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L’episodio di Odisseo e Tersite si trova nel Libro II dell’Iliade di Omero.
Dopo che Agamennone ha messo alla prova gli Achei proponendo di tornare a casa, l’esercito si lascia prendere dallo sconforto e si prepara alla fuga. A questo punto intervengono Odisseo e Nestore per ristabilire l’ordine.
L’episodio di Tersite e la sua conclusione
Tersite, un guerriero brutto e deformato, noto per la sua lingua tagliente e il suo odio per i nobili, approfitta del caos per attaccare verbalmente Agamennone, accusandolo di avidità e di condurre la guerra solo per il proprio tornaconto.
Odisseo, vedendo che le parole di Tersite stanno fomentando la ribellione tra i soldati, interviene con decisione. Dopo averlo rimproverato aspramente per la sua arroganza e la sua mancanza di rispetto verso i comandanti, Odisseo lo colpisce violentemente con lo scettro, facendo sanguinare la sua schiena.
A quel punto, l’esercito acheo, invece di difendere Tersite, scoppia a ridere: i soldati apprezzano la punizione inflitta al compagno perché considerano le sue parole inappropriate e il suo atteggiamento irrispettoso. Questo episodio segna la restaurazione dell’ordine e il ritorno della disciplina nell’accampamento acheo.
Significato dell’episodio
- Tersite rappresenta l’elemento sovversivo e demagogico: non è un vero eroe, ma un uomo che attacca i capi senza offrire soluzioni.
- Odisseo incarna l’ordine e l’autorità: la sua azione ristabilisce la gerarchia tra i comandanti e i soldati.
- L’episodio mostra il valore della disciplina: nell’epica greca, il rispetto per l’autorità è essenziale per la vittoria in guerra.
Questa scena offre anche un’interessante riflessione sulla libertà di parola e sul ruolo della critica nel contesto di una società aristocratica come quella achea.