
Canzone degli uomini liberi Claudio Chieffo
28 Dicembre 2019
Una vittoria epocale della libertà contro la tirannia
28 Dicembre 2019📄 Analisi completa e testo della poesia “L’ultimo viaggio di Ulisse” dai Poemi conviviali di Giovanni Pascoli” 📚
La poesia “L’ultimo viaggio” è una delle opere più profonde e simboliche di Giovanni Pascoli, appartenente alla raccolta Poemi conviviali . Attraverso un linguaggio lirico e immagini suggestive, Pascoli riflette su temi universali come la ricerca della verità, il desiderio di conoscenza e il destino umano. Di seguito, ne analizzeremo i temi principali, lo stile e i significati nascosti.
🌟 Analisi Tematica e Strutturale
1. 🕊️ Tema Principale: La Ricerca della Verità
- Il tema centrale è la ricerca della verità e della conoscenza , espresso attraverso il viaggio del vecchio Eroe (Odisseo) verso le Sirene. ⚓
L’Eroe è spinto da un desiderio insaziabile di sapere, anche a costo di sacrificare la propria vita. Questo simboleggia il conflitto tra il desiderio di conoscenza e l’accettazione dei limiti umani. 🌌
Le Sirene rappresentano la verità assoluta, ma anche il pericolo che essa comporta, poiché chi si avvicina troppo rischia di essere distrutto. 💀
2. 🎵 Atmosfera Sonora e Sensoriale
- L’atmosfera è ricca di suoni e immagini che evocano il mistero e la sacralità del mare e della natura:
- “Il belato, e l’alte grida, e il fischio” : suggerisce la vita caotica e selvaggia del mondo animale. 🐑
- “Il canto delle due Sirene” : crea un’immagine ipnotica e seducente, che attira l’Eroe verso il suo destino. 🎶
- “La corrente tacita e soave” : simboleggia la forza invisibile che guida il viaggio dell’Eroe verso la verità. 🌊
- Questi elementi contribuiscono a creare un effetto incantatorio, avvolgendo il lettore in un’atmosfera onirica e contemplativa. 🌀
3. 🖼️ Immagini Simboliche
- Le Sirene : simbolo della verità e della conoscenza, ma anche del pericolo che esse rappresentano per chi cerca di raggiungerle. 🎵
- Il prato fiorito nel mare : metafora di un luogo ideale e irraggiungibile, dove risiede la verità assoluta. 🌸
- Il mucchio d’ossa e pelli raggrinzite : rappresenta il prezzo pagato da coloro che hanno cercato di avvicinarsi alle Sirene, simboleggiando la mortalità umana e i limiti della conoscenza. 💀
- La nave : simbolo del viaggio umano verso la verità, che finisce per spezzarsi contro i limiti imposti dalla natura. ⚓
- Il sole roseo : metafora della luce della conoscenza, che illumina ma non rivela completamente il mistero. ☀️
4. 🛌 Personaggi e Relazioni
- Il vecchio Eroe (Odisseo) : protagonista del poema, rappresenta l’uomo in cerca di verità e conoscenza. 🧑🎨
Attraverso i suoi occhi, il lettore viene invitato a riflettere sul significato della vita e sul desiderio di superare i propri limiti. 🌌 - Le Sirene : figure simboliche che incarnano la verità e la seduzione della conoscenza. 🎵
- Il pastore e la sua famiglia : rappresentano la semplicità e l’ignoranza, contrapposte alla ricerca ossessiva dell’Eroe. 🐑
📝 Stile e Linguaggio
1. 🎭 Tono e Ritmo
- Il tono è malinconico ma solenne , con un ritmo lento e cadenzato che riflette il fluire del tempo e la serenità della natura. ⏳
- Le ripetizioni (“la corrente tacita e soave”, “più sempre avanti sospingea la nave”) creano un effetto ipnotico, avvolgendo il lettore in un’atmosfera surreale e magica. 🌀
2. 🌌 Simbolismo e Allegoria
- Ogni elemento ha un significato più profondo:
- Il canto delle Sirene : allegoria della verità che attrae ma distrugge chi cerca di afferrarla. 🎵
- Il prato fiorito : simbolo di un luogo ideale, irraggiungibile per l’uomo. 🌸
- Il mucchio d’ossa : rappresenta il fallimento di chi cerca di superare i limiti umani. 💀
- La scena del naufragio diventa un simbolo universale della fragilità umana e della ricerca infinita della verità. 🌟
3. 📜 Linguaggio
- Il linguaggio è ricco di immagini poetiche e metafore delicate , tipiche dello stile pascoliano. 🌸
- Espressioni come “corrente tacita e soave”, “prato fiorito nel mare” e “mucchio d’ossa” evocano immagini vivide e sensoriali. 🌊💀
- La struttura del poema alterna momenti descrittivi a riflessioni liriche, creando un equilibrio perfetto tra realismo e simbolismo. 🎨
💡 Messaggio e Riflessione Finale
La poesia di Pascoli invita il lettore a riflettere sulla fragilità della condizione umana e sulla grandezza della ricerca della verità . 🌟
Attraverso immagini simboliche e atmosfere oniriche, il poeta ci ricorda che ogni elemento naturale racchiude un mistero e un significato più profondo, invitandoci a guardare oltre l’apparenza quotidiana. 🌌✨
Conclusione
L’ultimo viaggio è un viaggio poetico attraverso i suoni, i colori e le emozioni della ricerca della verità. 🌟🌊
Pascoli riesce a trasformare un momento semplice (il viaggio di Odisseo) in un invito alla riflessione, invitandoci a guardare oltre l’orizzonte quotidiano. 🌌✨
Riassumendo : 📜 L’ultimo viaggio è un poema che, attraverso il viaggio del vecchio Eroe verso le Sirene, affronta temi universali come la vita, la morte e la ricerca della verità, lasciando un messaggio di speranza e consapevolezza. 🎵🌊🌟
📜 Testo della poesia L’ultimo viaggio di Ulisse” dai Poemi conviviali di Giovanni Pascoli
XX
la gloria
E l’uomo entrò, ma l’altocinta donna
gli venne incontro, e lo seguiano i figli
molti, e le molte pecore e le capre
l’una all’altra addossate erano impaccio,
per arrivare ai piccoli. E infinito 5
era il belato, e l’alte grida, e il fischio.
Ma in breve tacque il gemito, e ciascuno
suggea scodinzolando la sua poppa.
E l’uomo vide il vecchio Eroe che in cuore
meravigliava ch’egli fosse un uomo; 10
e gli parlò con le parole alate:
Ospite, mangia. Assai per te ne abbiamo.
Ed al pastore il vecchio Eroe rispose:
Ospite, dimmi. Io venni di lontano,
molto lontano; eppur io già, dal canto 15
d’erranti aedi, conoscea quest’antro.
Io sapea d’un enorme uomo gigante
che vivea tra infinite greggie bianche,
selvaggiamente, qui su i monti, solo
come un gran picco; con un occhio tondo… 20
Ed il pastore al vecchio Eroe rispose:
Venni di dentro terra, io, da molt’anni;
e nulla seppi d’uomini giganti.
E l’Eroe riprendeva, ed i fanciulli
gli erano attorno, del pastore, attenti: 25
che aveva solo un occhio tondo, in fronte,
come uno scudo bronzeo, come il sole,
acceso, vuoto. Verga un pino gli era,
e gli era il sommo d’un gran monte, pietra
da fionda, e in mare li scagliava, e tutto 30
bombiva il mare al loro piombar giù…
Ed il pastore, tra i suoi pastorelli,
pensava, e disse all’altocinta moglie:
Non forse è questo che dicea tuo padre?
Che un savio c’era, uomo assai buono e grande 35
per qui, Telemo Eurymide, che vecchio
dicea che in mare piovea pietre, un tempo,
sì, da quel monte, che tra gli altri monti
era più grande; e che s’udian rimbombi
nell’alta notte, e che appariva un occhio 40
nella sua cima, un tondo occhio di fuoco…
Ed al pastore chiese il moltaccorto:
E l’occhio a lui chi trivellò notturno?
Ed il pastore ad Odisseo rispose:
Al monte? l’occhio? trivellò? Nessuno. 45
Ma nulla io vidi, e niente udii. Per nave
ci vien talvolta, e non altronde, il male.
XXI
Le sirene
Indi più lungi navigò, più triste.
E stando a poppa il vecchio Eroe guardava
scuro verso la terra de’ Ciclopi,
e vide dal cocuzzolo selvaggio
del monte, che in disparte era degli altri, 5
levarsi su nel roseo cielo un fumo,
tenue, leggiero, quale esce su l’alba
dal fuoco che al pastore arse la notte.
Ma i remiganti curvi sopra i remi
vedeano, sì, nel violaceo mare 10
lunghe tremare l’ombre dei Ciclopi
fermi sul lido come ispidi monti.
E il cuore intanto ad Odisseo vegliardo
squittiva dentro, come cane in sogno:
Il mio sogno non era altro che sogno; 15
e vento e fumo. Ma sol buono è il vero.
E gli sovvenne delle due Sirene.
C’era un prato di fiori in mezzo al mare.
Nella gran calma le ascoltò cantare:
Ferma la nave! Odi le due Sirene 20
ch’hanno la voce come è dolce il miele;
ché niuno passa su la nave nera
che non si fermi ad ascoltarci appena,
e non ci ascolta, che non goda al canto,
né se ne va senza saper più tanto: 25
ché noi sappiamo tutto quanto avviene
sopra la terra dove è tanta gente!
Gli sovveniva, e ripensò che Circe
gl’invidiasse ciò che solo è bello:
saper le cose. E ciò dovea la Maga 30
dalle molt’erbe, in mezzo alle sue belve.
Ma l’uomo eretto, ch’ha il pensier dal cielo,
dovea fermarsi, udire, anche se l’ossa
aveano poi da biancheggiar nel prato,
e raggrinzarsi intorno lor la pelle. 35
Passare ei non doveva oltre, se anco
gli si vietava riveder la moglie
e il caro figlio e la sua patria terra.
E ai vecchi curvi il vecchio Eroe parlò:
Uomini, andiamo a ciò che solo è bene: 40
a udire il canto delle due Sirene.
Io voglio udirlo, eretto su la nave,
né già legato con le funi ignave:
libero! alzando su la ciurma anela
la testa bianca come bianca vela; 45
e tutto quanto nella terra avviene
saper dal labbro delle due Sirene.
XXIII
il vero
Ed il prato fiorito era nel mare,
nel mare liscio come un cielo; e il canto
non risonava delle due Sirene,
ancora, perché il prato era lontano.
E il vecchio Eroe sentì che una sommessa 5
forza, corrente sotto il mare calmo,
spingea la nave verso le Sirene;
e disse agli altri d’inalzare i remi:
La nave corre ora da sé, compagni!
Non turbi il rombo del remeggio i canti 10
delle Sirene. Ormai le udremo. Il canto
placidi udite, il braccio su lo scalmo.
E la corrente tacita e soave
più sempre avanti sospingea la nave.
E il divino Odisseo vide alla punta 15
dell’isola fiorita le Sirene
stese tra i fiori, con il capo eretto
su gli ozïosi cubiti, guardando
il mare calmo avanti sé, guardando
il roseo sole che sorgea di contro; 20
guardando immote; e la lor ombra lunga
dietro rigava l’isola dei fiori.
Dormite? L’alba già passò. Già gli occhi
vi cerca il sole tra le ciglia molli.
Sirene, io sono ancora quel mortale 25
che v’ascoltò, ma non poté sostare.
E la corrente tacita e soave
più sempre avanti sospingea la nave.
E il vecchio vide che le due Sirene,
le ciglia alzate su le due pupille, 30
avanti sé miravano, nel sole
fisse, od in lui, nella sua nave nera.
E su la calma immobile del mare,
alta e sicura egli inalzò la voce.
Son io! Son io, che torno per sapere! 35
Ché molto io vidi, come voi vedete
me. Sì; ma tutto ch’io guardai nel mondo,
mi riguardò; mi domandò: Chi sono?
E la corrente rapida e soave
più sempre avanti sospingea la nave. 40
E il Vecchio vide un grande mucchio d’ossa
d’uomini, e pelli raggrinzate intorno,
presso le due Sirene, immobilmente
stese sul lido, simili a due scogli.
Vedo. Sia pure. Questo duro ossame 45
cresca quel mucchio. Ma, voi due, parlate!
Ma dite un vero, un solo a me, tra il tutto,
prima ch’io muoia, a ciò ch’io sia vissuto!
E la corrente rapida e soave
più sempre avanti sospingea la nave. 50
E s’ergean su la nave alte le fronti,
con gli occhi fissi, delle due Sirene.
Solo mi resta un attimo. Vi prego!
Ditemi almeno chi sono io! chi ero!
E tra i due scogli si spezzò la nave. 55