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28 Dicembre 2019La Cappella Brancacci e Masaccio: l’alba del Rinascimento in Pittura
La Cappella Brancacci, situata nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze, è uno dei luoghi più significativi della storia dell’arte occidentale. I suoi affreschi, realizzati principalmente da Masaccio (Tommaso di Ser Giovanni di Mone Cassai, 1401-1428) e Masolino da Panicale (1383-1440 circa), e completati in seguito da Filippino Lippi, segnano una svolta epocale nella pittura, rappresentando l’alba del Rinascimento.
1. Storia e Contesto della Cappella
La Cappella Brancacci fu fondata nel tardo Trecento dalla ricca famiglia patrizia dei Brancacci, mercanti di seta e influenti nella politica fiorentina. La decorazione ad affresco fu commissionata intorno al 1424 da Felice Brancacci, che ereditò la cappella dallo zio.
- Collaborazione tra Masolino e Masaccio: Felice Brancacci affidò l’incarico a Masolino, un artista più anziano e già affermato, e al giovane e promettente Masaccio. I due artisti lavorarono fianco a fianco tra il 1424 e il 1427, spartendosi le scene da dipingere.
- Interruzione dei Lavori: I lavori furono interrotti bruscamente a causa della partenza di Masolino per l’Ungheria (1425) e della prematura morte di Masaccio a Roma nel 1428, a soli 27 anni. Inoltre, la famiglia Brancacci cadde in disgrazia per le sue simpatie antimedicee, e Felice fu costretto all’esilio.
- Completamento di Filippino Lippi: Gli affreschi rimasero incompiuti per circa cinquant’anni. Furono poi completati da Filippino Lippi (1457-1504) tra il 1481 e il 1482, in uno stile che cercò di armonizzarsi con quello dei predecessori, pur mostrando le evoluzioni artistiche del suo tempo.
- Incendio del 1771: La chiesa di Santa Maria del Carmine subì un devastante incendio nel 1771, che distrusse gran parte dell’edificio. Fortunatamente, la Cappella Brancacci si salvò, anche se alcune parti degli affreschi subirono danni e furono oggetto di restauri successivi. Il restauro degli anni ’80 del XX secolo ha riportato alla luce i colori originali e ha permesso una migliore comprensione dell’opera.
2. Il Tema Iconografico: Le Storie di San Pietro
Il tema centrale del ciclo di affreschi è la storia della salvezza dell’uomo, narrata attraverso gli episodi della vita di San Pietro, considerato il primo apostolo di Cristo e il fondatore della Chiesa di Roma. Questa scelta iconografica era legata sia alla devozione della famiglia Brancacci al santo, sia al ruolo di Pietro come “pescatore di anime”, un richiamo all’attività mercantile della famiglia.
Il ciclo si sviluppa su tre pareti, divise in due registri (superiore e inferiore), e comprende diverse scene:
- Parete di Sinistra (Registro Superiore):
- La Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre (Masaccio)
- Il Pagamento del Tributo (Masaccio)
- Parete di Destra (Registro Superiore):
- Il Peccato Originale (Masolino)
- La Predica di San Pietro (Masolino)
- Il Battesimo dei Neofiti (Masaccio)
- La Guarigione dello Storpio e la Resurrezione di Tabita (Masolino, con interventi di Masaccio)
- Parete di Sinistra (Registro Inferiore):
- San Pietro che risana gli infermi con la sua ombra (Masaccio)
- La Distribuzione delle Elemosine e la Morte di Anania (Masaccio)
- La Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra (Masaccio e Filippino Lippi)
- San Paolo visita San Pietro in carcere (Filippino Lippi)
- Parete di Destra (Registro Inferiore):
- La Disputa con Simon Mago e la Crocifissione di San Pietro (Filippino Lippi)
- La Liberazione di San Pietro dal carcere (Filippino Lippi)
3. Masaccio e le Sue Rivoluzionarie Innovazioni
Masaccio, nonostante la sua breve vita (morì a soli 27 anni), fu il vero protagonista della rivoluzione pittorica del primo Rinascimento, e la Cappella Brancacci è il manifesto delle sue innovazioni.
- Prospettiva Lineare e Spazio Tridimensionale: Masaccio fu il primo a mettere in pratica in modo sistematico le scoperte di Filippo Brunelleschi sulla prospettiva lineare. Nelle sue scene, come Il Pagamento del Tributo, lo spazio è costruito con una rigorosa razionalità geometrica, creando un’illusione di profondità e tridimensionalità che non aveva precedenti. Le figure sono collocate in un ambiente misurabile e credibile, che si estende oltre la parete dipinta.
- Plasticità e Volume dei Corpi: Le figure di Masaccio sono solide, monumentali, “pesanti”. Non sono più le figure eteree e bidimensionali del Gotico Internazionale, ma corpi dotati di massa e volume, modellati dal chiaroscuro. Questo conferisce loro una presenza fisica e una concretezza straordinarie, quasi fossero sculture.
- Luce e Chiaroscuro Realistico: Masaccio utilizza una fonte di luce unica e coerente, che modella le figure e proietta ombre definite nello spazio. Spesso, la fonte di luce dipinta coincide con una fonte di luce reale all’interno della cappella (come la finestra), aumentando il senso di realismo e immersione. Il chiaroscuro non è solo un mezzo per creare volume, ma anche per esprimere drammaticità e verità emotiva.
- Espressività e Umanità dei Personaggi: I volti e i gesti dei personaggi di Masaccio esprimono una profonda umanità e partecipazione emotiva. Nella Cacciata di Adamo ed Eva, il dolore, la vergogna e la disperazione dei progenitori sono resi con una forza emotiva mai vista prima, superando simbolismi e idealizzazioni.
- Realismo Narrativo: Masaccio riesce a condensare più momenti narrativi in un’unica scena (come nel Tributo, dove sono rappresentati tre episodi distinti), mantenendo una coerenza spaziale e una chiarezza narrativa che rendono la storia immediatamente comprensibile e coinvolgente.
- Ritratti di Contemporanei: Nelle sue opere, Masaccio inserisce spesso ritratti di personaggi del suo tempo, inclusi artisti come Brunelleschi e lo stesso Masaccio (nel San Pietro in cattedra), rendendo le scene ancora più vicine alla realtà fiorentina.
4. Il Confronto con Masolino
La Cappella Brancacci offre un confronto diretto tra due stili: il Gotico Internazionale di Masolino e il nuovo linguaggio rinascimentale di Masaccio.
- Masolino: Le sue figure, come quelle nel Peccato Originale, sono più delicate, eleganti, con contorni morbidi e un minor senso di peso e volume. La sua pittura è più decorativa e meno drammatica, ancora legata a una visione idealizzata.
- Masaccio: Le sue figure, come l’Adamo ed Eva nella Cacciata, sono cariche di forza espressiva, con corpi solidi e un senso di drammaticità e realismo che rompe con la tradizione.
Questo contrasto rende la Cappella Brancacci un laboratorio visivo delle trasformazioni artistiche in atto a Firenze all’inizio del Quattrocento.
5. Eredità e Influenza
La Cappella Brancacci divenne una vera e propria “scuola” per le generazioni successive di artisti.
- Punto di Riferimento: Artisti come Michelangelo e Raffaello studiarono e copiarono gli affreschi di Masaccio, assimilandone le innovazioni sulla prospettiva, il volume e l’espressività. Vasari racconta che Michelangelo disegnò molto nella cappella, e le sue figure muscolose e potenti mostrano chiaramente l’influenza di Masaccio.
- Fondamento del Rinascimento: L’opera di Masaccio nella Cappella Brancacci è considerata uno dei momenti fondanti del Rinascimento in pittura, aprendo la strada a un’arte che poneva l’uomo al centro, con la sua fisicità, le sue emozioni e la sua capacità di agire in uno spazio razionale e misurabile.
Conclusione
La Cappella Brancacci è un tesoro inestimabile che racchiude in sé la rivoluzione artistica del primo Rinascimento. Gli affreschi di Masaccio, con la loro prospettiva innovativa, la plasticità dei corpi e la profonda umanità, non solo narrano le storie di San Pietro, ma raccontano la nascita di un nuovo modo di vedere e rappresentare il mondo, influenzando per secoli l’arte occidentale e consolidando il ruolo di Firenze come culla del Rinascimento.