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28 Dicembre 2019Mancato acquisto di Giorgio Caproni: la ricerca incompiuta e la fede negata
“Mancato acquisto” è una delle liriche più enigmatiche e suggestive di Giorgio Caproni (1912-1990), inclusa nella sua ultima, incompiuta raccolta postuma, “Res amissa” (La cosa perduta). Questa poesia è emblematica della fase finale della poetica caproniana, caratterizzata da una profonda riflessione esistenziale, metafisica e teologica, spesso espressa attraverso un linguaggio apparentemente semplice ma denso di significati. Il titolo stesso della raccolta, “Res amissa”, suggerisce il tema centrale: la perdita di qualcosa di fondamentale, forse la fede, la certezza, il senso stesso dell’esistenza.
1. Contesto della Raccolta “Res amissa”
“Res amissa” è un’opera frammentaria, non completata dall’autore prima della sua morte. Le poesie che la compongono, pur avendo raggiunto una forma definitiva, riflettono un percorso di ricerca tormentato e una profonda crisi spirituale. Caproni, in questa fase, si interroga sulla possibilità di una trascendenza, sulla presenza o assenza di Dio, e sul significato della vita in un mondo che sembra aver perso ogni punto di riferimento. “Mancato acquisto” si inserisce perfettamente in questo clima di interrogazione e di perdita.
2. Riassunto della Poesia
La lirica si apre con il poeta che, dopo una “lunga assenza”, entra nel suo “già abituale fornitore”. Tutto è mutato: il locale è irriconoscibile, nessuno è al banco. Dopo aver chiamato e atteso a lungo, appare un “tizio” sulla trentina, di “strano colorito” e “di razza non latina”, che si presenta con un nome sorprendente: “Mi chiamo… Gesù Cristo.“
Il nuovo gestore spiega che la gestione è cambiata da anni, che suo padre è morto e ora lui è solo a condurre l’esercizio. Invita il poeta a chiedere ciò che desidera, rassicurandolo sul fatto che il “conto non vi preoccupi”, poiché ormai usa “far credito” e si potrà saldare “come e quando vorrete”.
La poesia si conclude con la reazione del poeta:
“Lo guardai. / Crollai il capo. / Aveva pur parlato, / è indubbio, a chiare e oneste note. / Ma allora, perché uscii a mani vuote? …”
3. Temi Principali: La Ricerca, la Fede e la Disillusione
“Mancato acquisto” è una complessa allegoria che tocca corde profonde della spiritualità e dell’esistenza:
- La Ricerca e la Perdita: Il “fornitore” è un luogo dove si cerca qualcosa, un bisogno da soddisfare. La “lunga assenza” suggerisce un allontanamento dalla ricerca o dalla fede. Il fatto che il locale sia “mutato” e irriconoscibile simboleggia un cambiamento radicale nel panorama spirituale o esistenziale del poeta. La “Res amissa” è forse proprio ciò che non si riesce più a trovare o ad acquistare.
- L’Incontro con il Sacro nel Profano: La figura di Gesù Cristo che si presenta come un “fornitore” in un “esercizio” commerciale è una delle più potenti e spiazzanti giustapposizioni della poesia. Il sacro si manifesta nel quotidiano, nel mondano, quasi a suggerire che la divinità sia presente anche nei luoghi più inaspettati o che la ricerca spirituale si svolga con le logiche del consumo. Il “strano colorito” e la “razza non latina” di questo Gesù suggeriscono una figura universale, non confinata alle rappresentazioni tradizionali.
- La Grazia e il Credito: L’offerta di “Gesù Cristo” è quella della grazia: non c’è bisogno di pagare subito, si può “far credito” e saldare “come e quando vorrete”. È un’offerta di salvezza incondizionata, di perdono, di fede senza immediato sacrificio. Il “padre è morto” può alludere alla morte di Dio o alla fine di un’era di fede più dogmatica, lasciando il “figlio” solo nella “conduzione dell’esercizio”, ovvero nella gestione della salvezza umana.
- La Fede Negata o Impossibile: Nonostante l’offerta sia “a chiare e oneste note”, il poeta “crolla il capo” ed esce “a mani vuote”. Questo è il cuore dell’elegia e del pessimismo caproniano. Perché non accetta? Forse perché la fede non può essere “acquistata” come una merce, nemmeno a credito. Forse la sua ragione, il suo scetticismo, la sua disillusione gli impediscono di accettare un dono così grande o di credere in una promessa così semplice. L’uomo moderno, razionale e tormentato, non riesce più ad abbracciare la grazia, anche quando gli viene offerta esplicitamente.
- L’Incomunicabilità Finale: Nonostante la chiarezza dell’offerta divina, il poeta non riesce a “comprare” o a ricevere. Questo suggerisce una profonda incomunicabilità tra l’uomo e il sacro, o tra il desiderio di credere e l’incapacità di farlo. La “cosa perduta” è forse proprio questa capacità di accogliere la fede.
4. Stile e Linguaggio
La poesia è un esempio della maturità stilistica di Caproni:
- Linguaggio Colloquiale e Quotidiano: La scelta di termini come “fornitore”, “locale”, “tizio”, “conduzione dell’esercizio”, “conto”, “credito”, “prezzo” crea un contrasto stridente e ironico con la figura sacra di Gesù Cristo. Questo abbassamento del registro linguistico rende l’incontro ancora più perturbante e universale.
- Andamento Narrativo e Prosastico: La poesia si sviluppa come un breve racconto, con una linearità apparente che maschera la profondità del contenuto. La sintassi è semplice, quasi colloquiale, tipica della sua ultima produzione.
- Ironia e Amarezza: L’ironia è sottile ma costante, soprattutto nella presentazione di Cristo come un commerciante. Questa ironia, tuttavia, è venata di profonda amarezza per l’impossibilità di una “transazione” spirituale.
- Parentesi Iniziale: “(Sul Grave, ma appena)” – Questa nota parentetica iniziale, quasi una didascalia, suggerisce il tono con cui affrontare il tema: un argomento “grave”, ma trattato con una leggerezza apparente, quasi un tocco di malinconia disincantata.
5. Conclusione
“Mancato acquisto” è una delle poesie più emblematiche della ricerca spirituale e del tormento esistenziale di Giorgio Caproni. Attraverso l’incontro paradossale con un “fornitore” che si rivela essere Gesù Cristo, il poeta esplora il tema della fede, della grazia e dell’incapacità dell’uomo moderno di accogliere un dono così grande. La sua uscita “a mani vuote”, nonostante l’offerta “a chiare e oneste note”, simboleggia la “Res amissa”, quella “cosa perduta” che forse è la capacità di credere, la certezza di un senso, o la semplice accettazione della salvezza. È un’elegia moderna sulla disillusione e sulla solitudine dell’uomo contemporaneo di fronte al mistero del sacro.

Testo della poesia Mancato acquisto di Giorgio Caproni
Giorgio Caproni, MANCATO ACQUISTO
in Res amissa
Tutte le poesie, Garzanti 2016, 1088 pagine
(Sul Grave,
ma appena)
Entrai dal mio già abituale
fornitore, dopo
non so che lunga assenza.
Tutto era mutato.
Quasi 5
non riconoscevo il locale.
Nessuno al banco.
Diedi
una voce.
Aspettai. 10
Aspettai a lungo.
Battei,
fuor di pazienza, le mani.
Apparve (sulla trentina,
di strano colorito) un tizio 15
(certo, di razza non latina)
da me mai prima visto
né conosciuto.
«Mi chiamo»,
mi fece, «Gesù Cristo. 20
Da tempo qui è cambiata gestione.
Venni con mio padre.
Sono anni.
Mio padre è morto.
Ora, 25
come voi stesso vedete,
son solo nella conduzione
dell’esercizio.
Comunque,
eccomi a voi. 30
Chiedete,
e cercherò d’esser pronto
a soddisfarvi.
Il conto
non vi preoccupi. 35
È un pezzo
che, specie s’è alto il prezzo,
ormai uso far credito.
Ditemi.
Salderete 40
come e quando vorrete».
….
Lo guardai.
Crollai il capo.
Aveva pur parlato, 45
è indubbio, a chiare e oneste note.
Ma allora, perché uscii a mani vuote? …
Giorgio Caproni, MANCATO ACQUISTO, in Res amissa, Tutte le poesie, Garzanti 2016, 1088 pagine