
I verbi servili
28 Dicembre 2019
Il tappeto di Ivo Andric
28 Dicembre 2019Il valore relativo dei tempi nella grammatica italiana si riferisce al modo in cui i tempi verbali sono utilizzati per stabilire una relazione temporale tra le azioni espresse in una frase principale e quelle in una frase subordinata.
Questo concetto è particolarmente importante quando si analizza il periodo ipotetico o altre strutture complesse.
In italiano, i tempi verbali assumono un valore assoluto o relativo a seconda del contesto. Vediamo ora come funziona il valore relativo dei tempi nei diversi casi.
1. Valore assoluto vs. valore relativo
- Valore assoluto : Il tempo verbale indica la collocazione temporale di un’azione rispetto al momento in cui si parla (presente, passato o futuro).
- Esempio: “Oggi piove” (presente assoluto).
- Esempio: “Ieri ho studiato” (passato assoluto).
- Valore relativo : Il tempo verbale indica la collocazione temporale di un’azione rispetto a un’altra azione espressa nella frase principale o in un’altra parte del discorso.
- Esempio: “Quando arriverai, avrò già finito” (futuro anteriore relativo al futuro semplice).
2. Valore relativo nei tempi del congiuntivo
Il congiuntivo, in particolare, assume spesso un valore relativo perché è usato in frasi subordinate che dipendono dalla frase principale. Vediamo come funziona nei diversi tempi:
a) Congiuntivo presente
- Valore relativo : Indica un’azione contemporanea a quella della frase principale.
- Esempio: “Penso che tu abbia ragione.”
→ L’azione “avere ragione” è contemporanea al pensiero espresso.
- Esempio: “Penso che tu abbia ragione.”
b) Congiuntivo passato
- Valore relativo : Indica un’azione conclusa prima di quella della frase principale.
- Esempio: “Credo che abbiano già finito.”
→ L’azione “finire” è precedente al momento in cui si esprime il credo.
- Esempio: “Credo che abbiano già finito.”
c) Congiuntivo imperfetto
- Valore relativo : Indica un’azione contemporanea o posteriore a quella della frase principale, ma nel passato.
- Esempio: “Credevo che venisse.”
→ L’azione “venire” è contemporanea o successiva al momento in cui si credeva.
- Esempio: “Credevo che venisse.”
d) Congiuntivo trapassato
- Valore relativo : Indica un’azione conclusa prima di un’altra azione nel passato.
- Esempio: “Avevo sperato che fosse già partito.”
→ L’azione “essere partito” è precedente al momento in cui si è sperato.
- Esempio: “Avevo sperato che fosse già partito.”
3. Valore relativo nei periodi ipotetici
Nei periodi ipotetici , il valore relativo dei tempi è fondamentale per stabilire la relazione temporale tra la condizione (frase subordinata) e la conseguenza (frase principale). I tre tipi di periodo ipotetico illustrano chiaramente questo principio.
a) Periodo ipotetico della realtà (primo tipo)
- Si usa l’indicativo in entrambe le frasi.
- Valore relativo : La condizione e la conseguenza sono contemporanee.
- Esempio: “Se hai fame, mangia.”
→ La fame e il mangiare sono contemporanei.
- Esempio: “Se hai fame, mangia.”
b) Periodo ipotetico della possibilità (secondo tipo)
- Si usa il congiuntivo imperfetto nella subordinata e il condizionale presente nella principale.
- Valore relativo : La condizione è ipotetica e contemporanea alla conseguenza.
- Esempio: “Se avessi tempo, leggerei un libro.”
→ L’azione “avere tempo” è contemporanea all’azione “leggere”.
- Esempio: “Se avessi tempo, leggerei un libro.”
c) Periodo ipotetico dell’irrealtà (terzo tipo)
- Si usa il congiuntivo trapassato nella subordinata e il condizionale passato nella principale.
- Valore relativo : La condizione è ipotetica e precedente alla conseguenza.
- Esempio: “Se avessi studiato, avresti superato l’esame.”
→ L’azione “studiare” è precedente all’azione “superare”.
- Esempio: “Se avessi studiato, avresti superato l’esame.”
4. Valore relativo nei tempi del condizionale
Il condizionale assume un valore relativo quando è usato in combinazione con altri tempi verbali, specialmente nei periodi ipotetici.
a) Condizionale presente
- Valore relativo : Indica un’azione futura rispetto a un’altra azione nel passato.
- Esempio: “Mi disse che sarebbe venuto.”
→ L’azione “venire” è futura rispetto al momento in cui “mi disse”.
- Esempio: “Mi disse che sarebbe venuto.”
b) Condizionale passato
- Valore relativo : Indica un’azione conclusa prima di un’altra azione nel passato.
- Esempio: “Avrebbe voluto che tu fossi venuto.”
→ L’azione “volere” è precedente all’azione “essere venuto”.
- Esempio: “Avrebbe voluto che tu fossi venuto.”
5. Valore relativo nei tempi del participio
Il participio può assumere un valore relativo quando è usato in tempi composti (come il passato prossimo o il trapassato).
a) Participio passato
- Valore relativo : Indica un’azione conclusa prima di un’altra azione.
- Esempio: “Ho finito il lavoro prima di uscire.”
→ L’azione “finire” è precedente all’azione “uscire”.
- Esempio: “Ho finito il lavoro prima di uscire.”
b) Participio presente
- Valore relativo : Indica un’azione contemporanea a quella del verbo principale.
- Esempio: “Vedendo il risultato, mi sono arrabbiato.”
→ L’azione “vedere” è contemporanea all’azione “arrabbiarsi”.
- Esempio: “Vedendo il risultato, mi sono arrabbiato.”
Conclusione
Il valore relativo dei tempi è un aspetto cruciale della grammatica italiana, poiché permette di stabilire relazioni temporali precise tra le azioni espresse in una frase complessa. Questo concetto è particolarmente evidente nei periodi ipotetici, nei tempi del congiuntivo e nei tempi composti.
Riepilogo dei valori relativi principali:
- Presente : Azione contemporanea.
- Passato : Azione conclusa prima di un’altra.
- Imperfetto : Azione nel passato, contemporanea o successiva.
- Trapassato : Azione conclusa prima di un’altra nel passato.
Box finale :