
Caratteri del Romanticismo
28 Dicembre 2019
La creazione di Enkidu dal poema di Gilgamesh
28 Dicembre 2019I primi 81 versi del Primo Canto del Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri segnano subito un passaggio ad una poesia di un alto livello spirituale
1. Introduzione al Canto
Il Paradiso è la terza e ultima cantica della Divina Commedia. Qui Dante narra il suo viaggio attraverso i nove cieli fino all’Empireo, guidato da Beatrice. Rispetto all’Inferno e al Purgatorio, il Paradiso è più complesso per i temi teologici e filosofici, e per l’uso di un linguaggio più astratto e sublime.
Il Canto I è un prologo a tutta la cantica e ha una funzione introduttiva, proprio come il Canto I dell’Inferno e del Purgatorio. Dante prega Apollo per ricevere l’ispirazione poetica necessaria per raccontare la sua esperienza mistica e inizia l’ascensione verso il Primo Cielo.
2. Testo e Parafrasi (vv. 1-81)
Versi 1-12: L’innalzamento dell’anima e la visione di Dio
La gloria di colui che tutto move
per l’universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove.Nel ciel che più de la sua luce prende
fu’ io, e vidi cose che ridire
né sa né può chi di là sù discende;perché appressando sé al suo disire,
nostro intelletto si profonda tanto,
che dietro la memoria non può ire.Veramente quant’io del regno santo
ne la mia mente potei far tesoro,
sarà ora materia del mio canto.
-
Parafrasi
La gloria di Dio, che muove ogni cosa, si diffonde nell’universo con intensità diversa. Io sono stato nel cielo più vicino alla sua luce (l’Empireo) e ho visto cose che nessuno può raccontare al ritorno sulla Terra. Infatti, l’intelletto umano, avvicinandosi al suo desiderio supremo (Dio), si immerge così profondamente che la memoria non può seguirlo. Tuttavia, tutto ciò che ho potuto ricordare del Paradiso sarà il contenuto del mio canto. -
Analisi
- Dante apre la cantica con un’invocazione alla gloria divina, il principio che muove l’universo (colui che tutto move = Dio).
- Introduce il concetto di ineffabilità: le esperienze celesti sono così sublimi che la memoria umana non può conservarle pienamente.
- L’intelletto umano è limitato, ma ciò che Dante riesce a ricordare diventa il materiale della sua poesia.
Versi 13-36: Invocazione ad Apollo
O buono Appollo, a l’ultimo lavoro
fammi del tuo valor sì fatto vaso,
come dimandi a dar l’amato alloro.Infino a qui l’un giogo di Parnaso
assai mi fu; ma or con amendue
m’è uopo intrar ne l’aringo rimaso.Entra nel petto mio, e spira tue,
sì come quando Marsia traesti
de la vagina de le membra sue.O divina virtù, se mi ti presti
tanto che l’ombra del beato regno
segnata nel mio capo io manifesti,vedrami al piè del tuo diletto legno
venire, e coronarmi de le foglie
che la materia e tu mi farai degno.Sì rade volte, padre, se ne coglie
per triunfare o Cesare o poeta,
colpa e vergogna de l’umane voglie,che parturir letizia in su la lieta
delfica deità dovria la fronda
peneia, quando alcun di sé asseta.
-
Parafrasi
O buon Apollo, aiutami nell’ultima parte della mia opera, rendendomi un recipiente del tuo potere, così da poter meritare la corona d’alloro.
Fino a ora mi è bastato l’aiuto di una sola vetta del Parnaso (ispirazione della poesia profana), ma ora ho bisogno di entrambe per affrontare quest’ultima sfida.
Vieni nel mio petto e ispirami, come facesti quando scorticasti Marsia.
Se mi concederai il dono di esprimere anche solo un’ombra della beatitudine celeste, allora potrò arrivare a cingermi della corona poetica che solo tu e la mia opera potete rendermi degno di ricevere.
Purtroppo, raramente la corona d’alloro viene concessa ai poeti o ai condottieri, per colpa della mediocrità degli uomini. -
Analisi
- L’invocazione a Apollo, dio della poesia, è un richiamo alla grande poesia epica (Omero e Virgilio), ma anche alla necessità di un’ispirazione divina.
- Il Monte Parnaso è simbolo della poesia: una vetta rappresenta la poesia profana (Inferno e Purgatorio), l’altra quella sacra (Paradiso).
- Dante si paragona a Marsia, il satiro scorticato da Apollo, per simboleggiare il suo desiderio di trasformarsi spiritualmente attraverso la poesia.
- L’alloro poetico è un simbolo di gloria e immortalità, che pochi meritano.
Estratto dai Versi 37-81: L’ascensione di Dante al cielo della Luna
Alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,l’amor che move il sole e l’altre stelle.
Beatrice tutta ne la sua beata
persona tacque; e come per un raggio
di sole specchio d’acqua non si pate,vedesi il raggio infino a l’altro fondo,
così lo mio si perdea nel profondo,di suoi pensier, de’ quali era chiusa.
-
Parafrasi
La mia immaginazione non poteva più nulla, ma il mio desiderio e la mia volontà erano mossi dall’amore divino, come una ruota che gira perfettamente.
Beatrice rimase in silenzio, e io la guardai, ma il mio sguardo si perdeva nella profondità dei suoi pensieri. -
Analisi
- Dante non si affida più alla sola immaginazione, ma è guidato dall’amore divino.
- L’ascensione al cielo avviene in modo misterioso: non si percepisce uno spostamento fisico, ma solo un cambiamento interiore.
- La similitudine del raggio di sole nell’acqua suggerisce la difficoltà di comprendere i pensieri di Beatrice, che ha una conoscenza superiore.
3. Conclusione
Il Primo Canto del Paradiso è fondamentale perché introduce i temi principali della cantica:
✅ La gloria di Dio come fonte di ogni movimento.
✅ L’ineffabilità dell’esperienza paradisiaca.
✅ La preghiera ad Apollo per ricevere ispirazione divina.
✅ Il passaggio dal mondo terreno a quello celeste.