
I poemetti e Il vischio di Giovanni Pascoli
28 Dicembre 2019
L’accoglienza di Telemaco a Sparta da parte di Menelao
28 Dicembre 2019Analisi e testo della poesia “Suor Virginia” di Giovanni Pascoli đ
đ Contesto Generale
La poesia è tratta dai Primi Poemetti di Giovanni Pascoli, una raccolta che riflette il suo stile simbolista e decadente, caratterizzato da atmosfere oniriche, riferimenti religiosi e temi legati alla morte, al mistero e alla spiritualità .
đŠâ𦲠Suor Virginia è una figura centrale: una suora che vive in un convento isolato, immersa in una dimensione spirituale e ultraterrena. Il testo è intriso di simbolismo e suggestioni, che ci conducono verso un mondo sospeso tra realtĂ e visione.
đ Analisi Tematica e Strutturale
1. đď¸ Tema Principale: La Morte e la Trascendenza
- La poesia ruota attorno alla morte come passaggio verso un’altra dimensione. Suor Virginia riceve un messaggio divino (il “Santo”) che le annuncia l’imminenza del trapasso. đ°ď¸
- Il tema della trascendenza è evidente: la suora è pronta a lasciare la “Val di pianto” (la vita terrena) per unirsi alle “undicimila vergini” celesti, rappresentanti la purezza e la santitĂ . â¨
2. đľ Atmosfera Sonora e Sensoriale
- L’atmosfera è ricca di suoni e rumori notturni:
- Tum tum… tum tum : battiti ritmici che creano suspense e mistero. đ
- Il grillo che trilla , il bau bau del cane , l’ululo lontano : tutti elementi che amplificano il senso di solitudine e attesa. đŚđś
- Questi suoni non sono solo descrittivi, ma simboleggiano anche la presenza di qualcosa di soprannaturale. đť
3. đźď¸ Immagini Simboliche
- La lampada accesa : simbolo della fede e della preghiera. đĄ
- Il teschio dâosso nel rosario : richiamo alla morte e alla caducitĂ umana. đ
- Le undicimila vergini : rappresentano la purezza e l’eternitĂ , illuminate dalle loro lampade sacre. â¨đŻď¸
- Il giglio : fiore simbolo di purezza e spiritualitĂ , usato come strumento per bussare alla porta del cielo. đˇ
4. đ Personaggi e Relazioni
- Suor Virginia : protagonista della poesia, è una figura devota e riservata, immersa nella sua vita contemplativa. đ
- Le due bambine : rappresentano l’innocenza e il sonno tranquillo, contrapposto all’inquietudine della suora. đśđ¤
- Il Santo : figura divina che guida Suor Virginia verso il trapasso, simbolo di protezione e chiamata al paradiso. đ
đ Stile e Linguaggio
1. đ Tono e Ritmo
- Il tono è melanconico e spirituale , con un ritmo lento e cadenzato che riflette il senso di attesa e di mistero. âł
- Le ripetizioni (“Tum tum… tum tum”) creano un effetto ipnotico, avvolgendo il lettore in un’atmosfera surreale. đ
2. đ Simbolismo e Allegoria
- Ogni elemento ha un significato piĂš profondo:
- La notte : allegoria della morte e del mistero. đ
- Il convento : spazio chiuso che rappresenta l’isolamento spirituale e la ricerca di Dio. đŻ
- Il cielo rosso : simbolo dell’alba eterna, della nuova vita dopo la morte. đ
3. đ Linguaggio
- Il linguaggio è ricco di immagini poetiche e metafore delicate , tipiche dello stile pascoliano.
- Espressioni come “candele odorose”, “pallide conche d’alabastro” e “orma di sangue” evocano un mondo ultraterreno e mistico. đ¸đЏ
đĄ Messaggio e Riflessione Finale
La poesia di Pascoli invita il lettore a riflettere sulla fragilitĂ della vita e sulla bellezza della trascendenza . Suor Virginia, pur essendo una figura umile e silenziosa, diventa un ponte tra il mondo terreno e quello divino. đ
Attraverso immagini simboliche e atmosfere oniriche, il poeta ci ricorda che la morte non è una fine, ma un passaggio verso una dimensione superiore, dove tutto è pace e luce. âď¸â¨
Conclusione
La poesia “Suor Virginia” è un capolavoro di introspezione spirituale e simbolismo, che cattura il lettore con la sua bellezza malinconica e misteriosa. đ
Pascoli riesce a trasformare un evento apparentemente tragico (la morte) in un momento di grazia e redenzione, invitandoci a guardare oltre l’orizzonte terreno. đď¸
Riassumendo : đ “Suor Virginia” è un viaggio poetico attraverso la spiritualitĂ , la morte e la trascendenza, che incanta il lettore con immagini simboliche e atmosfere oniriche. đâ¨
Pascoli ci porta dentro il mistero dellâesistere, tra paure, voci del nulla, e unâapparizione fugace che ci ricorda quanto fragile sia la nostra percezione della realtĂ . đâ¨
đ Testo della poesia di Giovanni Pascoli
Suor Virginia di Giovanni Pascoli dai Primi Poemetti
I prima parte
Tum tum… tum tum…Â Ellâera stata in chiesa
a pregar sola, a dir la sua corona
sotto la sola lampadina accesa. 3
Avea chiesto perdono a chi perdona
tutto, di nulla; simile ad ancella
châha gli occhi in mano della sua padrona;
a una che su lâuscio di sorella
ricca, socchiuso, prega piano, a volo;
châaltri non oda. Era tornata in cella. 9
E ora avanti il Cristo morto solo,
avanti lâagonia di Santa Rita,
si toglieva il suo velo, il suo soggólo. 12
Il cingolo a tre nodi dalla vita
poi si scioglieva: un giallo teschio dâosso
girò tre volte nelle ceree dita. 15
Tum tum… â Chi picchia? Si rimise in dosso
lo scapolare. Forse alla parete
dellâaltra stanza. Lâuscio non sâè mosso.       18
Forse qualche educanda. Una châha sete,
châha male… AprĂŹ soavemente lâuscio.
Entrò. Niente. I capelli nella rete, 21
le braccia in croce, gli occhi nel lor guscio…
II seconda parte
dormivano, composte, accomodate,
le due bambine. Aperta la finestra
era a una gran serenitĂ dâestate.       25
Lâavea lasciata aperta la maestra
per via del caldo. Un alito di vento
recava odor dâacacia e di ginestra.       28
Ma che frufrĂš nellâorto del convento!
Passava, ora dâun gufo, ora dâun gatto,
un sordo sgnaulÏo subito spento.       31
Un grillo ora trillava, ora dâun tratto
taceva: come? Come se lĂŹ presso
fosse venuto chi sa chi, dâappiatto. 34
Un fischiettare, un camminar represso,
un raspare, un frugare, uno sfrascare
improvviso su su per il cipresso…Â 37
Brillavan qua e lĂ lucciole rare,
come spiando. Un ululo ogni tanto
veniva da un lontano casolare. 40
Lâurlo dâun cane alla catena, e il canto
piĂš lontano dâun rauco vagabondo,
nellâalta notte, era la gioia e il pianto 43
che al monastero pervenĂŹa, dal mondo.
III terza parte
Dormivano. SĂŹ: anche la sorella
piccina. Era composta, era coperta.
Suor Virginia tornò nella sua cella.               47
Tornò lasciando la finestra aperta
a quel lontano canto, a quel lontano
bau bau di cane châera sempre allâerta;       50
aperta a quello scalpicciar pian piano
dâuomini o foglie, a quel trillar dâun grillo,
che poi taceva sotto un piede umano…Â Â Â Â Â Â Â 53
Dormivano. Il lor cuore era tranquillo.
La suora si svestĂŹ, cosĂŹ leggiera,
châudĂŹ per terra il picchio dâuno spillo.       56
Sâaddormentava. â Tum tum tum… Che era?
E suor Virginia si levò seduta
sul letto, mormorando una preghiera.         59
Ella ascoltò: la piccola battuta
venĂŹa di lĂ . Si mise anche una volta
lo scapolare. Entrò. Riguardò muta. 62
No. Lâuna e lâaltra si tenea raccolta
al dolce sonno. Non avean bisogno
di lei. La bimba sâera, sĂŹ, rivolta     65
sul cuore; allâaltra; a ragionarci in sogno.
IV quarta parte
Tornò, comprese. Avea bussato il Santo.
Era venuto il tempo di lasciare
il suo cantuccio in questa Val di pianto. 69
A quel Santo ogni sera essa allâaltare
dicea tre pater. Egli non ignora
nellâampia terra il nostro limitare. 72
Poi châegli va, pascendo il gregge ancora,
come allora; e devia dalla sua strada
per dire a questo o quello ospite: Ă lâora. 75
Egli è notturno come la rugiada.
E viene, e bussa fin che il sonnolento
pellegrino non sâalza e non gli bada. 78
Egli era, dunque, entrato nel convento
per rivelarle lâora del trapasso.
Picchiò. Poi stava ad aspettare attento. 81
Ella sentito non ne aveva il passo,
perchè va scalzo. Su la soglia trita
certo aspettava col cappuccio basso. 84
Suor Virginia il fardello della vita
doveva fare: il cielo era giĂ rosso:
il suo fardello. Tra le ceree dita 87
prese il rosario col suo teschio dâosso. 88
V quinta parte
E vennero le morte undicimila
vergini, con le lampade fornite
dâolio odoroso; camminando in fila;Â 91
di bianco lino, come lei, vestite;
nelle pallide conche dâalabastro
portando accese le lor dolci vite;Â 94
passando, sĂŹ che in breve erano un nastro
bianco, ondeggiante, a un alito, pian piano,
nel cielo azzurro tra la terra e un astro;Â 97
passando, come gli Ave a grano a grano
dâuna corona. E le dicean parole
di sotto il giglio che teneano in mano. 100
Aveva ognuna, su le bianche stole,
lâorma di sangue della sua tortura.
Anchâella, al cuore. Le dicean: Non duole. 103
Era, la prima dâesse, Ursula pura,
lassĂš, che tuttavia lampade accese
splendeano in fila per la terra oscura.        106
Le vergini non tutte erano ascese.
Quella picchiò tre volte con lo stelo
del giglio. E in terra Suor Virginia intese     109
quei colpettini al grande uscio del cielo.
VI sesta parte
Tum tum… Di lĂ , con tutto quel gran cielo
alla finestra, oh! trema come foglia
secca che prilla intorno a un ragnatelo,     113
la bimba, e bussa, e par châora, sĂŹ, voglia
dirglielo: âMadre, câè uno laggiĂš:
chiuda!â E volge gli aperti occhi alla soglia 116
dellâuscio: aspetta. Ella non venne piĂš.