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28 Dicembre 2019Le valenze del verbo nella linguistica italiana
Introduzione al concetto di valenza
Il concetto di valenza verbale, teorizzato dal linguista francese Lucien Tesnière negli anni ’50, rappresenta un approccio fondamentale all’analisi sintattica. Secondo questa teoria, il verbo costituisce il nucleo centrale della frase e, come un atomo in chimica, ha la capacità di attrarre a sé un determinato numero di elementi necessari per completare il suo significato.
Classificazione dei verbi in base alle valenze
1. Verbi zerovalenti (o avalenti)
Sono verbi che non richiedono alcun argomento, nemmeno il soggetto grammaticale. In italiano sono principalmente i verbi meteorologici o impersonali.
- Esempi: “Piove”, “Nevica”, “Grandina”, “Albeggia”
- In questi casi il soggetto è assente o puramente grammaticale (“Esso piove” non è una forma utilizzata in italiano)
2. Verbi monovalenti
Richiedono un solo argomento: il soggetto.
- Esempi: “Marco dorme”, “Il cane abbaia”, “La pianta cresce”
- Gli argomenti di questi verbi possono essere solo agenti o esperitori dell’azione
3. Verbi bivalenti
Richiedono due argomenti: il soggetto e un altro elemento (solitamente un complemento oggetto o un complemento indiretto).
- Esempi con complemento oggetto: “Marco mangia una mela”, “Luisa legge un libro”
- Esempi con complemento indiretto: “Maria telefona a Pietro”, “Il bambino dipende dai genitori”
4. Verbi trivalenti
Richiedono tre argomenti: il soggetto e altri due complementi.
- Esempi: “Marco regala un libro a Maria”, “L’insegnante spiega la lezione agli studenti”
- In questo caso, oltre al soggetto, sono necessari un complemento oggetto e un complemento di termine
5. Verbi tetravalenti
Più rari, richiedono quattro argomenti: soggetto e tre complementi.
- Esempi: “Il negoziante traduce il prezzo da euro in dollari al cliente”, “L’azienda trasferisce i dipendenti dalla sede principale a quella secondaria tramite navetta”
Valenza e struttura della frase
La valenza del verbo determina la struttura minima necessaria affinché una frase sia grammaticalmente completa. Possiamo distinguere tra:
Argomenti (o attanti)
Sono elementi obbligatori richiesti dalla valenza del verbo. La loro omissione rende la frase grammaticalmente incompleta o ne altera significativamente il senso.
- Esempio: Nel verbo “dare”, soggetto, complemento oggetto e complemento di termine sono argomenti obbligatori (“Marco dà un libro a Laura”)
Circostanti (o circostanziali)
Sono elementi facoltativi che arricchiscono l’informazione ma non sono richiesti dalla valenza del verbo.
- Esempio: “Marco dà un libro a Laura in biblioteca il lunedì mattina con molto piacere”
- Gli elementi “in biblioteca”, “il lunedì mattina”, “con molto piacere” sono circostanziali
Variazioni di valenza dello stesso verbo
Un aspetto interessante è che lo stesso verbo può presentare valenze diverse:
- Uso assoluto: un verbo generalmente bivalente utilizzato come monovalente
- “Maria mangia [qualcosa]” → “Maria mangia” (uso assoluto)
- Estensione della valenza: un verbo che acquisisce nuovi argomenti
- “Marco corre” (monovalente) → “Marco corre i cento metri” (bivalente)
- Riduzione della valenza: attraverso forme passive o impersonali
- “Marco legge un libro” (bivalente) → “Il libro è letto [da Marco]” (monovalente)
Importanza linguistica e didattica
La teoria della valenza offre importanti vantaggi:
- Analisi sintattica: permette di comprendere meglio la struttura profonda delle frasi
- Apprendimento linguistico: facilita l’acquisizione della sintassi di una lingua straniera
- Comprensione semantica: chiarisce il significato dei verbi in base agli argomenti richiesti
Nell’insegnamento dell’italiano, l’approccio valenziale rappresenta un metodo efficace per visualizzare la struttura della frase e comprendere le relazioni tra i suoi elementi costitutivi, superando i limiti dell’analisi logica tradizionale.