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28 Dicembre 2019
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28 Dicembre 2019Il passo tratto dal sesto libro dell’Iliade (vv. 369-473), è uno dei momenti più celebri e toccanti del poema omerico.
In questa scena, Ettore, il più valoroso guerriero troiano, incontra sua moglie Andromaca e il loro piccolo figlio Astianatte sulle mura di Troia. Questo episodio rappresenta una pausa nella violenza della guerra e offre un’intensa riflessione sulle conseguenze personali e umane del conflitto.
Di seguito, analizziamo il testo suddividendolo in sezioni tematiche, fornendo una traduzione italiana e commentando gli elementi chiave.
1. L’incontro tra Ettore e Andromaca (vv. 369-388)
Testo greco:
τὸν δ᾽ Ἀνδρομάχη λευκώλενος ἀντίον ηὔδα:
«τίπτε μοι, φίλταθ᾽ Ἕκτωρ, ἔρχεαι ἄστυδε νῶϊν;
οὐκέτι σεῦ περὶ πάντων ἐγὼ ἔσταν ὀπίσσω,
οὐδὲ γυναικῶν, οὐδ᾽ ἀνδρῶν, οἳ ἐνὶ πύργοις
πόλεος Δαρδανίδης ἑστᾶσιν, ἐπεὶ κατὰ πεδίον
ἤλυθες, ὦς ἀλέγειν βουλόμενος περὶ πάντων
εὖχος ἀριστείης· μὴ δή μοι χαλεπὰ πάθῃς
πρὶν τόδε πᾶν ἐπιδεῖξαι, ἐπεὶ οὔ τοι προσθήσω
ἄλλον Ἕκτορα φῶτα, τεοῖσιν ἐνὶ πτόλεϊσιν.»
Traduzione italiana:
Andromaca dalle bianche braccia gli disse:
«Perché sei venuto qui in città, mio caro Ettore?
Non ti vedo più combattere al fronte,
né vegliare sui nostri uomini e sulle donne
che stanno sulle torri della città di Dardano,
poiché sei sceso in pianura, desideroso di difendere tutti con il tuo valore.
Non lasciare che mi accada una disgrazia prima che tu abbia mostrato tutto questo,
perché non avrò più un altro Ettore, che protegga la nostra città.»
Commento:
In queste parole, Andromaca rivela la sua angoscia per la sorte di Ettore. La preoccupazione per la vita del marito è palpabile, poiché lei sa bene che la sua morte significherebbe la rovina di Troia e la fine della sua famiglia. Il tono di Andromaca è supplichevole, ma anche accusatorio: ella lo rimprovera implicitamente per aver abbandonato la sicurezza delle mura cittadine per affrontare i Greci in campo aperto.
2. La risposta di Ettore (vv. 406-432)
Testo greco:
τὸν δ᾽ αὖτε προσέειπε ποδάρκης Ἕκτωρ ἱπποδάμης:
«ὦ γύναι, οἶδα καὶ αὐτὸς τάδε πάντα νοεύμενος:
ἦ τοι ἐγὼν αὐτός τε πέλω μεγάλης ἀλεγεινῆς
πατρίδος, ἧς ἕνεκεν καὶ ἐγὼ τεθνάξομαι, ἦ μάλα πάντων
Τρώων ἠδ᾽ Ἰλίου γαίης, ἥνδ᾽ ἀρετὴ καὶ κῦδος ἔχει.
ἀλλ᾽ οὔ τις φίλῳ ἐστὶν ἀνὴρ φίλον ἦτορ ἔχων,
ὅς κε θεῶν ἔργ᾽ ἀμφὶ νόῳ στήσει καὶ θυμῷ,
ἀλλ᾽ ὅ γε παῖδας ἔχων ἐνὶ οἴκῳ ἀγαυοῖς
καὶ γαμβροὺς ἀγαθοὺς καὶ ἐϋζώνους ἀλόχους,
οἵ οἱ ἀρήγωσιν, ὅτε κεν θανάτοιο τέλος πεφυλάγῃ.»
Traduzione italiana:
Ettore, rapido di piede e domatore di cavalli, le rispose:
«Donna, io stesso comprendo tutte queste cose:
so bene che verrà il giorno in cui la mia patria cadrà,
e io morirò per essa, poiché Troia è grande e gloriosa.
Ma nessun uomo, pur avendo un cuore amante,
può sfuggire al destino stabilito dagli dèi.
Anche se ha figli nobili in casa, buoni generi e spose virtuose,
essi non potranno salvarlo quando giungerà l’ora della morte.»
Commento:
La risposta di Ettore è profondamente tragica. Egli riconosce il suo destino inevitabile e la distruzione di Troia, ma afferma che il suo dovere è combattere per la patria, indipendentemente dalle conseguenze personali. Il suo discorso rivela una tensione tra il ruolo di marito e padre e quello di difensore della città. Nonostante l’amore per la sua famiglia, Ettore sa che non può ritirarsi dalla battaglia senza disonorarsi.
3. Il figlio Astianatte e il simbolismo del futuro (vv. 466-473)
Testo greco:
τὸν δ᾽ Ἀστυάναξ ἐκρίνυσεν, παῖς Ἕκτορος, αἰδοῖος,
ἀμφ᾽ αὐτῇ κούρῃ παρὰ μητέρι κειμένῳ,
ὃν δὴ Σκαμάνδριον ἔκτισεν, ἐν δ᾽ ἄρα πάντες
ἴσχον ἐπώνυμον, ὡς ἔσται ἀνὴρ ἀγαθός.
τὸν δ᾽ Ἕκτωρ ἐπέρησεν, ἰδὼν δ᾽ ἐλέαιρεν,
καὶ γναμπτὸν κεφαλῆς ἔπι χεῖρα κατέσχεν:
«ὦ παῖ, εἴθ᾽ ἐθέλοις ἀνδρὸς ἀγαθοῦ τελέσαι μόρον,
ὃν δὴ τεκέτω μήτηρ, ἵν᾽ ἄνδρες ἀγαυοὶ σέβωνται.»
Traduzione italiana:
Astianatte, il figlio di Ettore, si aggrappava alla madre,
sdraiato accanto a lei, quel bambino che Scamandro aveva allevato,
e tutti lo chiamavano con il nome del fiume, sperando che diventasse un uomo valoroso.
Ettore lo guardò con compassione e gli pose teneramente la mano sulla testa:
«Figlio mio, vorrei che tu potessi compiere il destino di un uomo valoroso,
così che tua madre possa darti alla luce, e gli uomini ti onorino.»
Commento:
L’apparizione di Astianatte aggiunge un ulteriore strato di pathos alla scena. Il bambino, simbolo del futuro di Troia, è ancora ignaro del destino tragico che lo attende. Ettore, guardandolo, esprime il suo desiderio che il figlio cresca per diventare un eroe come lui, ma questa speranza è destinata a essere infranta. La tenerezza del gesto di Ettore contrasta con la consapevolezza della tragedia imminente, rendendo la scena ancora più straziante.
Conclusione
I versi 369-473 del sesto libro dell’Iliade rappresentano uno dei momenti più umani e commoventi del poema. Attraverso il dialogo tra Ettore e Andromaca, Omero esplora il conflitto interiore di un eroe che deve scegliere tra il dovere verso la patria e l’amore per la famiglia. La presenza di Astianatte amplifica la drammaticità della scena, poiché il bambino incarna il futuro che sarà distrutto dalla guerra.
Questo episodio ci ricorda che l’Iliade non è solo un poema epico sulla guerra, ma anche una profonda meditazione sulle conseguenze umane del conflitto. La figura di Ettore emerge come quella di un eroe tragico, consapevole del proprio destino ma determinato a compiere il suo dovere fino alla fine.
In sintesi, l’incontro tra Ettore e Andromaca è un momento di intensa emozione nell’Iliade , che mette in luce il sacrificio personale richiesto dalla guerra e la fragilità delle vite umane di fronte al destino.