
Participio presente e perfetto latino
28 Dicembre 2019
Una innovativa concezione di cittadinanza nella Antica Roma Repubblicana
28 Dicembre 2019Le Magistrature Romane e i Primi Secoli della Repubblica: Un Sistema in Evoluzione
La nascita della Repubblica Romana nel 509 a.C. segnò l’abbandono del potere monarchico e l’instaurazione di un nuovo sistema di governo basato su magistrature collegiali, annuali e gratuite. Questo assetto, tuttavia, non fu statico, ma si sviluppò e si perfezionò nei primi secoli della Repubblica attraverso un lungo e spesso travagliato processo, in gran parte modellato dal conflitto tra patrizi e plebei. La storia delle magistrature in quest’epoca è indissolubilmente legata alla lotta per l’uguaglianza politica e sociale.
1. L’Instaurazione delle Prime Magistrature e il Cursus Honorum
Con la caduta della monarchia, il potere del re fu frammentato e redistribuito tra diverse cariche. L’obiettivo principale era evitare la concentrazione di potere che aveva caratterizzato la tirannia di Tarquinio il Superbo.
- Consoli (Consules): Furono le prime e più importanti magistrature, ereditando l’imperium regio (comando militare e civile). Inizialmente, erano due e venivano eletti annualmente dai Comizi Centuriati. Il principio di collegialità (pari poteri con diritto di veto reciproco) e annualità fu il fondamento del nuovo governo, sebbene per i primi decenni solo i patrizi potessero accedervi.
- Questori (Quaestores): Già presenti in qualche forma sotto la monarchia, divennero i magistrati finanziari della Repubblica, responsabili della gestione dell’erario e dell’amministrazione militare. La questura fu la prima tappa del futuro cursus honorum.
La piena definizione del cursus honorum (la sequenza prestabilita delle cariche pubbliche) e delle età minime per ricoprirle si completò nel corso del IV e III secolo a.C., man mano che le magistrature venivano create o ridefinite e che l’accesso plebeo diventava una realtà.
Il “cursus honorum”, la sequenza delle cariche pubbliche nella Repubblica Romana.
2. Il Conflitto tra Patrizi e Plebei e l’Evoluzione delle Magistrature
I primi due secoli della Repubblica (V-IV secolo a.C.) furono dominati dal conflitto tra patrizi e plebei. I patrizi, l’aristocrazia ereditaria, detenevano il monopolio delle cariche politiche e religiose, mentre i plebei, pur costituendo la maggioranza della popolazione e fornendo la forza lavoro e militare, erano esclusi dalla partecipazione politica e spesso gravati da problemi economici (come la schiavitù per debiti). La loro lotta per l’uguaglianza portò a significative riforme istituzionali:
- Tribuni della Plebe (Tribuni Plebis) – (494 a.C. circa): La prima e più significativa conquista plebea. In seguito alla prima secessione della plebe sul Monte Sacro, i plebei ottennero l’istituzione di questa magistratura sacra e inviolabile (sacrosanctitas), con il potere di:
- Ius Auxilii: aiutare i plebei contro l’arbitrio dei magistrati patrizi.
- Ius Intercessionis (Veto): bloccare qualsiasi atto di un magistrato, del Senato o di un comizio che fosse ritenuto lesivo degli interessi della plebe. Inizialmente due, il loro numero fu portato a dieci. Pur non avendo imperium, il loro potere di veto li rese figure centrali nella vita politica.
Un Tribuno della Plebe difende i diritti dei plebei.
- Edili Plebei (Aediles Plebis) – (494 a.C. circa): Istituiti insieme ai Tribuni della Plebe, avevano il compito di assisterli, custodire gli archivi e il tesoro della plebe, e sovrintendere ai culti plebei.
- Leggi delle XII Tavole (451-450 a.C.): Non una magistratura, ma un passo fondamentale. La pressione plebea per avere leggi scritte e pubbliche portò alla nomina di un collegio di dieci decemviri incaricati di redigere il primo codice di leggi scritte. Questo limitò l’arbitrio dei magistrati patrizi, rendendo il diritto accessibile a tutti i cittadini.
- Ammissione dei Plebei al Consolato (367 a.C. – Leggi Licinie-Sestie): Questo fu il punto di svolta. Dopo una lunga serie di conflitti, le Leges Liciniae Sextiae stabilirono che uno dei due consoli dovesse obbligatoriamente essere plebeo. Ciò aprì la strada all’accesso dei plebei a tutte le altre magistrature maggiori.
- Pretori (Praetores) – (367 a.C.): Contestualmente all’apertura del consolato ai plebei, fu creata la pretura, una nuova magistratura con imperium ma subordinata al consolato, con la funzione specifica di amministrare la giustizia. Inizialmente patrizia, anche questa carica fu presto accessibile ai plebei.
- Edili Curuli (Aediles Curules) – (367 a.C.): Nacquero accanto agli edili plebei, con funzioni simili ma legate all’organizzazione dei giochi pubblici (spesso costosi, per i quali necessitavano di maggiori risorse) e alla giurisdizione sui mercati. Erano accessibili sia a patrizi che a plebei.
- Censori (Censores) – (351 a.C. plebei ammessi): Questa magistratura, istituita già nel V secolo a.C. ma con una durata di 18 mesi ogni 5 anni, divenne accessibile ai plebei nel 351 a.C. I censori erano responsabili del censimento dei cittadini, della valutazione morale (cura morum) e della revisione delle liste del Senato, avendo il potere di rimuovere i senatori indegni.
Rappresentazione del conflitto sociale tra patrizi e plebei nella Repubblica Romana primitiva.
3. Caratteristiche Delle Magistrature Nei Primi Secoli Repubblicani
Nonostante le evoluzioni, le magistrature mantennero i loro principi fondamentali:
- Annualità e Collegialità: Fondamentali per la libertas romana, garantivano che il potere fosse limitato nel tempo e controllato da più persone.
- Gratuità: Le cariche rimanevano non retribuite, un privilegio e un onere per le famiglie abbienti.
- Responsabilità: I magistrati dovevano rispondere del loro operato al termine del mandato.
- Dipendenza dal Senato: Sebbene i magistrati detenessero l’imperium e la potestas, il Senato, composto dagli ex magistrati e custode della tradizione, esercitava un’enorme influenza e controllo sulla loro azione, soprattutto per le questioni più importanti (guerra, pace, finanze).
4. La “Nobilitas” Patrizio-Plebea
L’esito delle lotte tra patrizi e plebei non fu l’eliminazione delle distinzioni sociali, ma la nascita di una nuova aristocrazia, la nobilitas, composta dalle famiglie (sia patrizie che plebee) che avevano raggiunto il consolato. Questa nuova élite, basata sulla ricchezza e sull’aver ricoperto le magistrature, continuò a dominare la vita politica romana, pur in un contesto di maggiore apertura e inclusione rispetto all’antica aristocrazia esclusivamente patrizia.
I primi secoli della Repubblica Romana e l’evoluzione delle sue magistrature rappresentano un esempio straordinario di come un sistema politico possa adattarsi e trasformarsi in risposta alle pressioni sociali interne, mantenendo la sua stabilità e gettando le basi per un’espansione e un’egemonia senza precedenti nel mondo antico.
L’immagine che illustra un’assemblea dei Comizi Centuriati, dove venivano eletti i magistrati maggiori.