
Il secondo capitolo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019
Rapporto con i classici e luoghi della cultura nel periodo dell’umanesimo
28 Dicembre 2019Questi versi (1-48) del Canto XXVI dell’Inferno rappresentano Dante e Virgilio che si calano nella bolgia dei consiglieri fraudolenti, dopo aver scagliato una invettiva contro Firenze, rifugio di ladri
Testo dei versi 1-48 del Canto ventiseiesimo dell’Inferno di Dante e parafrasi
Testo di Dante
Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande Tra li ladron trovai cinque cotali Ma se presso al mattin del ver si sogna, E se già fosse, non saria per tempo. Noi ci partimmo, e su per le scalee e proseguendo la solinga via, Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio perché non corra che virtù nol guidi; Quante ’l villan ch’al poggio si riposa, come la mosca cede a la zanzara, di tante fiamme tutta risplendea E qual colui che si vengiò con li orsi che nol potea sì con li occhi seguire, tal si move ciascuna per la gola Io stava sovra ’l ponte a veder surto, E ’l duca, che mi vide tanto atteso, |
Parafrasi
Esulta, Firenze, perché sei così potente che il tuo nome si diffonde per mare e terra, e persino nell’Inferno! Tra i ladroni ho trovato cinque tuoi cittadini, e mi vergogno per loro, e tu non ne trai onore. Ma se i sogni del mattino sono veri, presto proverai quello che Prato (e non altri) desidera per te. E se ciò accadesse già ora, non sarebbe troppo presto. Magari fosse già accaduto, perché più invecchio, più mi peserà. Noi riprendemmo il cammino, e su per la scala che ci aveva fatto scendere prima, risalì il mio maestro e mi condusse con sé; e proseguendo la solitaria via, tra le rocce del precipizio, il piede non avanzava senza l’aiuto della mano. Allora mi addolorai, e ora mi addoloro di nuovo quando ripenso a ciò che vidi, e freno il mio ingegno più del solito, perché non corra senza essere guidato dalla virtù; così che, se una buona stella o qualcosa di meglio mi ha donato il bene, io non me ne privi. Come il contadino che si riposa sulla collina, al tramonto, quando il sole si nasconde sempre di più, vede le lucciole giù nella valle, forse lì dove si vendemmia e si ara: così tante fiamme risplendevano in tutta l’ottava bolgia, come mi accorsi appena fui là dove il fondo si mostrava. E come colui che fu vendicato dagli orsi vide il carro di Elia al suo salire, quando i cavalli si levarono verso il cielo, che non poteva seguirli con gli occhi, e vide solo la fiamma, come una piccola nuvola, salire verso l’alto: così si muove ciascuna fiamma nella gola del fosso, e nessuna mostra il proprio peccato, e ogni fiamma nasconde un peccatore. Io stavo sopra il ponte a guardare, tanto che se non mi fossi aggrappato a una roccia, sarei caduto giù senza essere spinto. E il maestro, vedendomi così intento, disse: “Dentro questi fuochi ci sono le anime; ognuna è avvolta dal fuoco che la consuma”.
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