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28 Dicembre 2019Biografia del Poeta triestino Umberto Saba
Umberto Saba (Trieste, 22 gennaio 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), pseudonimo di Umberto Poli, è stato uno dei più importanti poeti italiani del Novecento. La sua opera è profondamente legata alla sua esperienza autobiografica, alla sua città natale, Trieste, e a una costante ricerca di una “poesia onesta” che indaghi con sincerità l’animo umano e le sue contraddizioni.
Infanzia e Formazione (1883-1909)
Nato a Trieste, città all’epoca sotto l’Impero austro-ungarico, Saba ebbe un’infanzia difficile e segnata da un profondo trauma familiare. Il padre, Ugo Edoardo Poli, di origini veneziane, abbandonò la famiglia prima della sua nascita. Questa assenza paterna e il conseguente rapporto conflittuale con la madre, Rachele Coen (ebrea, da cui il cognome Saba, scelto in seguito per onorare la balia ebraica che lo allevò e che per lui fu una figura materna più affettuosa), segnarono profondamente la sua psiche e la sua poetica.
Studiò a Trieste, poi a Pisa e Firenze, ma senza completare gli studi universitari. Iniziò a scrivere poesie fin da giovane, influenzato inizialmente da D’Annunzio e Pascoli, ma sviluppando presto una voce originale. Nel 1905 adottò lo pseudonimo “Saba”, un omaggio alla sua balia ebrea, Peppa Sabaz, e forse anche un richiamo al termine ebraico “saba” (nonno), simbolo di saggezza e stabilità.
Le Prime Raccolte e la Nascita del Canzoniere (1909-1921)
Dopo il servizio militare, nel 1909 si sposò con Carolina Wölfler, la sua “Lina”, figura centrale della sua vita e della sua poesia, da cui ebbe la figlia Linuccia. Lina fu per lui una fonte di gioia e tormento, un amore complesso che Saba esplorò in molte sue liriche.
Le sue prime raccolte, come Poesie (1911) e Coi miei occhi (1912), iniziarono a delineare i tratti distintivi della sua poetica. Nel 1921 pubblicò la prima edizione del suo Canzoniere, un’opera che avrebbe continuato a rielaborare e ampliare per tutta la vita, raccogliendo l’intera sua produzione poetica. Il Canzoniere è concepito come un’autobiografia in versi, un diario lirico che segue la sua evoluzione umana e artistica.
La Psicoanalisi e la Crisi Esistenziale (Anni ’20 – ’30)
Gli anni Venti e Trenta furono segnati da una profonda crisi esistenziale e da problemi psichici che lo portarono a intraprendere un percorso di analisi freudiana con il dottor Edoardo Weiss, allievo di Freud. Questa esperienza fu fondamentale per Saba, che cercò nella psicoanalisi una chiave per comprendere le radici dei suoi tormenti e per riconciliare le figure genitoriali assenti o conflittuali. La psicoanalisi influenzò la sua poesia, rendendola ancora più introspettiva e attenta alle dinamiche inconsce.
In questi anni pubblicò sezioni importanti del Canzoniere, come Preludio e canzonette (1922-23), Autobiografia (1924) e I prigioni (1924). La sua poesia si fece più matura, pur mantenendo la sua caratteristica semplicità e chiarezza.
Le Leggi Razziali e il Periodo Milanese (1938-1945)
Con l’emanazione delle leggi razziali fasciste nel 1938, Saba, di origine ebraica per parte di madre, fu costretto a vivere in clandestinità. Si rifugiò a Roma, poi a Firenze, aiutato da amici come Eugenio Montale e Carlo Levi. Questo periodo di persecuzione e isolamento acuì il suo senso di angoscia e di estraneità.
Il Secondo Dopoguerra e gli Ultimi Anni (1945-1957)
Dopo la guerra, Saba si stabilì a Milano, dove continuò a lavorare al suo Canzoniere, pubblicando nuove sezioni come Mediterranee (1946) e Epigrafe (1953). La sua fama crebbe, e fu riconosciuto come uno dei grandi maestri della poesia italiana.
Negli ultimi anni, la sua salute peggiorò, e fu ricoverato più volte per problemi cardiaci e nervosi. Morì a Gorizia nel 1957, dopo aver lasciato un’eredità poetica di straordinaria autenticità e profondità.
La Poetica di Umberto Saba: La “Poesia Onesta”
La poetica di Saba è definita dalla sua ricerca di una “poesia onesta”, che si contrapponeva alle tendenze più ermetiche e retoriche del suo tempo. I tratti distintivi della sua opera sono:
- Autobiografismo: La sua poesia è un costante dialogo con la propria vita, le proprie esperienze, i propri affetti e i propri tormenti. Il Canzoniere è una vera e propria “storia di una vita”.
- Sincerità e Chiarezza: Saba rifiuta ogni artificio retorico e ogni oscurità, cercando un linguaggio semplice, diretto e colloquiale, che possa esprimere con onestà i sentimenti più intimi.
- Temi Quotidiani: La sua poesia si concentra sulla vita di tutti i giorni, sugli affetti familiari (Lina, Linuccia), sulla sua città (Trieste), sui mestieri umili, sugli animali. Il quotidiano diventa il luogo in cui si rivela la verità dell’esistenza.
- La Città di Trieste: Trieste non è solo uno sfondo, ma un personaggio vivo della sua poesia, un luogo di confine e di contraddizioni, che riflette la complessità dell’animo del poeta.
- La Psicoanalisi e l’Inconscio: L’influenza della psicoanalisi lo porta a esplorare le dinamiche inconsce, i traumi infantili e le ambivalenze affettive, dando voce a un disagio esistenziale profondo.
- Musicalità e Tradizione: Nonostante la sua ricerca di semplicità, Saba non rinuncia alla musicalità del verso e si rifà spesso alla tradizione lirica italiana, pur innovandola con un linguaggio più moderno.
Conclusione
Umberto Saba è stato un poeta che ha saputo trasformare la propria vita in poesia, con una sincerità e una profondità rare. La sua “poesia onesta”, radicata nell’autobiografia e nella ricerca di senso, ha esplorato con lucidità e compassione le contraddizioni dell’animo umano, la complessità degli affetti e la bellezza della vita quotidiana. La sua opera rimane un punto di riferimento fondamentale per la comprensione della poesia italiana del Novecento e per la sua capacità di parlare al cuore di ogni lettore.