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28 Dicembre 2019Anima mia leggera… di Giorgio Caproni: Testo, Parafrasi e Analisi
La poesia “Anima mia leggera…” di Giorgio Caproni, tratta dai “Versi Livornesi” inclusi in “L’opera in versi”, è un componimento breve ma intensamente evocativo, che esplora i temi della memoria, della perdita, del desiderio e della ricerca di un passato irrecuperabile. Attraverso un linguaggio colloquiale e una struttura apparentemente semplice, Caproni costruisce un’immagine toccante del poeta che affida alla propria anima il compito di ritrovare un frammento di vita perduto.
1. Testo e Parafrasi della poesia
Testo Originale: Anima mia leggera, Proprio quest’oggi torno, Anima mia, sii brava Giorgio Caproni, da “Versi Livornesi”, in “Giorgio Caproni, |
Parafrasi:
Anima mia, così leggera, Proprio oggi io ritorno, Anima mia, sii coraggiosa e capace |
2. Analisi del Componimento
2.1 Contesto e Temi
La poesia appartiene ai “Versi Livornesi”, una sezione significativa dell’opera di Caproni, dove il poeta rievoca la sua infanzia e giovinezza trascorsa a Livorno. La città non è solo uno sfondo geografico, ma un luogo della memoria, un crocevia di affetti e ricordi. Il tema centrale è la ricerca del passato, in particolare di una figura femminile, Anna Picchi, che incarna un ricordo forse amoroso, forse di un’amicizia o di un’innocenza perduta. La ricerca è intrisa di malinconia e consapevolezza dell’impossibilità di recuperare ciò che è stato.
2.2 La Figura dell’Anima
Il poeta si rivolge alla propria “Anima mia leggera”, personificandola e affidandole un compito delicato e quasi impossibile. L’anima è vista come un’entità più pura e intatta del corpo, capace di muoversi nel tempo e nello spazio con una “candela timida”, simbolo della fragilità del ricordo e della luce che si cerca nel buio del passato. L’anima è “più netta” del poeta stesso, capace di conservare dettagli vividi che la memoria cosciente ha offuscato. È un’alter ego, un’ultima speranza per colmare il vuoto della delusione.
2.3 Livorno come Luogo della Memoria
Livorno non è solo la città natale di Caproni, ma un topos letterario, il luogo dove i ricordi si sono sedimentati. Il ritorno del poeta da Livorno è un “ritorno deluso”, suggerendo che la realtà presente della città non ha saputo restituirgli il passato desiderato. La città fisica non corrisponde più alla città della memoria. Per questo, la ricerca viene affidata all’anima, che può operare in una dimensione più intima e meno vincolata dalla realtà tangibile.
2.4 Anna Picchi: L’Elusività del Ricordo
Anna Picchi è la figura attorno a cui ruota l’intera poesia. Il suo nome, così concreto e comune, contrasta con la sua natura elusiva e quasi fantasmatica. Il poeta non sa “se per caso Anna Picchi / è ancora viva tra i vivi”.
È un’interrogazione sulla sopravvivenza non solo fisica, ma anche “vitale” del ricordo. I dettagli che l’anima dovrebbe ricordare – “la camicetta”, “il rubino / di sangue, sul serpentino / d’oro che lei portava / sul petto, dove s’appannava” – sono frammenti sensoriali e visivi che testimoniano l’intensità del legame passato e la sua persistenza nella memoria affettiva, anche se non nella coscienza razionale. Il “rubino di sangue” sul “serpentino d’oro” è un’immagine potente, che evoca un gioiello prezioso e un colore che rimanda alla vita e alla passione.
2.5 Il Desiderio Inappagato
La poesia si chiude con un’affermazione del desiderio profondo del poeta: “Tu sai cosa darei / se la incontrassi per strada”. Questa frase finale sottolinea la forza del desiderio di ricongiungimento con il passato, un desiderio che, pur sapendo di essere probabilmente vano, continua a tormentare il poeta. È un’espressione di nostalgia e di un amore (o affetto) che il tempo non ha spento.
2.6 Stile e Linguaggio
- Tono Colloquiale e Intimo: Il linguaggio è semplice, diretto, quasi una conversazione intima con l’anima. L’uso della seconda persona singolare (“ti prego”, “sii brava”) contribuisce a creare questa atmosfera confidenziale.
- Versi Brevi e Ritmo Incalzante: I versi brevi e l’assenza di una rima fissa (se non occasionali assonanze o consonanze) conferiscono al testo un andamento quasi prosastico, ma con un ritmo interno che riflette l’ansia e la ricerca del poeta.
- Immagini Concrete e Simboliche: Caproni utilizza immagini concrete (la candela, la camicetta, il rubino) che si caricano di un forte valore simbolico (la luce della memoria, i dettagli del ricordo).
- Enjambement: L’uso frequente dell’enjambement (es. “e scrivi / se per caso Anna Picchi”) crea un senso di continuità e fluidità, ma anche di attesa e sospensione.
3. Conclusione
“Anima mia leggera…” è una poesia che, nella sua apparente semplicità, racchiude una profonda malinconia e una riflessione universale sulla memoria e sul tempo. Giorgio Caproni, affidando all’anima il compito di ritrovare un amore o un’immagine del passato, esprime la nostalgia per ciò che è irrimediabilmente perduto, ma anche la persistenza del desiderio e del ricordo. È un inno alla capacità dell’anima di conservare intatti i frammenti più preziosi della vita, anche quando la realtà presente si rivela deludente.