
Finlandia: lezione di geografia
28 Dicembre 2019
Paesi bassi: lezione di geografia sull’Olanda
28 Dicembre 2019Le Città Invisibili di Italo Calvino: Un Viaggio nella Memoria e nell’Immaginazione
“Le Città Invisibili” di Italo Calvino, pubblicato nel 1972, è un’opera unica nel panorama letterario del Novecento, che sfida le classificazioni di genere e si presenta come un dialogo filosofico, un poema in prosa, un catalogo di città immaginarie e una profonda meditazione sulla natura dell’esistenza, della memoria e del linguaggio. Non è un romanzo nel senso tradizionale, ma una raccolta di descrizioni di città fantastiche, narrate dal viaggiatore Marco Polo all’imperatore Kublai Khan.
1. Struttura e Tecnica Narrativa: Il Dialogo e la Frammentazione
Il libro è strutturato come una serie di dialoghi tra Marco Polo, il celebre esploratore veneziano, e Kublai Khan, il potente imperatore dei Tartari. L’opera è divisa in nove capitoli, incorniciati da conversazioni tra i due protagonisti. Tra un dialogo e l’altro, Marco Polo descrive cinquantacinque città immaginarie, raggruppate in undici categorie tematiche (come “Le città e la memoria”, “Le città e il desiderio”, “Le città e i segni”, ecc.), ciascuna delle quali contiene cinque descrizioni.
- Il Dialogo Cornice: Le conversazioni tra Marco Polo e Kublai Khan non sono semplici interruzioni, ma costituiscono il vero motore filosofico del libro. L’imperatore, ormai stanco del suo vasto impero e della sua monotonia, cerca nelle descrizioni di Polo una comprensione del mondo e forse un senso. Polo, a sua volta, non si limita a descrivere, ma riflette sulla natura della comunicazione, della memoria e della percezione. Il dialogo evolve, passando da una semplice curiosità a una profonda interrogazione sulla natura delle città e, per estensione, della realtà.
- La Frammentazione: Le descrizioni delle città sono brevi, autonome e spesso poetiche. Questa frammentazione riflette l’idea che la realtà non è un blocco monolitico, ma un insieme di percezioni, interpretazioni e memorie. Ogni città è un frammento di un universo più grande, un tassello che contribuisce a costruire un’immagine complessa e multiforme.
- L’Assenza di Trama Lineare: Non c’è una trama tradizionale. Il “viaggio” è più mentale che fisico. Il lettore è invitato a esplorare le città come se fossero sogni, enigmi o metafore, senza la necessità di seguire una progressione narrativa.
2. Temi Principali: Un Labirinto di Significati
“Le Città Invisibili” è un’opera densa di temi, che si intrecciano e si richiamano a vicenda:
- La Memoria: Molte città sono legate alla memoria, sia essa personale (ricordi d’infanzia, persone amate) o collettiva (storia, tradizioni). Le città diventano contenitori di ricordi, e la loro descrizione è un atto di rievocazione. Calvino esplora come la memoria plasmi la percezione del presente e come le città siano costruite e distrutte dalla memoria stessa.
- Il Desiderio: Le città sono spesso proiezioni del desiderio umano, dei sogni inappagati, delle aspirazioni. Alcune città esistono solo in quanto desiderate, altre sono la manifestazione di desideri distorti o irrealizzabili.
- I Segni e il Linguaggio: Le città sono sistemi di segni, linguaggi da decifrare. Ogni elemento urbano (una strada, un ponte, un volto) può essere letto come un segno che rimanda a significati più profondi. Il libro stesso è un’esplorazione del linguaggio come strumento per costruire e interpretare la realtà, e della sua capacità di creare mondi.
- L’Identità: Le città riflettono l’identità di chi le abita e di chi le descrive. Marco Polo, nel descrivere le città, rivela frammenti della propria identità e del proprio rapporto con il mondo. Le città diventano specchi dell’anima.
- La Natura della Città: Calvino si interroga sulla vera essenza della città: è un insieme di edifici, di persone, di relazioni, di memorie, di desideri? Le città sono organismi vivi, in continua trasformazione, che celano al loro interno infinite possibilità e contraddizioni.
- La Relazione tra Ordine e Caos: Alcune città sono esempi di ordine e precisione, altre di caos e disordine. Calvino esplora la tensione tra la volontà umana di imporre un ordine e la tendenza intrinseca della realtà a sfuggire a ogni classificazione.
- La Molteplicità del Reale: Il libro suggerisce che la realtà non è unica e oggettiva, ma molteplice e soggettiva, filtrata dalla percezione e dall’immaginazione. Ogni città è una possibile realtà, un modo diverso di esistere.
3. Stile e Linguaggio: Precisione e Lirismo
Lo stile di Calvino in “Le Città Invisibili” è inconfondibile e contribuisce in modo determinante al fascino dell’opera:
- Prosa Lirica e Evocativa: Le descrizioni delle città sono brevi prose poetiche, ricche di immagini suggestive e di un linguaggio evocativo. Ogni parola è scelta con precisione per creare un’atmosfera unica e per stimolare l’immaginazione del lettore.
- Precisione e Chiarezza: Nonostante la natura fantastica delle città, la prosa di Calvino è sempre chiara e concisa. Non ci sono fronzoli, ma un’estrema cura nella scelta dei termini e nella costruzione delle frasi.
- Ironia e Distacco: Calvino mantiene un tono di sottile ironia e distacco intellettuale, che permette al lettore di riflettere sui temi proposti senza cadere nel sentimentalismo.
- Struttura Rituale: La ripetizione delle categorie e il numero fisso di città per categoria conferiscono al testo una struttura quasi rituale, che invita a una lettura meditativa.
4. Significato e Interpretazione: Un Romanzo sul Romanzo
“Le Città Invisibili” può essere letto a diversi livelli:
- Un Catalogo di Possibilità: Le città non sono solo luoghi fisici, ma metafore di stati d’animo, di idee, di concetti. Sono un catalogo delle infinite possibilità dell’esistenza umana e delle forme che la civiltà può assumere.
- Una Riflessione sulla Scrittura: Il libro è anche una riflessione sulla scrittura stessa, sulla capacità del linguaggio di creare mondi e sulla relazione tra il narratore (Marco Polo/Calvino) e il suo pubblico (Kublai Khan/il lettore).
- Un’Opera Aperta: Calvino non offre risposte definitive, ma pone domande. Il libro è un’opera aperta, che invita il lettore a partecipare attivamente alla creazione di significato, a “viaggiare” con la propria immaginazione e a trovare le proprie “città invisibili”.
- La Crisi della Civiltà Contemporanea: Sotto la superficie della fantasia, si può leggere una critica implicita alla complessità e alla perdita di senso delle città moderne, e alla difficoltà dell’uomo contemporaneo di trovare un’autentica connessione con il proprio ambiente.
Conclusione
“Le Città Invisibili” di Italo Calvino è un’opera magistrale che, attraverso la sua struttura innovativa e la sua prosa incantevole, invita il lettore a un viaggio straordinario nella memoria, nell’immaginazione e nella natura stessa della realtà. È un libro che celebra il potere della parola di creare mondi e di dare forma ai pensieri più reconditi. Un’opera che, pur parlando di città, parla in realtà dell’uomo, delle sue aspirazioni, delle sue paure e della sua incessante ricerca di significato in un universo di segni e di possibilità infinite.