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28 Dicembre 2019Ondina Peteani: La Vita per la Libertà, raccontata da Anna Di Gianantonio
La figura di Ondina Peteani (1925-2003) è un faro nella storia della Resistenza italiana e della memoria della Shoah. La sua straordinaria vicenda umana, fatta di coraggio, sofferenza e un incrollabile impegno civile, è stata magistralmente documentata da Anna Di Gianantonio, che, spesso in collaborazione con il figlio di Ondina, Gianni Peteani, ha contribuito a rendere accessibile al grande pubblico la storia di questa donna eccezionale. Il libro “Ondina Peteani – La lotta partigiana, la deportazione ad Auschwitz, l’impegno sociale: una vita per la libertà” (edito da Mursia) è il frutto di questa preziosa ricerca.
1. La Giovinezza e l’Impegno nella Resistenza: La Prima Staffetta Partigiana
Nata a Trieste, Ondina Peteani crebbe in un periodo di forti tensioni politiche e sociali, acutizzate dal regime fascista e dalla vicinanza al confine. Giovanissima, animata da profondi ideali di libertà e giustizia, decise di non rimanere indifferente di fronte all’oppressione. Ondina è storicamente riconosciuta come la prima staffetta partigiana d’Italia, un ruolo cruciale e rischiosissimo nella lotta clandestina.
Il suo compito consisteva nel mantenere i collegamenti tra i vari gruppi partigiani, trasportando messaggi, armi e informazioni vitali, spesso sfidando i controlli nazifascisti. Operava in un territorio complesso come quello triestino e del Friuli Venezia Giulia, dove la repressione era particolarmente brutale e le dinamiche etniche e politiche rendevano il contesto ancora più pericoloso. Il suo coraggio e la sua determinazione furono fondamentali per il successo di molte operazioni della Resistenza.
2. L’Arresto e l’Orrore di Auschwitz: Il “Fango” della Disumanizzazione
L’attività clandestina di Ondina non passò inosservata. Nel febbraio del 1944, fu arrestata e condotta nel carcere del Coroneo a Trieste. Da lì, il suo destino la portò nell’inferno di Auschwitz-Birkenau, il più grande campo di sterminio nazista. Le fu assegnato il numero di matricola 81672.
L’esperienza di Ondina ad Auschwitz è una testimonianza agghiacciante della disumanizzazione sistematica operata dal regime nazista. Nelle sue parole e nei racconti di chi l’ha conosciuta, emerge il concetto di “fango di Auschwitz“: non solo la sporcizia fisica delle condizioni di vita, ma un fango morale, un’assenza totale di umanità, dove la dignità umana veniva annientata e la sopravvivenza era una lotta quotidiana contro la fame, la malattia, il freddo e la violenza. Ondina visse l’orrore delle selezioni, la perdita di compagni e la costante minaccia della morte.
3. Il Ritorno e l’Impegno Incessante per la Memoria e la Società
Miracolosamente, Ondina Peteani sopravvisse all’orrore dei lager e fece ritorno a Trieste. Tuttavia, la sua esperienza ad Auschwitz non la lasciò indenne, ma la segnò profondamente. Nonostante il peso del trauma, Ondina scelse di non chiudersi nel silenzio. Al contrario, la sua vita post-bellica fu un ininterrotto esempio di impegno sociale e civile.
Divenne una voce instancabile della memoria, dedicandosi a testimoniare l’orrore dei campi di sterminio alle nuove generazioni, affinché gli orrori del passato non venissero dimenticati e non si ripetessero mai più. Oltre all’attività di testimonianza, si impegnò attivamente in diverse cause sociali: fu ostetrica, aprì un’agenzia libraria, si dedicò al soccorso dei terremotati e si occupò dei diritti dei pensionati. La sua vita fu una continua lotta per il bene della sua comunità e per la difesa dei diritti umani. La sua esistenza fu un potente esempio di come il trauma più profondo possa essere trasformato in una forza propulsiva per la costruzione di un futuro migliore.
4. Il Contributo di Anna Di Gianantonio alla Memoria di Ondina
Anna Di Gianantonio, autrice e studiosa, ha svolto un ruolo fondamentale nel far conoscere la storia di Ondina Peteani. Attraverso il suo lavoro di ricerca e scrittura, ha saputo raccogliere e sistematizzare le testimonianze, i documenti e i ricordi, dando vita a un’opera biografica che non è solo un resoconto storico, ma un ritratto intimo e commovente di una donna straordinaria.
La sua collaborazione con Gianni Peteani, il figlio di Ondina, ha permesso di accedere a fonti dirette e a una prospettiva familiare, arricchendo la narrazione di dettagli personali e di una profondità emotiva che rendono la storia di Ondina Peteani ancora più viva e toccante per il lettore. Il lavoro di Anna Di Gianantonio è un contributo essenziale alla storiografia della Resistenza e della Shoah, garantendo che il sacrificio e l’impegno di figure come Ondina non vengano mai dimenticati.
Conclusione
La biografia di Ondina Peteani, magistralmente raccontata da Anna Di Gianantonio, è la storia di una vita spesa per la libertà, la giustizia e la memoria. Dal coraggio della staffetta partigiana all’orrore di Auschwitz, fino all’inesauribile impegno civile del dopoguerra, Ondina Peteani incarna la resilienza dell’animo umano di fronte alle avversità più estreme. Il lavoro di Anna Di Gianantonio non solo rende omaggio a questa figura eroica, ma offre anche alle nuove generazioni un prezioso strumento per comprendere il passato e per ispirarsi a una vita di impegno e di difesa dei valori democratici.