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28 Dicembre 2019È stata tua la colpa di Edoardo Bennato: la disillusione della normalità
“È stata tua la colpa” è un brano significativo di Edoardo Bennato, incluso nel suo celebre concept album Burattino senza fili del 1977.
Questa canzone rappresenta un momento cruciale nell’allegoria di Pinocchio realizzata da Bennato, ponendo l’accento sulla disillusione che deriva dal conformarsi alle aspettative della società e dal perdere la propria autenticità.
1. Panoramica e Contesto dell’Album
L’album Burattino senza fili è una rilettura moderna e critica della fiaba di Collodi, dove Pinocchio non è solo un burattino di legno, ma l’individuo che cerca la libertà e l’autenticità in un mondo che tende a omologare e controllare. Ogni personaggio della fiaba assume un significato allegorico che riflette aspetti della società contemporanea. “È stata tua la colpa” si colloca nel momento in cui Pinocchio ha raggiunto il suo obiettivo di diventare un “bambino vero”, ma si trova a confrontarsi con le conseguenze di questa trasformazione, che si rivelano essere una nuova forma di prigionia.
2. Analisi del Testo e delle Metafore
Il testo è un’amara accusa rivolta a Pinocchio (e per estensione, a chiunque scelga la “normalità” a discapito della propria individualità), che si è volontariamente sottomesso ai “fili” della società.
- L’Accusa e la Responsabilità della Scelta:
- “E’ stata tua la colpa allora adesso che vuoi? / volevi diventare come uno di noi, / e come rimpiangi quei giorni che eri / un burattino senza fili / e invece adesso i fili ce l’hai!…”
Il brano si apre con un’accusa diretta, quasi un rimprovero. Il narratore (che potrebbe essere una voce collettiva della “normalità” o la coscienza stessa di Pinocchio) sottolinea che la condizione attuale del protagonista è frutto della sua “colpa” o “scelta”. Pinocchio ha desiderato ardentemente diventare “come uno di noi”, ovvero un essere umano “normale”, ma in questo processo ha acquisito dei “fili”, perdendo la sua libertà originaria. Il “burattino senza fili” diventa un simbolo di autenticità e autonomia perdute.
- I Fili: La Nuova Prigionia della Conformità:
- “Adesso non fai un passo se dall’alto non c’è / qualcuno che comanda e muove i fili per te / adesso la gente di te più non riderà / non sei più un saltimbanco / ma vedi quanti fili che hai!…”
I “fili” non sono più quelli visibili di Mangiafuoco, ma le invisibili catene delle convenzioni sociali, delle aspettative, delle regole non scritte e delle gerarchie che ora controllano ogni azione di Pinocchio. La “normalità” comporta la perdita della spontaneità e della libertà di essere un “saltimbanco”, una figura libera e anticonformista, anche se derisa. La gente non riderà più di lui perché è diventato uno di loro, ma a quale prezzo?
- L’Inganno del “Campo dei Miracoli” e la Disillusione:
- “E’ stata tua la scelta allora adesso che vuoi? / Sei diventato proprio come uno di noi / a tutti gli agguati del gatto e la volpe tu / l’avevi scampata sempre / però adesso rischi di più!…”
Il testo richiama esplicitamente l’episodio del Gatto e la Volpe. Pinocchio, nella sua ingenuità di burattino, era riuscito a sfuggire alle loro trappole dirette. Ora, diventato “uno di noi”, è esposto a rischi maggiori, più subdoli e forse più pericolosi, perché le trappole non sono più esterne e riconoscibili, ma interne al sistema stesso in cui si è integrato. La “normalità” non è una garanzia di sicurezza, ma una condizione di vulnerabilità diversa.
- La Critica all’Istruzione e alla Verità Ufficiale:
- “E adesso che ragioni come uno di noi / i libri della scuola non te li venderai / come facesti quel giorno / per comprare il biglietto e entrare / nel teatro di Mangiafuoco / quei libri adesso li leggerai!…”
- “Vai, vai, e leggili tutti / e impara quei libri a memoria / c’è scritto che i saggi e gli onesti / son quelli che fanno la storia / fanno la guerra, la guerra è una cosa seria / buffoni e burattini, non la faranno mai!…”
Questa è una delle parti più sarcastiche e amare del brano. Pinocchio, che un tempo vendette i suoi libri per la libertà (anche se illusoria) del teatro di Mangiafuoco, ora è costretto a leggere e imparare a memoria i “libri della scuola”. Questi libri, che rappresentano il sapere ufficiale e la propaganda, insegnano una storia distorta: quella che celebra i “saggi e gli onesti” (spesso i potenti) come coloro che “fanno la storia” e “fanno la guerra”. La guerra, presentata come una “cosa seria”, è in realtà un affare dei “normali”, mentre i “buffoni e burattini” (i liberi, gli anticonformisti) ne sono esclusi. È una critica feroce all’educazione che omologa e alla retorica del potere che giustifica la violenza e la conformità.
- L’Assurdità della Normalità:
- “E’ stata tua la scelta allora adesso che vuoi? / Sei diventato proprio come uno di noi / prima eri un buffone, un burattino di legno / ma adesso che sei normale / quanto è assurdo il gioco che fai!”
Il climax del brano è la constatazione dell’assurdità. Pinocchio, che un tempo era un “buffone” o un “burattino di legno” (figure di per sé non nobili, ma libere e autentiche), ora che è “normale”, si trova in un “gioco” ancora più “assurdo”. La normalità non è la felicità, ma una trappola che toglie senso e autenticità alla vita.
3. Stile Musicale e Vocale
“È stata tua la colpa” si inserisce perfettamente nello stile rock-folk di Bennato:
- Ritmo Incalzante e Melodia Orecchiabile: La canzone ha un ritmo energico e una melodia che, pur essendo accattivante, veicola un messaggio amaro.
- Armonica a Bocca: L’armonica di Bennato sottolinea i passaggi chiave, aggiungendo un tocco blues e graffiante che rafforza il senso di denuncia.
- Voce Espressiva e quasi Parlata: La voce di Bennato è diretta, con un’intonazione che alterna il sarcasmo al rimprovero, rendendo il testo particolarmente incisivo e comunicativo.
4. Impatto e Rilevanza
Il brano è uno dei più potenti dell’album Burattino senza fili e della discografia di Bennato:
- Critica alla Conformità: È un inno all’anticonformismo e un monito contro la perdita di sé nell’omologazione sociale.
- Riflessione sulla Libertà: La canzone invita a riflettere sul vero significato della libertà, che non risiede nell’essere “normali” o nell’integrarsi, ma nel mantenere la propria autonomia e autenticità, anche a costo di essere considerati “buffoni” o “senza fili”.
- Attualità del Messaggio: Il tema della pressione sociale, della ricerca di una “normalità” che può rivelarsi una prigione, e della critica all’istruzione che forma alla conformità, rende il brano estremamente attuale in ogni epoca.
Conclusione
“È stata tua la colpa” è una canzone che, con la sua tagliente ironia e la sua profonda analisi psicologica, smaschera la disillusione che si cela dietro la promessa della “normalità”. Edoardo Bennato, attraverso la figura di Pinocchio, ci invita a non rinunciare alla nostra unicità e alla nostra libertà, anche se questo significa essere “burattini senza fili” in un mondo che preferirebbe vederci tutti controllati e conformi.
Testo di È stata tua la colpa da Burattino senza fili (1977)
volevi diventare come uno di noi,
e come rimpiangi quei giorni che eri
un burattino senza fili
e invece adesso i fili ce l’hai!…Adesso non fai un passo se dall’alto non c’è
qualcuno che comanda e muove i fili per te
adesso la gente di te più non riderà
non sei più un saltimbanco
ma vedi quanti fili che hai!…E’ stata tua la scelta allora adesso che vuoi?
Sei diventato proprio come uno di noi
a tutti gli agguati del gatto e la volpe tu
l’avevi scampata sempre
però adesso rischi di più!…
Adesso non fai un passo se dall’alto non c’è
qualcuno che comanda e muove i fili per te …
E adesso che ragioni come uno di noi
i libri della scuola non te li venderai
come facesti quel giorno
per comprare il biglietto e entrare
nel teatro di Mangiafuoco
quei libri adesso li leggerai!…
Vai, vai, e leggili tutti
e impara quei libri a memoria
c’è scritto che i saggi e gli onesti
son quelli che fanno la storia
fanno la guerra, la guerra è una cosa seria
buffoni e burattini, non la faranno mai!…
E’ stata tua la scelta allora adesso che vuoi?
Sei diventato proprio come uno di noi
prima eri un buffone, un burattino di legno
ma adesso che sei normale
quanto è assurdo il gioco che fai!