
Comparativi e superlativi particolari e di avverbi
28 Dicembre 2019
Giove predice la grandezza di Roma, Eneide, I, 227-271
28 Dicembre 2019Testo e analisi del proemio e dell’ira di Giunone nel primo libro dell’Eneide di Virgilio, con particolare attenzione ai versi 1-33.
📜 Eneide , Libro I, versi 1-33: Testo originale (parziale)
Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris
Italiam, fato profugus, Laviniaque venit
litora, multum ille et terris iactatus et alto
vi superum saevae memorem Iunonis ob iram;
multa quoque et bello passus, dum conderet urbem,
inferretque deos Latio, genus unde Latinum,
Albanique patres, atque altae moenia Romae.
Muse, mihi causas memoria, quod primum ab aevi
principio, vel quae dulcis iuvencae sub aratro
sanguine placatum gemitum dedere parenti…
Quis talis animo capiat, neu maxima mundi
moenia rumpebat? Quid non mens immota fati
obstaret? Quid dira cupido invectaque iustis
Iuno in mortalibus arma?
Tandem effetae sunt hominum supplexque preces
et Graecia totam vix una ducente domavit.
Omnia tamen hanc spectare videtur ad unam
concurrunt: it nunc magno cum favore deorum
Aeneas Italiam petit, his sociis utendum est.
Iam stabat iuxta sedens Saturnia Iuno
nubibus Aetherios venti dictis obtemperantum,
cui regnum Evandri populi et nobilis Arcas.
Hic speculata locis longe lateque remotis
humana ad solium adfulsit voce dea.
‘Heu, quae nunc actum fortuna est, quaeve potestas!
Non domus ex illo Dardano, Dardania quondam
regna, sed omnis iterum moritura per undas
Graecia Pelasgae! Tanti ne sit mihi curae
Troes et miseri Phryges, aut fulgere vocari
Iunonis caeli coniunx, si terra deosque
et gentem et magnos evaserunt ignavos?’
Sic ait, et voltum vertit, lacrimabilemque
vultum induxit oculisque umida lumina flexit.
Namque dolens haec secum et corde anxia volvit:
quae postquam Danai dederant male perdita Troiae
arva Neptuno, quae moenia, quaeve domorum
struxerat in cinere est, etiam tellure sepulta;
superesset tantum Priami populique ruinae,
ut me iussa sequerentur, ubi prima furentis
exoriaris equi, qua se Ithacus inscius unguet,
qua freta posthabitu Caphareum in saxa viderint?
At nunc non extra medias spectatur in urbes
Italiae gentesque novas, non classis Achiva
non Danaum timor. Omnia iam facilius cedunt;
fato rex Aeolius arbitrioque potentis
volnerabilis aurae dat tela ferocibus undis.
‘Omnipotens, adspice ut currus pulcherrimus illis
cedat et incertam nequiquam tendat Hellenum
spem domui!’ Sic fatus erat Saturnia contra.
🧠 Analisi e commento dei versi 1-33
🔹 Il proemio: Arma virumque cano (vv. 1-7)
Virgilio apre la sua opera con una celebre espressione:
“Arma virumque cano…”
(“Le armi e l’uomo canto…”)
Questa frase è il vero proemio dell’intera Eneide . Essa presenta due elementi centrali:
- L’arma : richiamo esplicito al genere epico guerresco (come l’Iliade ), ma anche simbolo della missione storica di Enea.
- L’uomo : riferimento all’eroe romano Enea, che fugge da Troia distrutta e cerca nuove terre per fondare Roma.
Subito dopo, Virgilio chiarisce chi sia questo eroe:
- È colui che, esule per volontà del fato , parte dalle coste di Troia e giunge in Italia.
- È stato molto provato dalla sorte , soprattutto per l’ira crudele di Giunone .
- Ha sofferto molto anche in guerra, finché non ha potuto fondare una città e portare gli dei in Lazio, da cui sarebbero nati:
- Il popolo latino
- I padri albanesi
- Le mura di Roma
👉 In poche parole, l’epica personale di Enea diventa storia universale , fino alla nascita di Roma.
🔹 L’intervento di Giunone (vv. 29-33)
Dopo questa introduzione generale, Virgilio introduce immediatamente la figura di Giunone , che sarà antagonista principale nella vicenda.
“Iam stabat iuxta sedens Saturnia Iuno / nubibus Aetherios venti dictis obtemperantum…”
(“Già era seduta su una nube vicina la figlia di Saturno, Giunone, ai cui comandi i venti obbedivano…”)
Giunone:
- Si trova presso le nubi dell’etere
- Ha il controllo sui venti (simboli del caos)
- Osserva da lontano Enea che naviga verso l’Italia con i suoi compagni
Ecco la sua reazione:
“Heu, quae nunc actum fortuna est, quaeve potestas!”
(“Ahimè, quale destino è ormai compiuto, quale potere!”)
“Non domus ex illo Dardano… sed omnis iterum moritura per undas Graecia Pelasgae!”
(“Non solo la casa di Dardano, un tempo regno di Troia, è morta, ma ora tutta la Grecia pelasga sta per morire di nuovo sul mare!”)
Giunone esprime dolore e rabbia perché:
- Crede che i Troiani siano destinati a vincere ancora , nonostante la distruzione di Troia
- Tema che i discendenti di Enea (i Romani) domineranno i Greci
- Nutre un odio antico e irriducibile contro i Troiani, legato anche alle scelte divine (come il giudizio di Paride)
La dea piange e riflette tra sé:
- Soffre per la distruzione di Troia
- Ma è anche arrabbiata perché sembra che il destino stia andando proprio come temeva
🎭 Significato e funzione del brano
- Proemio epico tradizionale :
- Come Omero, Virgilio invoca la Musa per raccontare eventi grandi e significativi.
- Introduce il tema centrale: il viaggio di Enea e la fondazione di Roma.
- Presentazione del conflitto :
- Fin da subito si nota il contrasto tra il destino di Roma e l’ostilità di Giunone .
- Questo crea tensione narrativa e drammatica: sarà possibile realizzare il fato malgrado l’ira di una dea potente?
- Simbolismo storico-politico :
- Giunone rappresenta l’ostilità delle forze avverse alla grandezza romana.
- La sua opposizione può essere interpretata come metafora delle difficoltà incontrate da Roma nella sua espansione.
- Caratterizzazione di Enea :
- Eroe paziente, sottomesso al destino, ma forte e determinato.
- Non è un guerriero arrogante come Achille, ma un uomo carico di responsabilità religiose e politiche.
🏛️ Approfondimento stilistico
- Linguaggio elevato e solenne , tipico del genere epico.
- Uso frequente di epiteti omerici (“Saturnia Iuno”, “virumque”).
- Inversioni sintattiche e costruzioni elaborate per dare solennità al testo.
- Richiami a immagini marine e cosmiche, per enfatizzare il carattere universale degli eventi.
✨ Frasi memorabili
- “Arma virumque cano” – L’esordio più celebre della letteratura latina.
- “Vi superum saevae memorem Iunonis ob iram” – Mostra il ruolo cruciale di Giunone nell’ostacolare Enea.
- “Heu, quae nunc actum fortuna est…” – Rivelazione dell’ira di Giunone e del suo dolore per il destino dei Troiani.