
Il bambino col pigiama a righe di John Boyne
28 Dicembre 2019
2. Ideale di vita. Prima elegia del primo libro del Corpus tibullianum, vv 13-24
28 Dicembre 2019Marziale e l’Epigramma: il ritratto ironico di Roma Imperiale
Marco Valerio Marziale (circa 40 – 104 d.C.) è stato il più grande e prolifico esponente dell’epigramma latino. Vissuto tra l’epoca dei Flavi e i primi anni del regno di Traiano, Marziale ha immortalato nelle sue brevi ma pungenti composizioni la vita quotidiana di Roma imperiale, offrendo un ritratto vivace, ironico e spesso impietoso della società del suo tempo.
1. L’Epigramma come Genere Letterario
L’epigramma, di origine greca, era inizialmente una breve iscrizione su oggetti (statue, doni votivi, lapidi sepolcrali). Era caratterizzato dalla brevità, dalla concisione e dalla capacità di esprimere un pensiero in modo incisivo. I Greci lo avevano sviluppato in un genere letterario autonomo, spesso usato per dediche, invettive o per esprimere sentimenti.
Marziale ereditò questa tradizione e la portò a una nuova vetta, rendendola il suo veicolo espressivo esclusivo. Egli definì l’epigramma come un componimento che “deve essere breve e tagliente” (brevis et argutus), con un finale a sorpresa (il fulmen in clausula o “punta epigrammatica”) che colpisce il lettore.
2. La Vita e il Contesto
Marziale nacque a Bilbilis, in Spagna, e si trasferì a Roma intorno al 64 d.C. Qui visse per circa 34 anni, frequentando i circoli letterari e cercando il favore dei potenti. La sua vita fu quella di un poeta cliente, costretto a vivere di espedienti e della generosità dei suoi protettori, una condizione che traspare spesso dalle sue poesie, con lamentele sulle difficoltà economiche e l’adulazione verso i patroni.
I suoi Epigrammi (circa 1500) sono raccolti in 12 libri, più due libri occasionali (Liber Spectaculorum e Xenia/Apophoreta). Furono pubblicati tra l’80 e il 102 d.C.
3. Le Tematiche dell’Epigramma Marzialesco
La poesia di Marziale è uno specchio della vita quotidiana di Roma, con tutte le sue sfaccettature, vizi e virtù.
- Il Quotidiano Romano: Marziale è il cronista per eccellenza della Roma del suo tempo. Descrive le strade affollate, le terme, i teatri, le botteghe, i mestieri, i suoni e gli odori della città. I suoi epigrammi sono pieni di dettagli realistici che ci danno un’idea vivida della vita urbana.
- La Satira di Costume: Questa è la tematica predominante. Marziale non risparmia nessuno, ma la sua è una satira più descrittiva che moralistica, più mirata a divertire che a riformare. Egli ritrae una galleria di personaggi tipici e di vizi umani universali:
- I Parassiti e gli Adulatori: Quelli che vivono alle spalle dei ricchi, cercando inviti a cena e favori.
- Gli Ipocriti e i Falsi: Chi ostenta una moralità che non possiede.
- I Pedanti e i Fanfaroni: Chi si vanta di una cultura o di imprese che non ha.
- Le Donne: Spesso oggetto di critica, sia per i loro vizi (avarizia, civetteria, scostumatezza) che per la loro vecchiaia nascosta dal trucco.
- I Medici Inetti, gli Avvocati Chiacchieroni, gli Eredi Avidi: Un vasto campionario di tipi umani.
- L’Omosessualità e i Vizi Sessuali: Molti epigrammi toccano questi temi con una libertà e una schiettezza che possono sembrare scabrose al lettore moderno, ma che riflettono la moralità dell’epoca.
- La Critica al Clientelismo: Marziale, in quanto cliente, conosce bene le dinamiche del sistema clientelare romano. Nonostante dipenda da esso, spesso lo descrive con ironia e amarezza, lamentando la scarsa generosità dei patroni e la dignità calpestata del poeta.
- L’Amore e l’Amicizia: Sebbene la sua sia principalmente una satira di costume, Marziale scrive anche epigrammi più intimi e affettuosi dedicati agli amici, alla sua patria d’origine (la Spagna), e talvolta all’amore, anche se spesso in toni più leggeri e giocosi rispetto agli elegiaci.
- Elogio e Adulazione: Marziale è un abile adulatore. Molti epigrammi sono dedicati all’imperatore (Domiziano, Nerva, Traiano) e ai suoi protettori, con lodi spesso sperticate, necessarie per ottenere benefici e sopravvivere.
- Riflessione sulla Poesia: Marziale discute spesso del suo stesso genere, l’epigramma, rivendicandone la dignità e la capacità di immortalare la realtà in modo più efficace di generi più “nobili” come l’epica.
4. Stile e Linguaggio
Lo stile di Marziale è perfettamente funzionale al genere dell’epigramma:
- Brevità e Concettismo: È maestro nel costruire epigrammi brevi, con un linguaggio essenziale e diretto, che culminano in una battuta finale inaspettata e fulminante (fulmen in clausula).
- Realismo e Immediatezza: Il suo linguaggio è mimetico, capace di riprodurre il parlato quotidiano, con espressioni colloquiali, gergali e talvolta oscene, che lo rendono vivace e immediato.
- Umorismo e Ironia: L’umorismo è una componente essenziale, spesso sarcastico, nero o autoironico.
- Vario e Versatile: Marziale dimostra una grande varietà di toni e registri, dal comico al grottesco, dal patetico al celebrativo, dal malinconico al scurrile.
- Utilizzo del Distico Elegiaco: Sebbene abbia sperimentato altri metri, il distico elegiaco (un esametro seguito da un pentametro) è il metro prediletto e che meglio si adatta alla struttura dell’epigramma.
5. L’Eredità di Marziale
Marziale fu un innovatore che diede forma definitiva all’epigramma latino, influenzando profondamente la poesia successiva. Il suo genere, con la sua brevità, la sua punta finale e la sua attenzione al quotidiano, è ancora oggi riconoscibile. Nel Rinascimento e in epoche successive, molti autori (come il Carducci in Italia) si ispirarono a lui per la loro poesia satirica e d’occasione. La sua opera rimane una fonte insostituibile per comprendere la società e i costumi della Roma imperiale, filtrati attraverso lo sguardo acuto e disincantato di un maestro dell’ironia.