
10 Piccarda Eleonora Rindi dal canto di Dante di Luigi Gaudio
28 Dicembre 2019
03 Ulisse Il canto di Dante di Luigi Gaudio
28 Dicembre 2019🎵 “Ugolino” (Inferno XXXIII): Analisi del Testo e della Struttura Musicale
Il brano riprende uno dei passi più drammatici della Divina Commedia: il racconto del Conte Ugolino della Gherardesca, imprigionato e lasciato morire di fame con i suoi figli nella Torre della Muda a Pisa. La musica esalta l’orrore, la disperazione e l’ambiguità morale del canto, trasformandolo in un’esperienza sonora straziante.
📜 ANALISI DEL TESTO DANTESCO
1. Il risveglio nel carcere (vv. 37-45)
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«Pianger senti’ fra ’l sonno i miei figliuoli / ch’eran con meco, e dimandar del pane»
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I figli, ancora innocenti, chiedono cibo nel sonno, anticipando la tragedia.
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Collegamento storico: Ugolino fu accusato di tradimento e rinchiuso con i figli nel 1288.
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2. La chiusura della torre (vv. 46-54)
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«Io senti’ chiavar l’uscio di sotto / a l’orribile torre»
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Il rumore dei chiavistelli che sigillano il loro destino è reso con accordi spezzati (LAm→FA7→MI).
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Ugolino, pietrificato dal dolore, non piange: «Io non piangëa, sì dentro impetrai».
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3. L’offerta dei figli (vv. 55-69)
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«Padre, assai ci fia men doglia / se tu mangi di noi»
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I figli, in un gesto di amore tragico, offrono il proprio corpo al padre.
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Dante lascia ambiguo se Ugolino abbia davvero cannibalizzato i figli («Poscia, più che ‘l dolor, poté ‘l digiuno»).
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4. La morte e la dannazione (vv. 70-75)
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«Vid’io cascar li tre ad uno ad uno / tra ’l quinto dì e ’l sesto»
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La ripetizione degli accordi in SIm→LA→SOL (discendenti) simula il crollo fisico ed emotivo.
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🎶 COME LA MUSICA VALORIZZA IL TESTO
1. Struttura armonica e significato
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Intro (LAm→SOL→FA→MI):
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LAm (La minore) → Desolazione iniziale.
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FA→MI → Caduta senza speranza (modulazione che “chiude” la via di fuga).
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Strofe (LAm→SOL→FA→DO):
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La progressione LAm→SOL→FA crea una spirale discendente, come la discesa nella disperazione.
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Ritornello (SIm→LA→SOL→RE):
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SIm (Si minore) e SOL (Sol maggiore) contrastano dolore e innocenza (i figli che consolano il padre).
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2. Cambio di tonalità (MIm→SIm→FA#)
Nella parte finale, la modulazione in MIm (Mi minore) e FA# (Fa# minore) rende ancora più crudo il climax:
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«Ahi dura terra, perché non t’apristi?»
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L’accordo di FA# (insolito nella tonalità) simula un urlo straziante.
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3. Voce e interpretazione
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Un tono sussurrato per le descrizioni (es. «pianger senti’ fra ’l sonno»).
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Un crescendo drammatico nelle frasi dei figli (es. «Padre, assai ci fia men doglia»), con voce rotta dall’emozione.
📚 PERCHÉ È UN PERCORSO EFFICACE PER LA MATURITÀ?
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Collegamenti interdisciplinari:
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Italiano: Analisi del realismo psicologico di Dante e dell’ambiguità del cannibalismo.
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Storia: Le lotte tra Guelfi e Ghibellini a Pisa nel XIII secolo.
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Musica: Come gli accordi minori e le modulazioni esprimono sofferenza fisica e morale.
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Etica/Filosofia: Il tema del limite umano (fame, sopravvivenza, colpa).
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Esempio di tesina:
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Titolo: “L’orrore in musica: il canto di Ugolino tra poesia e psicologia”.
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Approfondimenti:
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Confronto con altre rappresentazioni artistiche (sculture di Carpeaux, dipinti di Blake).
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Eco nella cultura moderna: Film come “The Road” (survival cannibale) o serie come “Game of Thrones” (temi di tradimento e sacrificio).
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All’orale:
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Fai ascoltare l’ultima strofa («Poscia, più che ‘l dolor, poté ‘l digiuno») e chiedi: “Secondo voi, Ugolino è vittima o colpevole?”.
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Mostra una tabella di confronto tra testo originale e scelte musicali:
Verso Accordi Effetto emotivo «Pianger senti’…» LAm→SOL→FA Discesa nella disperazione «Padre, mangia di noi» SIm→LA→SOL Amore tragico e innocenza
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🔗 RISORSE
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Testo completo e accordi: Atuttascuola.it 😊
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Versione cantata: Su YouTube “Canto di Ugolino Prof. Gaudio” per un’interpretazione di riferimento.
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Approfondimenti storici: Ricerca su Pisa medievale e la figura storica di Ugolino.🍀
🎵 Testi e accordi di una canzone del “Canto di Dante” del prof. Gaudio
www.atuttascuola.it/divina – [email protected] – 347-8318450
Ugolino
Inferno XXXIII
Intro: LAm SOL FA MI LAm
LAm SOL Quando fui desto innanzi la dimane, pianger senti’ fra ’l sonno i miei figliuoli ch’eran con meco, e dimandar del pane. REm LAm Ben se’ crudel, se tu già non ti duoli pensando ciò che ’l mio cor s’annunziava e se non piangi, di che pianger suoli? 42 LAm SOL Già eran desti, e l’ora s’appressava che ’l cibo ne solëa essere addotto, e per suo sogno ciascun dubitava; 45 REm LAm e io senti’ chiavar l’uscio di sotto a l’orribile torre; ond’io guardai nel viso a’ mie’ figliuoi sanza far motto. Intro LAm SOL Io non piangëa, sì dentro impetrai: piangevan elli; e Anselmuccio mio disse: “Tu guardi sì, padre! che hai?”. 51 REm LAm Perciò non lagrimai né rispuos’io tutto quel giorno né la notte appresso, infin che l’altro sol nel mondo uscìo. 54 LAm SOL Come un poco di raggio si fu messo nel doloroso carcere, e io scorsi |
SIb LAm
per quattro visi il mio aspetto stesso, 57 REm LAm ambo le man per lo dolor mi morsi; ed ei, pensando ch’io ’l fessi per voglia di manicar, di sùbito levorsi 60 ↑ SIm LA e disser: “Padre, assai ci fia men doglia se tu mangi di noi: tu ne vestisti queste misere carni, e tu le spoglia”. 63 MIm SIm Queta’ mi allor per non farli più tristi; lo dì e l’altro stemmo tutti muti; ahi dura terra, perché non t’apristi? 66 strum. SIm LA SOL RE DO SIm MIm SIm Poscia che fummo al quarto dì venuti, Gaddo mi si gittò disteso a’ piedi, dicendo: “Padre mio, ché non m’aiuti?”. SIm LA Quivi morì; e come tu mi vedi, vid’io cascar li tre ad uno ad uno MIm SIm già cieco, a brancolar sovra ciascuno, e due dì li chiamai, poi che fur morti. Poscia, più che ‘l dolor, poté ‘l digiuno”. |