
Dopo i Promessi Sposi la Storia della Colonna infame
28 Dicembre 2019
I campi elisi seconda parte, Eneide, VI, vv. 788-800 e 847-853
28 Dicembre 2019Analisi del passo “L’ombra di Didone” tratto dal libro VI dell’Eneide di Virgilio, vv. 450–476, con testo latino, traduzione, analisi del contenuto, riferimenti simbolici e tematici, secondo un taglio letterario e filologico.
📜 Testo latino (Eneide VI, 450–476)
Inter quas Phoenissa recens a vulnere Dido
errabat silva in magna; quam Troius heros
ut primum iuxta stetit agnovitque per umbras
obscuram, qualem primo qui surgere mense
aut videt aut vidisse putat per nubila lunam,demisit lacrimas dulcique adfatus amore est:
“Infelix Dido, verus mihi nuntius ergo
venerat exstinctam ferroque extrema secutam?
Funeris heu tibi causa fui? per sidera iuro,
per superos et si qua fides tellure sub ima est,inuitus, regina, tuo de litore cessi.
Sed me iussa deum, quae nunc has ire per umbras,
per loca senta situ cogunt noctemque profundam,
imperiis egere suis; nec credere quivi
hunc tantum tibi me discessu ferre dolorem.Siste gradum teque aspectu ne subtrahe nostro.
Quem fugis? extremum fato quod te adloquor hoc est.”Talibus Aeneas ardentem et torva tuentem
lenibat dictis animum lacrimasque ciebat.
Illa solo fixos oculos aversa tenebat
nec magis incepto vultum sermone movetur
quam si dura silex aut stet Marpesia cautes.Tandem corripuit sese atque inimica refugit
in nemus umbriferum, coniunx ubi pristinus illi
respondet curis aequatque Sychaeus amorem.
Nec minus Aeneas casu percussus iniquo
prosequitur lacrimis longe et miseratur euntem.
🇮🇹 Traduzione italiana
In mezzo a esse (le ombre delle donne morte), la fenicia Didone,
con la ferita ancora fresca, vagava in una grande selva.
Quando il troiano eroe le si accostò e la riconobbe tra le ombre
offuscate, come chi vede sorgere la luna
appena al primo mese, o crede di averla vista tra le nubi,versò lacrime e la rivolse parole d’amore dolce:
“Infelice Didone, dunque era vero il messaggio
che mi giungeva: che eri morta e ti eri data la morte col ferro?
Ahimè, fui io la causa del tuo suicidio? Giuro per le stelle,
per gli dei e, se vale qualcosa, per la fede che regna nel mondo sotterraneo,**non volontariamente, regina, io lasciai la tua terra.
Ma gli ordini divini — che ora mi impongono di percorrere queste ombre,
queste terre deserte e la notte profonda —
mi spinsero con i loro decreti; né avrei mai creduto
che la mia partenza potesse causarti un dolore così grande.Fermati! Non sottrarti alla mia vista.
Chi fuggi? Questo è l’ultimo discorso che il destino mi concede con te.”Con tali parole cercava Aeneas di placare
lo spirito ardente e ostile (di Didone) e le faceva sgorgare lacrime.
Ma lei teneva gli occhi fissi a terra, voltata di spalle,
e non si muoveva nel volto al discorso incominciato,
come fosse una roccia dura o marmo delle cave del monte Marpesso.Alla fine si allontanò fuggendo nemica
verso il bosco ombroso, dove il primo sposo, Sicheo,
le risponde alle pene e le rende pari amore.
Enea, colpito da questo destino ingiusto,
la seguì a lungo con lo sguardo in lacrime, e ne ebbe pietà.
🔍 Analisi e commento
📌 1. Contesto narrativo
Siamo nel Libro VI dell’Eneide: Enea è nel regno dei morti (l’Averno) guidato dalla Sibilla Cumana. Nella “prateria dei dolori d’amore”, incontra l’ombra di Didone, che si era suicidata in Libia dopo il suo abbandono. La scena è un incontro postumo tra l’eroe e la donna abbandonata, intriso di tragico dolore.
🧩 2. Figure retoriche e simboli
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Similitudine lunare (vv. 454–455):
“qualem primo… lunam” – Didone appare come un’apparizione sfocata, come la luna tra le nubi. Rende la drammaticità della distanza tra vivi e morti, tra reale e irreale.
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Apostrofe e giuramento (vv. 457–460):
Enea giura “per le stelle e gli dèi” → linguaggio solenne e quasi sacro, tipico delle scuse tragiche. -
Metafora litica (vv. 465–466):
“dura silex”, “Marpesia cautes” – Didone diventa simbolo della rigidità del rancore, indurita dal dolore e dalla morte.
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Ironia tragica:
Il tono implorante di Enea stride con l’imperturbabilità di Didone. Il loro amore è irrimediabilmente perduto, e l’incontro è muto, un dialogo a senso unico.
💡 3. Temi chiave
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Amore e abbandono: il rimpianto e la colpa si affiancano all’inesorabilità del destino.
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Destino e dovere: Enea è “invitus”, costretto dagli dei, il che non allevia la sofferenza di Didone.
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Memoria e incomunicabilità: anche se Enea parla, Didone non risponde. È il passato che si pietrifica nel silenzio.
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Riconciliazione negata: non c’è redenzione. Didone non perdona. Solo con Sicheo, il primo marito, ritrova pace.
🏛️ 4. Linguaggio e stile
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Registro epico-tragico, con uso di arcaismi e metafore solenni.
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Struttura dialogica monologante: Enea parla, ma non riceve risposta.
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Il climax emotivo culmina nella fuga di Didone, un esilio emotivo.
🧩 Conclusione
Questo passo è uno dei più intensamente lirici e tragici dell’Eneide. L’incontro tra Enea e Didone, così carico di parole e silenzi, mette in scena il conflitto tra amore e destino, tra umano e divino, tra memoria e oblio. Virgilio riesce a condensare, in pochi versi, tutta la drammaticità dell’amore tradito e la lacerazione interiore dell’eroe, diviso tra pietas e rimorso.