
Participio presente e perfetto latino
28 Dicembre 2019
Una innovativa concezione di cittadinanza nella Antica Roma Repubblicana
28 Dicembre 2019La transizione dalla Monarchia alla Repubblica rappresenta uno dei momenti più significativi e dibattuti della storia di Roma antica. Secondo la tradizione romana, questo passaggio avvenne alla fine del VI secolo a.C., segnando la nascita di un nuovo sistema politico che avrebbe plasmato il destino di Roma per quasi cinque secoli.
1. La Monarchia Romana: Contesto e Crisi Finale
Prima dell’instaurazione della Repubblica, Roma era governata da re. La tradizione ne annovera sette, da Romolo a Tarquinio il Superbo. I primi re (Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio) sono considerati romano-sabini, mentre gli ultimi tre (Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo) sono di origine etrusca. Sotto i re etruschi, Roma conobbe un periodo di grande sviluppo urbano, economico e militare, trasformandosi da un insieme di villaggi in una vera città-stato.
Tuttavia, il carattere della monarchia etrusca divenne sempre più autoritario, culminando nel regno di Tarquinio il Superbo (534-509 a.C.). La tradizione lo descrive come un tiranno arrogante e crudele, che governava senza il consenso del Senato e del popolo, e che si macchiò di atti violenti e ingiusti. La sua tirannia fu il catalizzatore della rivolta.
2. La Cacciata di Tarquinio il Superbo e la Nascita della Repubblica (509 a.C.)
L’episodio chiave che portò alla fine della monarchia è legato alla violenza subita da Lucrezia, una nobile romana, da parte di Sesto Tarquinio, figlio del re. Lucrezia, dopo essere stata disonorata, si tolse la vita per salvare il suo onore e quello della sua famiglia. Questo evento, che colpì profondamente l’orgoglio e il senso di giustizia dei Romani, scatenò una ribellione.
La rivolta fu guidata da Lucio Giunio Bruto (considerato il fondatore della Repubblica) e da Lucio Tarquinio Collatino (marito di Lucrezia). I ribelli riuscirono a cacciare Tarquinio il Superbo e la sua famiglia da Roma.
La morte di Lucrezia, evento scatenante della ribellione contro la monarchia.
Nell’anno tradizionalmente fissato come il 509 a.C., Roma dichiarò abolita la monarchia e instaurò la Repubblica (Res Publica, letteralmente “cosa pubblica” o “affare del popolo”), un nuovo sistema di governo basato sulla libertas (libertà) dei cittadini e sulla partecipazione (seppur limitata) alla vita politica.
3. Le Prime Istituzioni Repubblicane: I Consoli e il Senato
Il nuovo assetto repubblicano fu caratterizzato dalla sostituzione del re con un sistema di magistrature elettive e temporanee, con l’obiettivo di evitare la concentrazione di potere nelle mani di un singolo individuo.
- I Consoli (Consules): Il potere esecutivo e l’imperium (il comando militare e civile) vennero affidati a due consoli, eletti annualmente dai comizi centuriati. La collegialità (due consoli con pari poteri e diritto di veto reciproco) e l’annualità erano i pilastri per prevenire la tirannia. I primi consoli furono, secondo la tradizione, proprio Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino.
- Il Senato (Senatus): Il Senato, che già in epoca monarchica era un consiglio consultivo, acquisì un ruolo centrale e di fatto divenne l’organo direttivo della Repubblica. Composto dai patres (i capi delle famiglie patrizie, e successivamente anche plebee), era il custode delle tradizioni (mos maiorum) e aveva un’enorme autorità morale (auctoritas). Il suo parere (senatus consultum) era quasi sempre vincolante per i magistrati.
- I Comizi (Comitia): Le assemblee del popolo romano mantennero la funzione di eleggere i magistrati e di votare le leggi, sebbene il loro potere fosse bilanciato da quello del Senato e dei magistrati.
I due consoli, simbolo della collegialità del potere nella Repubblica Romana.
4. Le Sfide Iniziali della Repubblica
La nascente Repubblica dovette affrontare immediatamente diverse sfide:
- Minacce Esterne: Tarquinio il Superbo cercò di riconquistare il trono con l’aiuto di Etruschi (Porsenna, re di Chiusi) e Latini. Roma dovette lottare per la sua sopravvivenza.
- Conflitto tra Patrizi e Plebei: Internamente, la Repubblica fu subito dilaniata dal conflitto tra patrizi e plebei. I patrizi, un’aristocrazia ereditaria, detenevano il monopolio delle magistrature e del potere politico, economico e religioso. I plebei, la maggioranza della popolazione (contadini, artigiani, commercianti), erano esclusi dalle cariche pubbliche, gravati da debiti e privi di rappresentanza. Questo conflitto, durato circa due secoli, fu fondamentale per l’evoluzione delle istituzioni repubblicane, portando alla creazione di nuove magistrature (come i Tribuni della Plebe) e all’accesso progressivo dei plebei a tutte le cariche e al Senato.
- Consolidamento Costituzionale: La Repubblica dovette sviluppare un sistema di leggi e consuetudini che ne regolasse il funzionamento, culminato nella stesura delle Leggi delle XII Tavole (451-450 a.C.), il primo codice di leggi scritte.
Il Foro Romano con la Curia, centro politico della neonata Repubblica.
5. La Nascita di una Potenza
Nonostante le difficoltà iniziali, la Repubblica Romana dimostrò una straordinaria capacità di adattamento e di crescita. La cacciata del re e l’instaurazione di un governo “condiviso” (anche se inizialmente solo tra i patrizi) permise a Roma di superare le crisi e di gettare le basi per la sua futura espansione. La Res Publica divenne il simbolo della libertà romana e della sua ambizione di dominio, un modello che avrebbe influenzato profondamente la storia del pensiero politico occidentale.