
La particella CI avverbiale o pronominale
28 Dicembre 2019
Climene, da Poema paradisiaco di Gabriele D’Annunzio
28 Dicembre 2019“Don Savino Gaudio abbracciato da Cristo” di don Roberto Soffientini
Ci basta la Sua Grazia
Il ricordo è ancora intatto e chiaro… sono proprio queste le ultime parole che Don Savino mi ha donato salutandomi due sere prima del suo rinascere in Cielo.
Con la preghiera ed il ricordo ci ritorno spesso su questa frase intensa e carica di memoria storica; è un vero e proprio testamento spirituale che l’amico e fratello nel ministero sacerdotale mi ha lasciato!
Ci basta la Sua forza
Negli ultimi giorni della sua vita andavo spesso a trovarlo nella casa parrocchiale di via Cavour, diventata nei mesi della sua malattia vero e proprio santuario dell’ascolto e della condivisione.
Anche quella sera vivevo il disagio di trovare parole giuste, che potessero risuonare nel suo cuore come sostegno e consolazione, ed invece arrivarono queste sue parole uscite certamente da un cammino di sofferenza e di preghiera in cui era ormai profondamente immerso.
Semplicemente così desidero, non solo presentare questo fascicolo-memoriale, ma nella fraternità sacerdotale condivisa per quattro anni con lui e con Don Gabriele, fare memoria di chi è stato Don Savino per me e per tutti noi.
In lui ho incontrato un uomo, un credente ed un prete innamorato di Dio e per questo entusiasta di vivere una gioiosa quotidianità accanto a fratelli e sorelle che il Signore gli ha fatto incontrare.
Sì, innamorato di Dio e per questo in grado di chiamare GRAZIA ciò che ciascuno di noi ed in particolare la scienza medica, chiama male incurabile.
GRAZIA non perché la sofferenza viene da Dio, ma perché proprio la GRAZIA divina ti dona la capacità spirituale di vivere la sofferenza e offrirla con Amore.
Come Gesù che non è andato a scegliersi la croce, ma quando questa è arrivata ha detto: Padre sia fatta la tua volontà sino alla fine.
Don Savino ci lascia questa preziosa testimonianza di sequela del Signore, una sequela vissuta con Amore, sino alla fine.
Questo fascicolo ci ridona in qualche modo un credente coerente, capace non solo di celebrare il mistero di Dio, ma di renderlo vita che parla a tutti noi.
Da questi scritti, raccolti con Amicizia e Gratitudine, emerge un cammino interiore e spirituale che ci interpella e ci provoca.
A noi il compito di custodire e fare nostro questo testamento spirituale.
GRAZIE SIGNORE PER IL DONO DI DON SAVINO, TUO SACERDOTE PER SEMPRE.
Don Roberto Soffientini
Guarda il video Abbracciato da Cristo a Corsico https://www.youtube.com/embed/cZEe5UoVzo4
Guarda il video Abbracciato da Cristo a Brugherio https://www.youtube.com/embed/JMsEZcvnLj8
📖 Leggi adesso un articolo di don Savino sul Giornale di Corsico:
Per che cosa vale la pena vivere? di don Savino Gaudio
La prima cosa che mi è subito venuta alla mente quest’anno, quando mi è stato chiesto di fare gli auguri di Natale a tutti i corsichesi, tramite il giornale, è stata: come è possibile rendere un gesto così semplice e umano, non formale, cioè finto, di maniera, tanto per dire “si è sempre fatto così?”. Mi sono chiesto infatti: che cosa vuol dire Buon Natale per i parenti e gli amici dei morti di Parigi il 13 novembre? E per i familiari di tutte le altre vittime del terrorismo, delle guerre, dei soprusi sui bambini, sulle donne; per tutti gli uomini fragili e indifesi o per le famiglie dei cristiani perseguitati, costretti a fuggire per avere salva almeno la vita dei loro bambini?
Forse tutti questi fatti che stanno accadendo sotto i nostri occhi ci costringono a non rimandare più la domanda che viene a galla dal profondo del nostro cuore: “Ma allora per che cosa vale la pena vivere?”. Se lo è chiesto Sébastien, un ragazzo ostaggio dei terroristi nel Bataclan di Parigi che, di fronte al terrorista che gli puntava il fucile, in una frazione di secondo ha pensato: “Ho capito che la vita è appesa a un filo e che c’è bisogno di apprezzarla, e che non c’era niente di più serio del fatto che eravamo ancora vivi!”.
O la domanda di Manuel, un ragazzo di Nairobi che chiede al Papa nella sua ultima visita in Kenia: “Ma come posso vedere la mano di Dio nelle tragedie della vita?”. E Papa Francesco risponde: “C’è una sola risposta: non c’è risposta. C’è una sola strada: guardare il Figlio di Dio! Quando viene il momento in cui non capite, quando siete disperati e quando il mondo vi cade addosso, guardate la Croce! Lì c’è il fallimento di Dio. Ma lì c’è anche la sfida alla nostra fede: la speranza! Perché la storia non è finita in quel fallimento: c’è stata la Resurrezione, che ci ha rinnovati tutti”.
E allora, forse, ci possiamo dire anche quest’anno: Buon Natale, perché è buona la vita che ci è stata donata, è buono il mondo nel quale viviamo, è buono il nostro cuore che può dire come il nostro Sébastien: “Ho l’impressione di essere nato una seconda volta e voglio fare in modo di gustare questa nuova vita che mi è stata offerta”. Buon Natale!
(Il Giornale di Corsico, 2015)