
Per un nuovo Manzoni di Pierantonio Frare
28 Dicembre 2019
Ripasso dell’ottocento nella letteratura per l’esame di stato
28 Dicembre 2019Il racconto “Una lite col diavolo” di Marquinho Kappa si muove tra il thriller psicologico e il soprannaturale, offrendo una narrazione intensa e ricca di tensione.
La progressiva scoperta degli omicidi e il legame tra il killer e le vittime tengono il lettore con il fiato sospeso fino alla fine. L’elemento paranormale, introdotto con il presunto dominio del diavolo sul colpevole, aggiunge un tocco inquietante che amplifica il senso di mistero. Il finale enigmatico, con il corpo del killer ritrovato in circostanze inspiegabili, chiude la storia lasciando spazio a interpretazioni diverse.
Analisi
Struttura del testo
Il racconto è costruito in più fasi:
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Introduzione: Viene presentata la paura di John per la sicurezza di Taylor, creando subito un’atmosfera di tensione.
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Svolgimento: Il ritrovamento del sangue sul ponte e il proseguire degli omicidi rendono la narrazione sempre più inquietante.
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Indagini: La polizia cerca di collegare i crimini, portando alla scoperta del killer e del suo passato.
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Conclusione: L’assassino viene arrestato, fugge e infine viene trovato morto in circostanze misteriose.
Temi principali
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Paura e ansia: La storia gioca molto sulla suspense, mantenendo il lettore in attesa di scoprire cosa accadrà.
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Psicologia del male: Il killer non uccide per puro piacere, ma è spinto da un trauma legato alla moglie e dalla sua ossessione per il lavoro.
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Elementi soprannaturali: La possessione diabolica e le circostanze della morte del killer introducono il tema del paranormale, lasciando aperta la possibilità che il male non fosse solo nella sua mente.
Personaggi
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John: Il fidanzato di Taylor, rappresenta l’elemento umano e razionale che cerca di proteggere chi ama.
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Taylor: Vittima designata, il suo destino tragico segna il punto di svolta della narrazione.
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James Blatters: Il killer, personaggio complesso e tormentato, il cui passato e motivazioni aggiungono profondità alla storia.
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Il diavolo (o la sua voce interiore): Se considerato reale, è la forza che spinge James alla follia. Se visto come una metafora, rappresenta il conflitto interiore del killer.
Stile e linguaggio
Il linguaggio è diretto e incisivo, adatto al genere thriller-horror. Le descrizioni macabre e i dettagli cruenti contribuiscono a creare un senso di inquietudine, mentre il ritmo della narrazione è rapido, con colpi di scena ben distribuiti.
Significato del finale
Il ritrovamento del corpo di James con segni di bruciature e un simbolo satanico lascia aperta l’interpretazione:
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Ipotesi razionale: Il senso di colpa ha spinto James alla follia e alla morte in circostanze insolite.
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Ipotesi paranormale: James è stato punito dal diavolo per aver interrotto il suo “patto”, oppure ha subito un esorcismo. 😊
Testo del racconto “Una lite col diavolo” di Marquinho Kappa
Il crepuscolo iniziava a inondare di rosso i tetti delle abitazioni in lontananza; ma John non riusciva a togliersi quel pensiero inquietante dalla testa. La paura che Taylor, la sua compagna, fosse in pericolo non lo lasciava dormire in pace. La notizia che un criminale fosse scappato dall’ospedale psichiatrico aveva ormai attraversato tutta la città. Nessuno era tranquillo né osava uscire di casa; nessuno tranne la ragazza.
Lei, infatti, stava tranquillamente facendo la sua solita passeggiata lungo il fiume, quando all’improvviso tutte le programmazioni televisive e radiofoniche si interruppero per diramare ulteriori informazioni sul fuggitivo. John si accorse che la descrizione delle precedenti vittime del killer era estremamente simile a quella della sua dolce metà. La paura cresceva sempre più fino a portarlo verso la decisione di partire alla ricerca di Taylor per riportarla a casa, un luogo sicuro dove sarebbe stata lontana da ogni pericolo. Il tempo sembrava non passare mai. Il pover’uomo non trovava alcun indizio che potesse rivelargli l’attuale posizione della ragazza ma, in quel momento di confusione, uno spicchio di lucidità gli ricordò che solitamente l’abitudinaria camminata della sua amata si concludeva sul ponte. Qui, avendo trovato una pozza di sangue fresco, capì che qualcosa non era andata come al solito. Il terrore cominciò a salire sempre di più tra i suoi pensieri. Chiamò immediatamente la polizia. Le analisi dimostrarono che il sangue apparteneva a Taylor, ma ciò che lasciò tutti senza parole fu il fatto che pochi giorni dopo si trovò un sacco che conteneva resti umani. Alla testa mancavano molti capelli, che erano stati strappati violentemente. Le gambe erano graffiate, portavano il segno di una mano come se la ragazza fosse stata trascinata, e aveva anche svariati segni sulle braccia come se avesse lottato per liberarsi o fosse stata legata con una corda. Il caso non fu risolto ma non fu nemmeno chiuso.
Nel frattempo la situazione era peggiorata. Il killer aveva colpito ancora. Uno dei testimoni oculari era riuscito a scattargli una foto prima che scappasse dall’ultima scena del delitto. Aveva gli occhi rossi, denti gialli e dalla bocca colava un liquido nero che sembrava sangue. Malgrado l’ombra di un albero rendesse il suo volto troppo scuro per essere riconosciuto, gli investigatori erano certi che si trattasse dello stesso killer. La vittima aveva ricevuto diversi colpi al cuore, che era stato poi rimosso dal corpo. La faccia era mutilata come se il criminale avesse avuto un improvviso attacco di rabbia.
La polizia cominciò a ragionare sul perché l’assassino scegliesse così accuratamente una determinata tipologia di vittime tanto simili tra loro. Per cercare di restringere il campo controllarono nel loro database se erano presenti criminali che avessero rapporti stretti con il genere di persone scelte dal killer. Incrociando vari dati arrivarono a una lista di super indiziati, tra cui era presente anche James Blatters. Decisero di fare dei controlli sulla vita dei presunti assassini e, analizzando tutti i file degli omicidi, si accorsero che uno di loro era venuto precedentemente in contatto con tutte le vittime. Aveva uno stretto rapporto d’amicizia con tutte loro grazie al lavoro che svolgeva: egli era infatti un medico legale. Tale professione gli consentiva di avvicinarsi a tanta povera gente con la scusa di consolarla per la recente perdita. Fu così che egli divenne loro amico. Nello scegliere una delle vittime, però, aveva commesso un errore. Il suo nome, cioè Isabel, era infatti lo stesso della moglie dell’assassino. Questo fatto condusse gli investigatori ad indagare sulla coppia. Scoprirono che tra i due non scorreva buon sangue; litigavano quasi ogni giorno ma non avevano mai voluto una separazione finché non accadde un tragico fatto: l’uccisione della moglie. Infatti preso da una crisi di rabbia lui la assassinò. James raccontò dopo la sua cattura che in quel periodo era convinto di aver ricevuto un richiamo dal diavolo al quale non aveva mai ceduto prima. Una volta cominciato il massacro non fu più in grado di fermarsi. Spiegò inoltre che in ognuna di quelle vittime vedeva sua moglie che ripeteva le solite parole che lui odiava sentirsi dire: “Ti ho già detto che quel lavoro non mi è mai piaciuto. Cosa aspetti a fare qualcosa di buono della tua vita, cazzo? Non pensare alle altre vite, pensa alle nostre!”. Questa era una cosa che lo faceva veramente infuriare poiché adorava quel lavoro. Ogni volta che lei pronunciava quelle parole sentiva come una voce infernale che gli diceva di sbarazzarsi di lei. Disse che il dominio del diavolo fu il fattore scatenante dell’uccisione della moglie e di tutte le altre vittime. Venne comunque arrestato ma riuscì a scappare un’altra volta finché non fu ritrovato il suo corpo senza vita. Aveva gli occhi completamente neri, la pelle bruciata come fosse stato vittima di un esorcismo e sulla fronte recava un simbolo che raffigurava il diavolo. Stringeva ancora forte tra le mani un crocifisso.