che ci chiama a partecipare alla sua vita.
✝️ Conclusione: un canto che fa danzare la terra
“Terra tutta, da’ lode a Dio” non è un inno solenne o misterioso.
È un canto popolare, semplice, ripetitivo, e proprio per questo potentissimo.
Perché non chiede competenze teologiche,
non richiede voci perfette,
non esige cerimonie.
Chiede solo un cuore che riconosca Dio come Signore
e risponda con gioia.
E alla fine, non siamo più soli a cantare:
con noi canta il cielo,
con noi danza la terra,
con noi esulta il gregge redento.
E il mondo intero, per un istante,
si ricorda del suo scopo:
Lodare Colui che lo ha creato,
che lo guida,
che lo salva,
che lo ama.
Gloria al Signor!
🎶 Testo e accordi
Terra tutta, da’ lode a Dio
( sol la si si si la sol mi mi la la sol fa# sol)
RIT.
SOL MIm DO LAm RE SOL
Ter – ra tutta, da’ lode a Dio, canta il tuo Signor!
- SOL SIm Mim Sim
Servite Dio nell’alle – grezza
MIm LAm DO RE
Cantate tutti: grande è il Signore
- SOL SIm Mim Sim
Sì, il Si – gnore è nostro Dio:
MIm LAm DO RE
lui ci ha creati, noi siamo suoi.
- SOL SIm Mim Sim
Noi siamo il gregge che egli pasce;
MIm LAm DO RE
Popolo suo: gloria al Signor!
- SOL SIm Mim Sim
Gloria al Si – gnore, gloria al Figlio
MIm LAm DO RE
Gloria allo Spirito: lode al Signor!