
Oltre la nebbia di Gaudio e Bisceglie
28 Dicembre 2019
Un’idea non usata di Luigi Gaudio
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La canzone Signor professore di Luigi Gaudio è un brano che trasuda un forte spirito critico nei confronti di una certa ideologia dominante nel mondo dell’istruzione degli anni ‘70. Composta dall’autore a soli 16 anni e mezzo, riflette il fermento politico e culturale di quel periodo, caratterizzato da un acceso dibattito tra ideologie contrapposte.
Analisi del Testo
1. Contesto storico e ispirazione
Il 1977 è stato un anno di grande tensione politica e sociale in Italia, con scontri tra studenti, movimenti di estrema sinistra e forze dell’ordine. L’università e la scuola erano spesso luoghi di propaganda ideologica, dove alcuni professori imponevano una visione del mondo rigidamente progressista.
Gaudio, ancora adolescente, sembra ribellarsi a questo clima con un brano che denuncia l’omologazione del pensiero e l’ideologizzazione dell’insegnamento.
2. Tematiche principali
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Critica all’ideologizzazione della scuola
Il professore descritto nel brano è presentato come un padre della scienza e maestro di cultura, ma l’autore si chiede di quale cultura?. Questa domanda retorica lascia intendere che si tratta di un sapere distorto, condizionato dall’appartenenza politica piuttosto che da una ricerca genuina della verità. -
Il conformismo dell’intellettuale impegnato
Il professore è descritto come uno schiavo della moda e un automa del progresso, un’intellettuale che si considera libero e progressista ma che, paradossalmente, finisce per imporre il suo pensiero agli altri, rendendoli a loro volta automi. -
La contraddizione tra i valori proclamati e la realtà
Il testo denuncia l’ipocrisia di un mondo che parla di pace, democrazia, giustizia e libertà, mentre proprio in quel momento si stanno verificando conflitti e ingiustizie. -
L’illusione dell’uomo “buono per natura”
Il brano identifica una malattia diffusa: l’idea che l’uomo sia privo di male e peccato. Questa visione è attribuita sia alla borghesia che alla classe politica, suggerendo che si tratti di un inganno comune a diverse fazioni ideologiche.
3. Stile e Struttura
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Linguaggio diretto e incisivo
Il testo usa un linguaggio semplice ma efficace, con ripetizioni che enfatizzano i concetti chiave (di quale cultura?, anche noi, anche noi). -
Tono polemico e provocatorio
L’approccio è quello di un giovane che sfida apertamente l’autorità e il pensiero dominante, senza timore di essere irriverente. -
Ritmo incalzante e struttura simmetrica
Il testo segue una progressione logica che parte dall’individuo (il professore), passa alla società e si conclude con un’affermazione più ampia sulla condizione umana.
Significato e Attualità
“Signor professore” è un brano che, pur essendo legato al contesto del 1977, mantiene una sorprendente attualità. La questione dell’imposizione ideologica nella scuola e nella cultura è ancora oggi dibattuta, e il brano si presta a una lettura più ampia sul tema del pensiero critico e dell’indipendenza intellettuale.
L’idea che l’uomo sia privo di male e peccato, inoltre, tocca un aspetto filosofico e teologico profondo, contrapponendosi a una visione più realista della natura umana.
Conclusione
“Signor professore” è un’opera giovanile ma già matura, che esprime il disagio di chi si sente oppresso da un pensiero unico e cerca una libertà di pensiero autentica, lontana dalle mode ideologiche. Un brano che invita alla riflessione e che mostra il precoce talento critico di Luigi Gaudio.
Signor professore (Testo e Musica di Luigi Gaudio)
Signor professore, padre della scienza,
maestro di cultura, ma di quale cultura? Di quale cultura?
Lei è un progressista, un professore democratico,
iscritto al sindacato, nelle liste di partito, di partito.
Lei è un schiavo della moda è un automa del progresso,
ma il suo più grande sbaglio è che Vuol far diventare automi anche noi, anche noi.
Si fa un gran parlare di pace e di democrazia
Eppure proprio adesso c’è il rischio di una guerra che tutti porti via con sé
Si fa un gran parlare Di giustizia e di libertà
Eppure proprio adesso che esse sono negate
C’è come un cancro, una malattia, da cui è difficile fuggire via
È quella di credere che nell’uomo non ci sia male, non ci sia peccato
È quella del borghese, È quella del compagno,
È quella del ministro, di tutti