
La passione d’amore dal De rerum natura di Lucrezio IV 1129-1140
28 Dicembre 2019
Testimonianze poetiche preletterarie in latino
28 Dicembre 2019Il concetto di “lingua latina a strati” si riferisce all’idea che il latino non fosse una lingua monolitica e immutabile nel corso della sua lunga storia, ma piuttosto un sistema linguistico dinamico, stratificato, che ha subito continue evoluzioni e ha coesistito in diverse varietà a seconda del periodo storico, del contesto d’uso, della classe sociale e della provenienza geografica dei parlanti.
Si possono infatti distinguere i diversi “strati” o fasi:
1. Latino Arcaico / Preletterario (fino al 240 a.C. circa)
Questa è la fase più antica della lingua latina, di cui abbiamo testimonianze soprattutto epigrafiche (iscrizioni su pietra, come il Lapis Niger, o su oggetti), formule rituali (Carmina Saliaria, Carmina Arvalia) e giuridiche, e frammenti di canti popolari (Fescennina Versa, Neniae).
- Caratteristiche:
- Oralità: Prevalenza della trasmissione orale.
- Sintassi Semplice: Prevalentemente paratattica, con frasi brevi e coordinate.
- Lessico Rurale: Vocabolario legato alla vita agricola, militare e religiosa arcaica.
- Instabilità Fonetica e Morfologica: Fenomeni come la riduzione dei dittonghi (es. oino > unus), il rotacismo (ases > fores), e una maggiore flessibilità nelle desinenze.
- Metro Indigeno: Utilizzo del verso saturnio, un ritmo proprio del latino.
- Funzionalità: Testi con scopo pratico (magico, rituale, giuridico, celebrativo) piuttosto che estetico.
2. Latino Preclassico (240 a.C. – 81 a.C. circa)
Questo periodo coincide con la nascita della letteratura latina (con Livio Andronico nel 240 a.C.) e l’espansione di Roma nel Mediterraneo, che porta a un intenso contatto con la cultura greca.
- Caratteristiche:
- Imitazione Greca: I primi autori (Livio Andronico, Nevio, Plauto, Ennio, Terenzio, Lucilio) adattano generi e metri greci al latino.
- Sperimentazione: C’è grande vitalità e sperimentazione linguistica, con l’introduzione di nuovi vocaboli e strutture sintattiche.
- Formazione della Lingua Letteraria: Si inizia a distinguere una lingua scritta più elaborata dal parlato comune. Ennio introduce l’esametro.
- Bilinguismo: La conoscenza del greco si diffonde tra le classi colte.
3. Latino Classico (81 a.C. – 14 d.C. circa)
È l’età d’oro della letteratura latina, corrispondente al periodo di Cesare e Cicerone (età repubblicana tarda) e di Augusto (età augustea). Questa è la forma di latino che viene studiata come “standard”.
- Caratteristiche:
- Perfezione Stilistica: Massima regolarità e coerenza grammaticale e sintattica.
- Iperbato e Ipotassi: Uso raffinato di inversioni (iperbato) e subordinazioni complesse (ipotassi).
- Lessico Ampio e Preciso: Ricchezza di vocaboli e sfumature semantiche.
- Rigidità Metrica: Consolidamento dei metri greci (esametro, distico elegiaco, lirici).
- Codificazione: Grammatici e retori fissano le regole, creando una “norma” linguistica da seguire.
- Grandi Autori: Cicerone (prosa), Cesare (prosa), Virgilio (epica), Orazio (lirica), Ovidio (elegia), Tito Livio (storiografia).
4. Latino Volgare (sermo vulgaris)
Questo non è un periodo specifico, ma una varietà linguistica che coesistette con il latino letterario in tutte le epoche, rappresentando la lingua parlata dal popolo comune in tutto l’Impero. È la base da cui si svilupperanno le lingue romanze.
- Caratteristiche:
- Mancanza di Codificazione: Non era una lingua scritta o formalizzata, ma un insieme di parlate orali.
- Influenza dei Substrati: Forte influenza delle lingue preesistenti nei territori conquistati (celtico, ibero, osco, umbro, ecc.).
- Semplificazione Grammaticale: Tendenza alla perdita delle declinazioni e alla prevalenza dell’uso delle preposizioni; semplificazione dei tempi verbali.
- Lessico Diverso: Uso di parole più concrete, metafore e vocaboli non sempre presenti nel latino classico (es. testa al posto di caput per “testa”).
- Fenomeni Fonetici: Modifiche nella pronuncia delle vocali (es. differenziazione tra vocali aperte e chiuse al posto della quantità), caduta di consonanti finali.
- Variazioni Diatopiche: Diversità regionali che porteranno poi ai dialetti e alle lingue romanze.
5. Latino Tardo (III-VI secolo d.C.)
Questa fase corrisponde al tardo Impero Romano, quando il latino scritto inizia a mostrare influenze del latino volgare, pur mantenendo una forma letteraria.
- Caratteristiche:
- Mutamenti Lessicali: Introduzione di nuovi termini, spesso dal greco o dal linguaggio tecnico/burocratico.
- Sintassi Meno Rigorosa: Maggior libertà sintattica rispetto al classico, con un uso più disinvolto dell’ipotassi.
- Influenza Cristiana: Introduzione di un lessico cristiano specifico (es. salvator, ecclesia, baptizare).
- Autori: Sant’Agostino, Ammiano Marcellino, Boezio.
6. Latino Medievale (VI-XV secolo d.C.)
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, il latino parlato si differenzia sempre più nei vari volgari, mentre il latino scritto continua a essere la lingua della cultura, della Chiesa, del diritto e dell’amministrazione.
- Caratteristiche:
- Scritto vs. Parlato: netta dicotomia tra un latino scritto (conservativo, ma influenzato da innovazioni fonetiche/morfologiche dei volgari) e i volgari romanzi in continua evoluzione.
- Lingua della Chiesa: Il latino diventa la lingua universale della Chiesa, arricchendosi di termini teologici.
- Adstrato Germanico: Influenza dei popoli germanici nel lessico e in alcune strutture.
- Varietà Funzionali: Coesistono diversi tipi di latino medievale (curiale, scolastico, scientifico, letterario), a volte molto distanti dalla purezza classica.
7. Latino Umanistico / Rinascimentale (XV-XVI secolo d.C.)
Con l’Umanesimo, c’è un tentativo consapevole di “restaurare” la purezza del latino classico, liberandolo dalle “barbarie” medievali e riportandolo ai modelli del I secolo a.C.
- Caratteristiche:
- Purismo: Rigetto del latino medievale e imitazione pedissequa di Cicerone per la prosa e di Virgilio/Orazio per la poesia.
- Fioritura Letteraria: Nuova produzione letteraria in un latino elegante e raffinato.
- Lingua Internazionale: Rimane la lingua franca della cultura e della scienza in Europa.
8. Latino Scientifico ed Ecclesiastico (XVII secolo ad oggi)
Dopo il Rinascimento, con l’affermarsi delle lingue nazionali, il latino perde il suo ruolo di lingua d’uso quotidiano e letteraria, ma continua a essere vitale in ambiti specifici.
- Caratteristiche:
- Lingua Morta ma Viva: Non più lingua madre, ma utilizzata per scopi specifici.
- Scienza: Lingua internazionale della scienza fino al XVIII-XIX secolo (es. classificazione di Linneo).
- Chiesa Cattolica: Lingua ufficiale della Santa Sede (atti, documenti, liturgia).
- Terminologia Specifica: Continua ad essere la base per la terminologia giuridica, medica, botanica, zoologica.
Comprendere il latino “a strati” è fondamentale per apprezzare la sua complessità, la sua evoluzione e il suo ruolo di pilastro della civiltà occidentale e delle lingue romanze.