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28 Dicembre 2019Analisi di “Quando nacqui mia madre ne piangeva” di Umberto Saba
Questa poesia, tratta dal Canzoniere (Autobiografia), narra i primi anni di vita di Saba, caratterizzati dall’assenza del padre e dall’amore complicato della madre. Con un tono carico di malinconia e nostalgia, il poeta ricompone i pezzi della sua infanzia, intrecciando ricordi personali e un ritratto storico del ghetto ebraico di Trieste.
Analisi della poesia Quando nacqui mia madre ne piangeva di Umberto Saba
Analisi di “Quando nacqui mia madre ne piangeva” di Umberto Saba Questa poesia, estratta da Autobiografia, 1. La solitudine della madre (vv. 1-4) 2. La figura del nonno (vv. 5-8) 3. La Trieste perduta (vv. 9-12) Saba evoca con nostalgia la sua città natale: “Come bella doveva essere allora” – un rimpianto per un passato idealizzato “Tutta un mercato aperto!” – l’immagine di una Trieste viva, pulsante di vita “Di molto verde” – un ricordo infantile, quasi onirico, legato alle passeggiate con la madre 4. La malinconia precoce (vv. 13-14) La poesia si chiude con una confessione amara: “Di malinconia fui tosto esperto” – il poeta ammette di aver conosciuto presto la tristezza “Unico figlio che ha lontano il padre” – l’assenza paterna è la ferita originaria che
1. La solitudine della madre (vv. 1-4)
Quando nacqui mia madre ne piangeva,
sola, la notte, nel deserto letto.
Per me, per lei che il dolore struggeva,
trafficavano i suoi cari nel ghetto. 4
La poesia si apre con un’immagine toccante: la madre che piange nel letto vuoto, sola, mentre il bambino viene al mondo. La sua sofferenza (“il dolore struggeva”) è alleviata solo dalla presenza dei parenti (“i suoi cari nel ghetto”), suggerendo una comunità che si unisce attorno a lei.
2. La figura del nonno (vv. 5-8)
Da sé il più vecchio le spese faceva,
per risparmio, e più forse per diletto.
Con due fiorini un cappone metteva
nel suo grande turchino fazzoletto. 8
Il “più vecchio” (probabilmente il nonno materno) è descritto con affetto e un pizzico di ironia:
- Risparmiatore (“per risparmio”)
- Ma anche generoso (“più forse per diletto”)
- Con un gesto quasi fiabesco (“Con due fiorini un cappone metteva / nel suo grande turchino fazzoletto”)
Questo ritratto rivela un’umanità semplice e affettuosa, tipica della cultura ebraica triestina.
3. La Trieste perduta (vv. 9-12)
Come bella doveva essere allora
la mia città: tutta un mercato aperto!
Di molto verde, uscendo con mia madre, 11
io, come in sogno, mi ricordo ancora.
Saba evoca con nostalgia la sua città natale:
-
“Come bella doveva essere allora” – un rimpianto per un passato idealizzato
-
“Tutta un mercato aperto!” – l’immagine di una Trieste viva, brulicante di vita
-
“Di molto verde” – un ricordo infantile, quasi onirico, legato alle passeggiate con la madre
4. La malinconia precoce (vv. 13-14)
Ma, di malinconia fui tosto esperto;
unico figlio che ha lontano il padre. 14
La poesia si chiude con una confessione amara:
-
“Di malinconia fui tosto esperto” – il poeta riconosce di aver conosciuto presto la tristezza
-
“Unico figlio che ha lontano il padre” – l’assenza paterna è la ferita originaria che segna tutta la sua vita
Stile e temi principali
-
Memoria e autobiografismo – Saba rielabora il passato con un tono insieme affettuoso e doloroso.
-
Nostalgia per Trieste – La città è descritta come un luogo vivo, ma ormai perduto.
-
Assenza del padre – Un tema centrale nella poetica di Saba, che tornerà in molte altre poesie.
-
Linguaggio semplice e diretto – Pur nella brevità, i versi trasmettono grande intensità emotiva.
Conclusione
In questa poesia, Saba fonde storia personale e collettiva, ritraendo un’infanzia segnata dall’abbandono ma anche dall’amore materno e dalla solidarietà del ghetto. La malinconia che ne emerge non è disperata, ma accettata con lucidità, come parte inevitabile della vita.

Statua bronzea di Umberto Saba
Testo della poesia Quando nacqui mia madre ne piangeva di Umberto Saba
Quando nacqui mia madre ne piangeva
di Umberto Saba
Quando nacqui mia madre ne piangeva di Umberto Saba
Quando nacqui mia madre ne piangeva,
sola, la notte, nel deserto letto.
Per me, per lei che il dolore struggeva,
trafficavano i suoi cari nel ghetto. 4
Da sé il più vecchio le spese faceva,
per risparmio, e più forse per diletto.
Con due fiorini un cappone metteva
nel suo grande turchino fazzoletto. 8
Come bella doveva essere allora
la mia città: tutta un mercato aperto!
Di molto verde, uscendo con mia madre, 11
io, come in sogno, mi ricordo ancora.
Ma, di malinconia fui tosto esperto;
unico figlio che ha lontano il padre. 14
Poesie della biografia di Umberto Saba: un esempio da Autobiografia