
Canto diciassettesimo del Paradiso vv. 1-78
28 Dicembre 2019
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28 Dicembre 2019Le Operette Morali di Giacomo Leopardi sono una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, prevalentemente dialoghi, scritti tra il 1824 e il 1832.
Rappresentano la più compiuta espressione del pensiero filosofico di Leopardi, il luogo in cui egli affronta in modo sistematico e lucido la sua visione del mondo, spesso definita come l’“arido vero”. Lontano dalla forma lirica dei Canti, le Operette utilizzano un linguaggio più razionale, ironico e talvolta satirico per svelare le illusioni umane e la cruda realtà dell’esistenza.
1. Cosa Sono le Operette Morali?
Le Operette Morali sono opere di prosa di carattere filosofico, spesso sotto forma di dialogo, ma anche di prose liriche o brevi racconti. Il termine “operette” indica la loro brevità e la loro natura di “piccole opere”, mentre “morali” si riferisce al loro intento etico e filosofico, volto a indagare la condizione umana e a riflettere sui grandi interrogativi dell’esistenza.
- Genere: Si inseriscono nella tradizione del dialogo filosofico (da Platone a Luciano di Samosata), ma con una sensibilità romantica e una profondità pessimistica tipicamente leopardiana.
- Scopo: Non sono semplici esercizi letterari, ma il veicolo attraverso cui Leopardi espone il suo pessimismo cosmico, la sua teoria del piacere e la sua visione della Natura.
- Linguaggio: La prosa è elegante, classica, ma al tempo stesso precisa e incisiva, capace di esprimere concetti complessi con chiarezza e ironia.
2. L’Arido Vero: La Verità Svelata
Il concetto di “arido vero” è il fulcro dell’ideologia leopardiana e il principale oggetto di indagine delle Operette Morali. Si tratta della verità nuda e cruda dell’esistenza, spogliata di ogni illusione consolatoria.
- La Distruzione delle Illusioni: Per Leopardi, l’uomo, in origine, era felice grazie alle illusioni (la Natura benigna, la speranza, la gloria, l’amore, la fede, l’idea di un progresso indefinito). Queste illusioni, pur non essendo reali, erano necessarie per la felicità e per rendere sopportabile la vita. La ragione, con il suo sviluppo, ha progressivamente svelato la falsità di queste illusioni, lasciando l’uomo di fronte a una realtà desolante.
- La Natura Matrigna: L’arido vero rivela che la Natura non è una madre benevola, ma una forza indifferente e distruttiva, una “matrigna” che genera gli esseri solo per distruggerli, in un ciclo perpetuo di creazione e annientamento. Il suo unico scopo è la conservazione della specie, non la felicità dell’individuo.
- Il Dolore come Condizione Ineludibile: Di conseguenza, il dolore non è un incidente o una punizione, ma una condizione intrinseca e universale dell’esistenza. Il piacere è solo una breve interruzione del dolore, o l’attesa di un piacere che non si realizzerà mai pienamente.
- La Caducità e il Nulla: L’arido vero mostra che tutto è destinato a perire, a tornare nel nulla. La vita è un breve intervallo tra due infiniti di non-essere. Non c’è provvidenza divina né immortalità dell’anima.
3. Temi dell’Arido Vero nelle Operette Morali
Le Operette Morali esplorano l’arido vero attraverso una varietà di personaggi e situazioni allegoriche:
- Dialogo della Natura e di un Islandese: È forse l’operetta più emblematica del pessimismo cosmico. L’Islandese, che ha viaggiato per il mondo cercando di sfuggire al dolore, incontra la Natura, che gli rivela la sua indifferenza e la sua intrinseca crudeltà. La Natura spiega di non curarsi della felicità umana, essendo impegnata nel ciclo universale di generazione e distruzione.
- Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare: Affronta il tema della noia, intesa come il più grande dei mali umani. La noia nasce dalla consapevolezza della vanità di ogni cosa e dall’impossibilità di soddisfare l’infinito desiderio di piacere. È un vuoto esistenziale che tormenta l’uomo moderno.
- Dialogo della Moda e della Morte: Questo dialogo, già analizzato, rivela la sorprendente parentela tra Moda e Morte, entrambe figlie della Caducità. La Moda, con la sua incessante ricerca del nuovo e la sua distruzione del vecchio, è una complice della Morte, contribuendo a rendere la vita “più morta che viva” e a distruggere anche l’illusione della fama eterna.
- Dialogo di Ercole e di Atlante: Evidenzia la vanità della gloria e delle imprese umane. Ercole e Atlante, figure mitologiche associate a gesta eroiche, si lamentano della noia e della futilità delle loro imprese, che non hanno cambiato nulla nel mondo.
- Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere: Qui emerge la critica alla speranza nel futuro. Il venditore di almanacchi, che vende speranze per l’anno nuovo, si scontra con il Passeggero, che lo interroga sulla vera felicità. Si conclude che la felicità non risiede nel futuro, ma solo nell’illusione che esso possa essere migliore del presente.
4. Stile e Linguaggio nell’Espressione dell’Arido Vero
Per esprimere l’arido vero, Leopardi adotta uno stile e un linguaggio particolari:
- Lucidità e Razionalità: A differenza della lirica, dove prevale il vago e l’indefinito, nelle Operette il linguaggio è preciso, argomentativo, quasi scientifico. Leopardi vuole dimostrare la sua tesi con rigore logico.
- Ironia e Sarcasmo: L’ironia è uno strumento affilato per smascherare le illusioni e le ipocrisie umane. Spesso i personaggi allegorici si scambiano battute sarcastiche che rivelano l’assurdità della condizione umana.
- Dialogo come Strumento Dialettico: La forma dialogica permette a Leopardi di esplorare diverse prospettive, di confutare le tesi comuni e di condurre il lettore, passo dopo passo, alla dolorosa verità.
- Classicismo e Purezza: Pur nella complessità del pensiero, la prosa di Leopardi mantiene una purezza e una classicità formale, con un lessico scelto e una sintassi equilibrata, che non scade mai nella volgarità.
Conclusione
Le Operette Morali sono il laboratorio filosofico di Giacomo Leopardi, il luogo in cui il poeta si confronta senza filtri con l’“arido vero” dell’esistenza. Attraverso la loro prosa lucida, ironica e profondamente meditativa, esse svelano la vanità delle illusioni, l’indifferenza della Natura, l’ineluttabilità del dolore e la caducità di ogni cosa. Nonostante la loro visione pessimistica, le Operette non sono un invito alla disperazione passiva, ma un’esortazione alla consapevolezza. Riconoscere l’arido vero è il primo passo per una forma di dignità umana, quella che si manifesta nella “social catena”, nell’unione degli uomini contro il comune destino di sofferenza. Sono un’opera fondamentale per comprendere la grandezza e la coerenza del pensiero leopardiano.