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L’Europa Divisa: una storia ricorrente, fino all’Era Post-Guerra Fredda, e all’Attualità
L’Europa, culla di civiltà e crocevia di culture, ha una storia millenaria costellata tanto di tentativi di unificazione quanto di profonde e spesso sanguinose divisioni. Dalle scissioni dell’Impero Romano alle guerre di religione, dalle ambizioni napoleoniche ai blocchi ideologici del Novecento, il continente ha ciclicamente sperimentato fratture che ne hanno ridefinito la geografia politica e culturale. Tuttavia, è a partire dalla Guerra Fredda che la divisione assume una forma inedita, le cui eco risuonano ancora oggi, con la drammatica riapparizione di un fronte di separazione innescato dall’aggressione russa all’Ucraina.
1. La Cortina di Ferro: La Grande Divisione del Dopoguerra
La Seconda Guerra Mondiale, pur terminando con la sconfitta dei regimi totalitari, non portò a una pace duratura, ma a una nuova e profonda divisione del continente. L’Europa si trovò spaccata in due blocchi ideologici e geopolitici contrapposti, separati da quella che Winston Churchill definì nel 1946 una “Cortina di Ferro” (Iron Curtain).
- Blocchi Militari: A Ovest, nacque la NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, 1949), un’alleanza militare a guida statunitense, basata sui principi della democrazia liberale e dell’economia di mercato. A Est, sotto l’egemonia sovietica, si formò il Patto di Varsavia (1955), un’alleanza militare che raggruppava i paesi del blocco comunista.
- Divisione Economica: Parallelamente, si svilupparono due sistemi economici distinti: l’Europa occidentale si avviò verso l’integrazione economica con la CEE (Comunità Economica Europea, poi Unione Europea), basata sulla libera circolazione di beni, persone, servizi e capitali. L’Europa orientale, invece, fu inglobata nel Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica), un’organizzazione economica a guida sovietica, caratterizzata da economie pianificate e strettamente controllate.
- Il Muro di Berlino: Simbolo tangibile di questa divisione fu il Muro di Berlino, eretto nel 1961, che separava fisicamente la Berlino Ovest (libera) dalla Berlino Est (sotto controllo sovietico), incarnando la prigione ideologica e fisica imposta ai cittadini dell’Est.
Questa divisione, durata per oltre quarant’anni, ha plasmato le identità nazionali, le economie e le culture di intere generazioni, creando due Europe profondamente diverse e spesso incomunicabili.
2. La Caduta del Muro e le Illusioni di una “Europa Unita e Libera”
La caduta del Muro di Berlino nel 1989 e il successivo crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 generarono un’ondata di euforia e la speranza di una “Europa intera e libera”, finalmente unita sotto i principi della democrazia e del mercato. Gli anni ’90 e i primi 2000 furono caratterizzati da un’espansione senza precedenti dell’Unione Europea e della NATO verso Est, accogliendo molti degli ex paesi del blocco sovietico. Sembrava che le vecchie divisioni fossero state superate per sempre.
Tuttavia, sotto la superficie di questa apparente unità, emersero nuove e complesse linee di faglia:
- Disparità Economiche Interne all’UE: L’allargamento portò con sé notevoli disparità economiche e sociali tra i “vecchi” e i “nuovi” membri dell’UE, generando tensioni e sfide per la coesione interna.
- Differenze Politiche e Culturali: Nonostante l’adesione ai principi democratici, emersero differenze significative nelle pratiche di rule of law e nella percezione di diritti e libertà, portando a frizioni tra Bruxelles e alcune capitali dell’Est (es. Ungheria, Polonia).
- I Conflitti nei Balcani: Le guerre jugoslave degli anni ’90 furono un tragico monito che le divisioni etniche e nazionalistiche non erano scomparse, e che l’Europa era ancora vulnerabile a conflitti interni.
3. La Ri-emersione della Divisione: Putin, l’Ucraina e il Nuovo Confine
Il sogno di un’Europa finalmente unita e senza confini ideologici ha iniziato a incrinarsi con l’ascesa di Vladimir Putin in Russia e la sua visione di un’area di influenza russa, percepita come minacciata dall’espansione occidentale.
- Il 2014: Crimea e Donbas: La prima chiara riapparizione di una divisione geopolitica si manifestò nel 2014 con l’annessione russa della Crimea e il sostegno ai separatisti nel Donbas, in Ucraina. Questo atto violò il diritto internazionale e segnò un punto di non ritorno nelle relazioni tra Russia e Occidente.
- L’Invasione su Larga Scala del 2022: L’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 ha rappresentato una rottura epocale, ripristinando di fatto una nuova “cortina di ferro”, seppur di natura diversa rispetto a quella della Guerra Fredda.
- Le Nuove Linee di Frattura:
- Geopolitica: L’Europa è ora nettamente divisa tra i paesi membri dell’UE e della NATO (che sostengono fermamente l’Ucraina e impongono sanzioni alla Russia) e la Russia, con i suoi alleati (come la Bielorussia). I paesi baltici e la Polonia, in particolare, si sentono in prima linea di fronte a questa nuova minaccia.
- Economica: La dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia è stata drasticamente ridotta, portando a una ridefinizione delle alleanze economiche e a una “decoupling” in settori chiave.
- Ideologica: La guerra in Ucraina ha riacceso il confronto tra i valori democratici e l’autoritarismo, tra la sovranità nazionale e le ambizioni imperialiste.
- Militare: Vi è un rinnovato focus sulla difesa e sulla sicurezza in Europa, con un aumento delle spese militari e un rafforzamento della presenza NATO ai confini orientali.
Questa nuova divisione non è solo geografica, ma permea le relazioni internazionali, l’economia globale e persino il dibattito interno ai singoli paesi europei, che devono affrontare le conseguenze di un conflitto su larga scala alle loro porte.
Conclusione
La storia dell’Europa è un’alternanza di unioni e divisioni. Se la caduta del Muro di Berlino aveva fatto sperare in un’era di unità permanente, gli eventi recenti, in particolare l’aggressione russa all’Ucraina, ci ricordano che la pace e la coesione non sono mai acquisite una volta per tutte. L’Europa si trova nuovamente di fronte a una profonda divisione, che impone una riflessione critica sul suo ruolo nel mondo, sulla sua capacità di agire come attore geopolitico unito e sulla necessità di difendere i valori su cui è stata costruita. La “casa comune europea” è ancora un progetto in divenire, costantemente messo alla prova dalle forze centrifughe e dalle minacce esterne, ma la sua resilienza e la sua aspirazione all’unità rimangono un faro in un mondo sempre più incerto.