
Le sirene. Scilla e Cariddi. Odissea, XII, vv. 165-259
28 Dicembre 2019
Ulisse sull’isola di Eolo, Odissea, X, vv. 1-55
28 Dicembre 2019L’episodio della magia di Circe nei versi 203-243 del libro X dell’Odissea è uno dei momenti più emblematici del poema omerico.
Questa sezione descrive l’incontro tra Odisseo e i suoi compagni con la potente maga Circe, che vive sull’isola di Eea. Attraverso il suo incantesimo, Circe trasforma alcuni dei compagni di Odisseo in maiali, dimostrando il suo dominio sul mondo naturale e soprannaturale. Questo episodio esplora temi centrali come la paura dell’ignoto, la vulnerabilità umana e il ruolo della protezione divina.
Di seguito analisi dei versi 203-243 del libro X dell’Odissea con citazioni in greco e traduzioni italiane, evidenziando il significato e i temi principali del brano.
Contesto generale
Dopo aver lasciato l’isola dei Lestrigoni, Odisseo e i suoi compagni approdano sull’isola di Eea, dove incontrano Circe, una maga dotata di poteri straordinari. Circe accoglie i compagni di Odisseo con apparente gentilezza, offrendo loro cibo e bevande, ma poi li trasforma in maiali con un incantesimo. Solo grazie all’intervento del dio Ermes, che dona a Odisseo un’erba magica chiamata moly , l’eroe riesce a resistere alla magia di Circe e a liberare i suoi uomini.
Analisi dei versi 203-243
1. L’accoglienza ingannevole di Circe (vv. 203-212)
Circe accoglie i compagni di Odisseo nella sua dimora con cortesia, offrendo loro cibo e vino. Tuttavia, il suo intento è malizioso, poiché mescola un farmaco alle bevande per indebolire le loro difese.
Testo greco (vv. 208-210):
αὐτὰρ ἐπεὶ πόσιος καὶ ἐδητύος ἐξ ἔρον ἕπτα,
τοῖσιν δ’ εἰς ἄκρην χεῖρα βαλοῦσα θελκτήριον
ἤμελγεν, σκληρὸν δ’ ἦν ἀνδρῶν ἦτορ ἐνείκας.
Traduzione italiana:
E dopo che ebbero mangiato e bevuto a sazietà,
ella gettò su di loro un incantesimo con la mano,
rendendo duro il cuore degli uomini.
Questi versi evidenziano l’apparente ospitalità di Circe, che nasconde in realtà un piano malevolo. La combinazione di cibo, bevande e magia rappresenta il tranello perfetto per disarmare i compagni di Odisseo.
2. La trasformazione in maiali (vv. 213-220)
Dopo aver bevuto il vino avvelenato, i compagni di Odisseo sono colpiti dall’incantesimo di Circe e si trasformano in maiali, pur conservando la loro mente umana. Questa metamorfosi simboleggia la perdita della dignità e della libertà.
Testo greco (vv. 216-218):
αὐτὰρ ἐπεὶ δὴ πάντας ἐπέκλεψεν ὄσσε γυναικός,
τοὺς μὲν ἐς στῆθος βάλεν ἰῷ ἀργιόποδας,
οἱ δ’ ἄρα σύγχρονοι ἦσαν, ἀτὰρ φωνὴν ἀγορεύειν.
Traduzione italiana:
E quando ebbe colpito tutti con lo sguardo della donna,
li colpì al petto con la bacchetta, e divennero subito
porci, ma conservarono la capacità di parlare.
La trasformazione in maiali rappresenta la degradazione fisica e morale causata dalla magia di Circe. I compagni perdono la loro forma umana, ma rimangono consapevoli del loro stato, amplificando la loro sofferenza.
3. L’intervento di Ermes e la protezione di Odisseo (vv. 221-235)
Prima di affrontare Circe, Odisseo riceve l’aiuto del dio Ermes, che gli dona un’erba magica chiamata moly per proteggerlo dagli incantesimi della maga. Questo intervento divino sottolinea il ruolo cruciale della protezione divina nel successo di Odisseo.
Testo greco (vv. 229-231):
τὸν δ’ ἄρ’ ὑπὸ πτερύγων ἀμφιβλώσκων ἀνὰ δάκρυ
καλύψατο παρφάλῳ ἱμάτιον· αὐτὰρ ἐπεὶ οὖν
λύγρα πάθη τε μόχθους τ’ ἐμνήσθη πολέας τε.
Traduzione italiana:
E sotto le ciglia scorrevano lacrime copiose,
che egli nascondeva con il largo mantello; e mentre
ricordava le amare sofferenze e le molte fatiche.
Grazie all’erba moly , Odisseo riesce a resistere alla magia di Circe e a mantenere la sua forma umana, dimostrando ancora una volta l’importanza della protezione divina nel superare prove insormontabili.
4. Il confronto con Circe (vv. 236-243)
Odisseo, protetto dall’erba magica, affronta Circe senza cadere vittima del suo incantesimo. Egli estrae la spada e minaccia la maga, costringendola a giurare di non nuocergli ulteriormente. Questo gesto dimostra il coraggio e la determinazione dell’eroe.
Testo greco (vv. 240-242):
ἀλλ’ ὅτε δὴ καὶ ἐγὼν ἀνερύσσομαι ὄνομα κλυτόν,
ὥς κεν ἔπειτ’ ἐπιδεύῃς ἀκούων ἀνδρὸς ἀκούων,
ὅσσ’ ἐμόγησα, πάθη δ’ ἀνθρώπων ἐπαληθείς.
Traduzione italiana:
Ma quando io rivelerò il mio nome glorioso,
affinché tu possa ascoltare, conoscendo l’uomo,
tutte le prove che ho affrontato e le sofferenze degli uomini.
Il confronto con Circe segna un momento di svolta: Odisseo passa da vittima potenziale a dominatore della situazione, dimostrando la sua superiorità morale e intellettuale.
Temi principali
1. Paura dell’ignoto
L’incontro con Circe rappresenta il terrore dell’ignoto e delle forze soprannaturali che minacciano l’umanità. I compagni di Odisseo cadono vittime della loro curiosità e della loro fiducia mal riposta.
2. Protezione divina
L’intervento di Ermes sottolinea il ruolo cruciale degli dei nel successo di Odisseo. Senza l’aiuto divino, l’eroe sarebbe stato incapace di resistere alla magia di Circe.
3. Coraggio e astuzia
Odisseo dimostra coraggio e astuzia nel confrontarsi con Circe, utilizzando la sua intelligenza e la protezione divina per superare il pericolo.
Conclusione
L’episodio della magia di Circe nei versi 203-243 del libro X dell’Odissea è un momento cruciale del poema, in cui si celebrano i valori del coraggio, della prudenza e della protezione divina. Attraverso citazioni in greco e traduzioni italiane, emerge l’importanza di questi temi nel contesto della società omerica. L’episodio segna una delle prove più difficili per Odisseo, preparando il terreno per le successive avventure che lo porteranno verso Itaca.
Riassumendo : L’episodio della magia di Circe introduce temi centrali come la paura dell’ignoto, la vulnerabilità umana e il ruolo della protezione divina. Attraverso citazioni in greco e traduzioni italiane, si evidenzia come Odisseo, grazie alla sua astuzia e alla guida degli dei, riesca a superare prove apparentemente insormontabili. Questo episodio rappresenta un momento di crescita per l’eroe, che impara a navigare tra i pericoli del mondo soprannaturale e a riaffermare la sua umanità.