
Roma in fiamme Annales XV, 38, prima parte
28 Dicembre 2019
Contovello di Umberto Saba
28 Dicembre 2019“Ulisse” di Umberto Saba è una poesia ricca di simbolismo e introspezione, in cui il poeta rievoca la figura mitologica di Ulisse per riflettere sulla propria vita, in particolare sul senso dell’esplorazione e dell’insaziabile desiderio di conoscenza e libertà che caratterizza l’esperienza umana.
In questo testo, Saba sembra fondere il mito classico con elementi autobiografici, rappresentando la navigazione come metafora della vita, dell’esperienza interiore e della continua ricerca del sé.
Introduzione
Il titolo stesso, “Ulisse”, richiama immediatamente il leggendario eroe omerico, noto per la sua astuzia e per il suo interminabile viaggio di ritorno a casa. Tuttavia, nella visione di Saba, Ulisse non è semplicemente l’eroe che cerca il ritorno, ma colui che è spinto dall’“insaziabile sete di conoscenza” (tema centrale anche nel celebre brano dantesco in Inferno XXVI). Per Saba, Ulisse è il simbolo di un uomo inquieto, guidato da uno spirito indomabile e da un amore profondo e doloroso per la vita stessa.
Testo della poesia “Ulisse” di Umberto Saba
Analisi
I primi versi della poesia ci introducono immediatamente in un paesaggio marino, che si fa presto immagine simbolica della vita interiore del poeta:
“Nella mia giovinezza ho navigato / lungo le coste dalmate.”
L’inizio descrive un’esperienza vissuta, probabilmente autobiografica, ma allo stesso tempo universale. La giovinezza è associata al viaggio, al movimento continuo lungo le coste della Dalmazia, un paesaggio reale ma anche carico di significati metaforici. Il mare, con la sua vastità e imprevedibilità, rappresenta il percorso della vita, ricco di incognite e sfide. Le “coste dalmate” sono un luogo concreto, ma anche un confine tra terra e mare, tra stabilità e avventura, tra sicurezza e rischio.
“Isolotti a fior d’onda emergevano, ove raro / un uccello sostava intento a prede,”
Gli isolotti che emergono dall’acqua possono essere visti come simboli delle difficoltà e degli ostacoli che la vita presenta. Questi sono piccoli, occasionali, ma potenzialmente pericolosi. Il poeta descrive questi isolotti come “coperti d’alghe, scivolosi, al sole belli come smeraldi”, suggerendo una bellezza insidiosa: ciò che appare splendido e affascinante può nascondere pericoli.
Il tema del “viaggio pericoloso” viene ulteriormente rafforzato nei versi successivi, dove “Quando l’alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più al largo, per fuggirne l’insidia”. Questo descrive il bisogno di allontanarsi dai pericoli nascosti, di navigare con prudenza per evitare l’ignoto che può sorgere all’improvviso, simile agli isolotti inghiottiti dal mare durante l’alta marea o la notte.
“Oggi il mio regno è quella terra di nessuno”
Con questo verso centrale, Saba introduce il presente, dove il viaggio non è più fisico ma interiore. La “terra di nessuno” rappresenta l’incertezza esistenziale, uno spazio indefinito e indefinibile dove l’uomo è costretto a confrontarsi con la propria solitudine e con il proprio destino. L’espressione suggerisce anche un senso di perdita: il poeta non ha un porto sicuro, una casa a cui tornare, ma è sospinto dal suo “non domato spirito”, che lo costringe a continuare il suo cammino.
Commento
“Il porto accende ad altri i suoi lumi”, ma “me al largo sospinge ancora il non domato spirito”. In questa immagine, il poeta rappresenta il contrasto tra la sicurezza, rappresentata dal porto illuminato, e l’irrequietezza di chi non può fermarsi. Altri trovano rifugio, ma il poeta è destinato a continuare il suo viaggio, guidato dal suo spirito indomabile. Questo “non domato spirito” richiama la figura di Ulisse, che non si accontenta del riposo e della sicurezza, ma è sempre spinto dal desiderio di esplorare nuovi orizzonti, anche a costo di incontrare pericoli.
“E della vita il doloroso amore”
Questo verso conclusivo racchiude il senso dell’esistenza per Saba: un amore per la vita che è indissolubilmente legato al dolore. L’“amore doloroso” per la vita rappresenta la consapevolezza che vivere significa affrontare non solo gioie, ma anche sofferenze e incertezze. È questa combinazione di amore e dolore che spinge il poeta, come Ulisse, a continuare a esplorare, a cercare nuove esperienze, senza mai fermarsi.
Conclusione
La poesia “Ulisse” di Saba è una riflessione profonda sull’esperienza umana, rappresentata attraverso il simbolismo del viaggio. Il poeta si identifica con Ulisse non tanto per il desiderio di tornare a casa, quanto per l’irrequietezza e il bisogno di cercare sempre qualcosa di nuovo, di affrontare il mistero e l’incertezza della vita. Il “doloroso amore” per la vita diventa il motore dell’esistenza, il richiamo continuo a non fermarsi, a proseguire, nonostante le difficoltà e le sofferenze.