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28 Dicembre 2019
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28 Dicembre 2019L’Ex Jugoslavia: la geografia, la storia e le guerre che ne hanno segnato la fine
La Jugoslavia (letteralmente “Terra degli Slavi del Sud”) fu uno stato complesso e multietnico esistito nel XX secolo nei Balcani occidentali. La sua storia è un affascinante ma tragico intreccio di popoli, culture, religioni e ideologie, culminato nella sua violenta dissoluzione negli anni ’90. Comprendere la geografia e la storia dei suoi stati successori – Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord e Kosovo – è fondamentale per cogliere le dinamiche che hanno portato ai conflitti e alla ridefinizione della mappa balcanica.
1. Breve Storia della Jugoslavia
La Jugoslavia nacque dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1918, come Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, unendo diverse popolazioni slave del sud che erano state sotto il dominio ottomano e austro-ungarico. Nel 1929 divenne Regno di Jugoslavia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trasformò nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, uno stato federale comunista guidato da Josip Broz Tito, che mantenne una posizione di non allineamento durante la Guerra Fredda. Nonostante l’unità forzata sotto Tito, le tensioni etniche, religiose e politiche covavano sotto la superficie. La morte di Tito nel 1980 e il progressivo indebolimento del regime comunista portarono alla riemersione dei nazionalismi e, infine, alla dissoluzione dello stato.
2. Gli Stati Successori: Geografia e Storia
2.1 Slovenia
- Geografia: Il paese più occidentale dell’ex Jugoslavia, confina con Italia, Austria, Ungheria e Croazia. Prevalentemente montuosa a nord (Alpi Giulie, Caravanche) e collinare al centro, con una piccola fascia costiera sull’Adriatico e un’area carsica.
- Storia: Parte dell’Impero Asburgico per secoli, la Slovenia ha una forte identità culturale e linguistica slava ma con influenze mitteleuropee. Fu la prima repubblica a dichiarare l’indipendenza dalla Jugoslavia nel giugno 1991, con una breve “Guerra dei Dieci Giorni” che vide una resistenza minima da parte dell’esercio federale. È entrata nell’UE e nella NATO nel 2004 e ha adottato l’euro nel 2007.
2.2 Croazia
- Geografia: Si estende a forma di mezzaluna, confinando con Slovenia, Ungheria, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro e affacciandosi sull’Adriatico. Presenta una costa molto frastagliata con numerose isole (Dalmazia) e un interno prevalentemente pianeggiante (Pannonia) o montuoso (Alpi Dinariche).
- Storia: Ha una storia complessa tra influenze ungheresi, veneziane e asburgiche. Fortemente cattolica, ha sviluppato un nazionalismo croato distinto. Dichiarò l’indipendenza nel giugno 1991, scatenando la Guerra d’Indipendenza croata (1991-1995) contro i serbi di Croazia e l’esercito federale. È entrata nell’UE nel 2013 e nella NATO nel 2009.
2.3 Bosnia ed Erzegovina
- Geografia: Situata nel cuore dei Balcani, senza sbocco sul mare (se non per una piccolissima porzione costiera). Prevalentemente montuosa e collinare (Alpi Dinariche), con valli fluviali.
- Storia: Unica repubblica jugoslava con una popolazione etnicamente e religiosamente molto mista (bosgnacchi musulmani, serbi ortodossi, croati cattolici). Dichiarò l’indipendenza nel marzo 1992, portando alla sanguinosissima Guerra in Bosnia (1992-1995), caratterizzata da pulizia etnica e atrocità. Oggi è una repubblica federale complessa, divisa in due entità (Federazione di Bosnia ed Erzegovina e Republika Srpska), con un’alta presenza internazionale.
2.4 Serbia
- Geografia: Situata nella parte centrale della Penisola Balcanica, senza sbocco sul mare. Il nord è pianeggiante (Pianura Pannonica), mentre il centro e il sud sono prevalentemente collinari e montuosi.
- Storia: Cuore del nazionalismo serbo e della tradizione ortodossa. La Serbia fu la repubblica dominante nella Federazione Jugoslava e il suo governo, sotto Slobodan Milošević, sostenne le minoranze serbe nelle altre repubbliche, alimentando i conflitti. Dopo le guerre, la Serbia è diventata una repubblica indipendente (dal 2006, dopo la separazione dal Montenegro). Non è membro dell’UE né della NATO, ma ha avviato il processo di adesione all’UE.
2.5 Montenegro
- Geografia: Piccolo stato montuoso sulla costa adriatica, confina con Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Kosovo e Albania. Caratterizzato da Alpi Dinariche e una costa frastagliata.
- Storia: Ha una lunga storia di indipendenza come principato e regno, spesso in lotta contro l’Impero Ottomano. Storicamente legato alla Serbia da vincoli etnici e religiosi (ortodossi). Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, rimase in unione con la Serbia (Repubblica Federale di Jugoslavia, poi Serbia e Montenegro) fino al 2006, quando dichiarò pacificamente l’indipendenza. È entrato nella NATO nel 2017 e ha avviato i negoziati per l’adesione all’UE.
2.6 Macedonia del Nord
- Geografia: Stato senza sbocco sul mare, situato nella parte meridionale dei Balcani. Prevalentemente montuosa, con valli fluviali (Vardar) e laghi (Ocrida, Prespa).
- Storia: Ha una complessa identità storica e culturale, contesa tra influenze serbe, bulgare e greche. Dichiarò pacificamente l’indipendenza dalla Jugoslavia nel 1991. Ha affrontato tensioni etniche interne (minoranza albanese) e una lunga disputa sul nome con la Grecia, risolta nel 2018 con il cambio in “Macedonia del Nord”. È entrata nella NATO nel 2020 e ha avviato i negoziati per l’adesione all’UE.
2.7 Kosovo
- Geografia: Territorio prevalentemente montuoso e collinare, senza sbocco sul mare, situato tra Serbia, Montenegro, Albania e Macedonia del Nord.
- Storia: Storicamente una provincia autonoma della Serbia all’interno della Jugoslavia, con una maggioranza etnica albanese e una significativa minoranza serba. Le tensioni etniche sfociarono in un conflitto armato (Guerra del Kosovo 1998-1999) tra le forze serbe e l’Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK), che portò all’intervento della NATO. Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, ma la sua sovranità non è riconosciuta da tutti i paesi (inclusa la Serbia e alcuni membri dell’ONU e dell’UE).
3. Le Guerre Jugoslave (1991-2001)
Le guerre jugoslave furono una serie di conflitti armati che accompagnarono la dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, tra il 1991 e il 2001. Furono tra i conflitti più sanguinosi in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale, caratterizzati da pulizia etnica, crimini di guerra e violenze indiscriminate.
- Cause: La combinazione di fattori come il crollo del comunismo, l’ascesa dei nazionalismi (in particolare quello serbo), le profonde divisioni etniche e religiose, le rivendicazioni territoriali e il vuoto di potere lasciato dalla scomparsa di Tito.
- Fasi Principali:
- Guerra in Slovenia (1991): Breve conflitto per l’indipendenza slovena.
- Guerra d’Indipendenza croata (1991-1995): Scontri tra Croazia e serbi di Croazia sostenuti da Belgrado.
- Guerra in Bosnia ed Erzegovina (1992-1995): Il conflitto più brutale, che vide coinvolti bosgnacchi, serbi e croati, con assedi (Sarajevo), pulizia etnica e massacri (Srebrenica). Si concluse con gli Accordi di Dayton.
- Guerra del Kosovo (1998-1999): Conflitto tra forze serbe e albanesi del Kosovo, culminato nell’intervento militare della NATO contro la Serbia.
- Conflitto nella Valle di Preševo (2000-2001) e Conflitto in Macedonia (2001): Tensioni minori ma significative.
- Conseguenze:
- Milioni di Morti e Sfollati: Le guerre causarono centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati e rifugiati.
- Crimini di Guerra e Genocidio: Numerosi crimini di guerra e atti di genocidio furono commessi da tutte le parti, portando alla creazione del Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY).
- Nuovi Stati: La frammentazione della Jugoslavia in sette stati indipendenti.
- Ferite Profonde: Le cicatrici delle guerre rimangono profonde nelle società balcaniche, con tensioni etniche ancora presenti e processi di riconciliazione in corso.
La storia dell’ex Jugoslavia è un monito sulla fragilità della pace e sulla pericolosità dei nazionalismi radicali. La sua dissoluzione violenta ha ridefinito la mappa politica dei Balcani, lasciando un’eredità complessa che continua a influenzare la regione e le sue relazioni con il resto d’Europa.