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Il suonatore Jones di Fabrizio De Andre

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Pubblicato da Luigi Gaudio su 28 Dicembre 2019
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Il suonatore Jones di Fabrizio De Andre’

Analisi de “Il suonatore Jones” di Fabrizio De André (1971)

Il suonatore Jones cover Fabrizio De Andre’


Testo della canzone e testo in originale inglese e traduzione italiana della poesia che ha ispirato Fabrizio De André

 

Il suonatore Jones (Fabrizio De André ‧ 1971)
In un vortice di polvere
Gli altri vedevan siccità
A me ricordava
La gonna di Jenny
In un ballo di tanti anni fa
Sentivo la mia terra
Vibrare di suoni, era il mio cuore
E allora perché coltivarla ancora
Come pensarla migliore
Libertà l’ho vista dormire
Nei campi coltivati
A cielo e denaro
A cielo ed amore
Protetta da un filo spinato
Libertà l’ho vista svegliarsi
Ogni volta che ho suonato
Per un fruscio di ragazze
A un ballo
Per un compagno ubriaco
E poi se la gente sa
E la gente lo sa che sai suonare
Suonare ti tocca
Per tutta la vita
E ti piace lasciarti ascoltare
Finii con i campi alle ortiche
Finii con un flauto spezzato
E un ridere rauco
E ricordi tanti
E nemmeno un rimpianto

Fiddler Jones

by Edgar Lee Masters

The earth keeps some vibration going
There in your heart, and that is you.
And if the people find you can fiddle,
Why, fiddle you must, for all your life.
What do you see, a harvest of clover?
Or a meadow to walk through to the river?
The wind’s in the corn; you rub your hands
For beeves hereafter ready for market;
Or else you hear the rustle of skirts
Like the girls when dancing at Little Grove.
To Cooney Potter a pillar of dust
Or whirling leaves meant ruinous drouth;
They looked to me like Red-Head Sammy
Stepping it off, to “Toor-a-Loor.”
How could I till my forty acres
Not to speak of getting more,
With a medley of horns, bassoons and piccolos
Stirred in my brain by crows and robins
And the creak of a wind-mill–only these?
And I never started to plow in my life
That some one did not stop in the road
And take me away to a dance or picnic.
I ended up with forty acres;
I ended up with a broken fiddle–
And a broken laugh, and a thousand memories,
And not a single regret.

Il suonatore Jones

traduzione in italiano dall’originale di Edgar Lee Masters

La terra ti suscita
vibrazioni nel cuore: sei tu.
E se la gente sa che sai suonare,
suonare ti tocca, per tutta la vita.
Che cosa vedi, una messe di trifoglio?
O un largo prato tra te e il fiume?
Nella meliga è il vento; ti freghi le mani
perché i buoi saran pronti al mercato;
o ti accade di udire un fruscio di gonnelle
come al Boschetto quando ballano le ragazze.
Per Cooney Potter una pila di polvere
o un vortice di foglie volevan dire siccità;
a me pareva fosse Sammy Testa-rossa
quando fa il passo sul motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare le mie terre,
– non parliamo di ingrandirle –
con la ridda di corni, fagotti e ottavini
che cornacchie e pettirossi mi muovevano in testa,
e il cigolìo di un molino a vento – solo questo?
Mai una volta diedi mani all’aratro,
che qualcuno non si fermasse nella strada
e mi chiedesse per un ballo o una merenda.
Finii con le stesse terre,
finii con un violino spaccato –
e un ridere rauco e ricordi,
e nemmeno un rimpianto.

1. Contesto e tema centrale

La canzone racconta la storia di Jones, un suonatore la cui vita è segnata dall’arte, dalla libertà e dalla decadenza. Attraverso immagini evocative, De André esplora:

  • L’arte come destino (“Suonare ti tocca / Per tutta la vita“).

  • La libertà ambivalente, legata alla terra e alla musica, ma anche alla delusione (“Libertà l’ho vista dormire… svegliarsi“).

  • Il contrasto tra ideale e realtà: i campi abbandonati (“alle ortiche“) e il flauto spezzato simboleggiano fallimento e memoria.


2. Lessico poetico

De André usa un linguaggio concreto ma simbolico, con:

  • Termini evocativi: “vortice di polvere”, “gonna di Jenny”, “fruscio di ragazze” → richiamano memoria e sensualità.

  • Parole contrastanti: “cielo e denaro” vs “cielo e amore”; “filo spinato” (oppressione) vs “libertà”.

  • Arcaismi e registri misti: “rauco” (poetico), “compagno ubriaco” (parlato).


3. Figure retoriche

Metafore e simboli
  • “Vortice di polvere” → tempo che cancella, ma anche movimento vitale (il ballo).

  • “La gonna di Jenny” → simbolo di giovinezza e desiderio.

  • “Flauto spezzato” → arte e vita interrotte.

Antitesi e ossimori
  • “Libertà l’ho vista dormire / …svegliarsi” → libertà come forza intermittente.

  • “Cielo e denaro / cielo e amore” → contrasto tra materiale e spirituale.

Anafora e ripetizioni
  • “Libertà l’ho vista…” (ripetuto) → insistenza sul tema centrale.

  • “E allora perché coltivarla ancora / Come pensarla migliore” → domanda retorica che sottolinea la delusione.

Sinestesia e immagini sensoriali
  • “Sentivo la mia terra / vibrare di suoni” → fusione di tatto e udito.

  • “Fruscio di ragazze” → suono associato al movimento.

Enjambement
  • “Finii con i campi alle ortiche / Finii con un flauto spezzato” → crea un ritmo spezzato, adatto alla narrazione di decadenza.


4. Struttura e musicalità

  • Versi liberi con ritmo narrativo, tipico della canzone d’autore.

  • Assonanze (“polvere”/”Jenny”; “ortiche”/”rauco”) danno fluidità.

  • Climax discendente: dalla vitalità del ballo alla desolazione finale (“né un rimpianto“).


5. Interpretazione

De André dipinge un ritratto amaro dell’artista:

  • La musica è sia salvezza (“libertà che si sveglia“) che condanna (“suonare ti tocca“).

  • La terra (simbolo di radici e lavoro) è abbandonata, come i sogni.

  • La libertà è protetta da filo spinato: illusoria o difesa a caro prezzo?

Conclusione: Una canzone/poesia sulla caducità e sulla resistenza dell’arte, dove persino la mancanza di rimpianto (“nemmeno un rimpianto“) diventa dichiarazione di accettazione.


🎤🎧 Audio Lezioni, ascolta il podcast sulla Letteratura del novecento del prof. Gaudio

Ascolta “Letteratura del novecento” su Spreaker.

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