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28 Dicembre 2019
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28 Dicembre 2019“La Storia” di Elsa Morante, pubblicato nel 1974, rappresenta uno dei romanzi più importanti e discussi della letteratura italiana del Novecento.
A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita “dentro la Storia” quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative.
La Trama e i Personaggi Il romanzo narra la vicenda di Ida Ramundo, una maestrina ebrea che durante la seconda guerra mondiale concepisce un figlio, Useppe, con un giovane soldato tedesco. La storia si svolge a Roma tra il 1941 e il 1947, seguendo le vicende della famiglia attraverso i bombardamenti, l’occupazione nazista e il difficile dopoguerra. Come hai giustamente riassunto, la tragedia si consuma con la morte del piccolo Useppe, epilettico e fragile, insieme a quella di Nino (il figlio maggiore di Ida) e di Davide Segre, l’anarchico tormentato.
Lo Scandalo Critico La pubblicazione del libro suscitò negli anni 1974-1975 un impressionante numero di recensioni, dividendo profondamente la critica italiana. Il caso più clamoroso fu la stroncatura di Pier Paolo Pasolini, che accusava la scrittrice di non aver amato abbastanza i suoi personaggi, inoltre affermava che si trattava nel complesso di un “grosso libro” ma fallimentare. Pier Paolo Pasolini accusò Morante di aver mortificato i suoi personaggi, scrivendo una recensione che incrinò per sempre la loro amicizia
La sinistra intellettuale italiana reagì con diffidenza: “Meglio vendere patate che vendere dolore”, scrisse Rossana Rossanda su il manifesto. Le critiche si concentravano su diversi aspetti: Giuliano Gramigna, ad esempio, contestò alla Morante l’uso di uno schema tradizionale, non più interessante perché troppo sperimentato. Ferdinando Camon sottolineò la debolezza ideologica del libro
I Punti di Forza e le Criticità Dal punto di vista stilistico, il romanzo presenta alcune caratteristiche che dividono i lettori. La narrazione è appesantita da molti avverbi, molti aggettivi, molte precisazioni a volte superflue. Lo stile è paratattico, carico di incisi, carico di approfondimenti che scavano dentro la mente e i cuori dei personaggi.
Tuttavia, Considerato uno dei principali capolavori della letteratura del Novecento, La Storia è sicuramente il romanzo più importante della scrittrice. La forza dell’opera risiede nella capacità di rappresentare la Storia attraverso gli occhi degli umili, dei vinti, di chi subisce gli eventi senza poterli controllare.
L’Attualità del Messaggio Oggi “La Storia” acquista nuova rilevanza: Leggere “La Storia” di Elsa Morante oggi equivale a esercitarsi a decidere ogni giorno di essere contro ogni nuova forma di violenza e totalitarismo. Il romanzo mantiene un valore pedagogico e morale che trascende le polemiche dell’epoca.
Valutazione Complessiva “La Storia” rimane un’opera divisiva ma fondamentale. La Morante riuscì a creare un affresco epico della condizione umana durante uno dei periodi più bui della storia europea, dando voce a chi non aveva voce. Nonostante i difetti stilistici evidenziati dalla critica, l’intensità emotiva e la forza rappresentativa del romanzo ne fanno un testo imprescindibile per comprendere tanto la letteratura italiana del Novecento quanto la memoria collettiva del nostro Paese.
Il destino tragico di Useppe, bambino innocente schiacciato dalla violenza della Storia, diventa simbolo universale di tutte le vittime innocenti dei totalitarismi, rendendo quest’opera non solo un documento storico ma anche un monito per le generazioni future.
Riassunto:
Durante la seconda guerra mondiale un giovane soldato tedesco concepisce un figlio con Ida, una maestrina ebrea.
Da subito il piccolo Useppe, si mostra debole e malaticcio.
La situazione di disagio provocata a Roma dalla guerra e dall’occupazione nazista, provoca ulteriori problemi alla salute già cagionevole del piccolo. Tra la disperazione della madre, Useppe, che è anche epilettico, muore
Muoiono anche:
- Nino, figlio che Ida aveva avuto da una precedente relazione, per un incidente
- Davide Segre, anarchico non violento, di droga
La storia – 1974 (incipit)
«Un giorno di gennaio dell’anno 1941, un soldato tedesco di passaggio, godendo di un pomeriggio di libertà, si trovava, solo, a girovagare nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Erano circa le due del dopopranzo, e a quell’ora, come d’uso, poca gente circolava per le strade. Nessuno dei passanti, poi, guardava il soldato, perché i Tedeschi, pure se camerati degli Italiani nella corrente guerra mondiale, non erano popolari in certe periferie proletarie.»