Brani tradotti dal Satyricon di Petronio
28 Dicembre 2019
La passione d’amore dal De rerum natura di Lucrezio, IV, 1141-1159
28 Dicembre 2019Tito Lucrezio Caro: il poema, l’epicureismo e le analogie con Leopardi
Il poema: “De rerum natura”
Tito Lucrezio Caro è autore del celebre poema didascalico latino De rerum natura, composto nel I secolo a.C. e articolato in sei libri scritti in esametri. L’opera si inserisce nel genere epico-filosofico e mira a spiegare, in versi, la realtà secondo la dottrina epicurea, presentando una visione materialistica, atomistica e meccanicistica dell’universo. Lucrezio si propone di liberare l’umanità dalle paure irrazionali, specialmente quelle legate alla religione e alla morte, offrendo una spiegazione razionale dei fenomeni naturali e invitando alla conquista dell’atarassia, cioè l’assenza di turbamento, tipica del saggio epicureo.
Il poema si apre con un inno a Venere, simbolo della forza vitale della natura, e si conclude con la descrizione della peste di Atene, un finale tragico che molti hanno interpretato come segno di incompiutezza dell’opera. Ogni diade di libri è caratterizzata da un inizio solare e una fine drammatica, e l’opera contiene elogi a Epicuro, presentato come il liberatore dell’umanità dalle catene della superstizione
L’epicureismo di Lucrezio
Lucrezio si fa portavoce della filosofia epicurea, che si fonda sulla fisica atomistica di Democrito: tutto è composto da atomi e vuoto, e anche l’anima è materiale e mortale. Il fine dell’epicureismo, secondo Lucrezio, è liberare l’uomo dalla paura della morte, considerata la principale causa di infelicità. Dimostrando la mortalità dell’anima e la fine della coscienza dopo la morte, Lucrezio sostiene che non vi sia nulla da temere nell’aldilà: la morte è un nulla che non ci riguarda, come non ci riguardava il tempo prima della nostra nascita.
Lucrezio combatte la superstizione e la religione tradizionale, viste come fonti di errori e delitti, e invita a una visione razionale della natura, in cui i fenomeni naturali non sono segni di volontà divina ma effetti di cause materiali. La passione amorosa, se non controllata dalla ragione, è anch’essa fonte di turbamento e infelicità, ostacolando il raggiungimento dell’atarassia.
Analogìe e differenze con Leopardi
La critica letteraria ha spesso accostato Lucrezio a Giacomo Leopardi per alcune profonde affinità di pensiero e sensibilità. Entrambi sono filosofi-poeti che riflettono sul rapporto tra uomo e natura, sulla condizione di infelicità e sulle illusioni che accompagnano la ricerca della felicità.
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Pessimismo e natura: Sia Lucrezio che Leopardi condividono una visione disincantata della natura. Tuttavia, per Lucrezio la natura è indifferente e priva di finalità, e la felicità si raggiunge liberandosi dalle illusioni e dalle paure; per Leopardi, invece, la natura è spesso matrigna, fonte di dolore e indifferente alle sorti umane. In Leopardi, le illusioni possono avere un valore consolatorio, mentre per Lucrezio sono la causa dell’infelicità.
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Ragione e poesia: Entrambi valorizzano la ragione come strumento di liberazione dalle illusioni, ma mentre Lucrezio mantiene una fiducia nella possibilità di raggiungere la serenità attraverso la conoscenza, Leopardi è più radicale nel suo pessimismo, vedendo la ragione stessa come causa di dolore perché smaschera le illusioni che renderebbero sopportabile la vita.
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Sentimento della finitezza: In entrambi i poeti è centrale l’angoscia per la finitezza e la precarietà dell’esistenza, aggravata dall’assenza di una fede che possa offrire una prospettiva ultraterrena.
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Ruolo della poesia: Sia Lucrezio che Leopardi concepiscono la poesia come veicolo di pensiero e riflessione filosofica, una “poesia pensante” che esprime e indaga la condizione umana.
In sintesi, Lucrezio e Leopardi, pur partendo da presupposti storici e filosofici diversi, condividono una profonda riflessione sulla natura, la ragione e il destino dell’uomo, offrendo due tra le più alte espressioni del pessimismo nella letteratura occidentale, ma divergendo sulle possibilità di riscatto offerte dalla conoscenza e dalla poesia.